sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di eredità successione e donazioni


Diritto di abitazione » il beneficiario che ha avuto in eredità l’immobile non può cacciare dall’abitazione il convivente del deceduto

17 Settembre 2014 - Andrea Ricciardi


Convivenza more uxorio: il beneficiario, il quale ha avuto in eredità l'immobile, non può cacciare dall'abitazione il convivente del deceduto. L'azione di spoglio per riprendere possesso dell'appartamento è legittima, perché con la lunga relazione si crea un interesse che merita tutela. La convivenza more uxorio, quale formazione sociale che dà vita ad un consorzio familiare, determina, sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su un interesse proprio del convivente e diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità. Tale interesse assume i connotati tipici di una detenzione qualificata che ha titolo in un negozio giuridico di tipo familiare. Pertanto l'estromissione violenta o clandestina dall'unità abitativa, compiuta dal convivente proprietario ai danni del convivente non proprietario, legittima quest’ultimo alla tutela possessoria, consentendogli di esperire l'azione di spoglio. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza [ ... leggi tutto » ]


Eredità di un immobile – se il defunto lascia al debitore il diritto di abitazione il creditore non può esperire azione revocatoria della rinuncia del debitore a promuovere nei confronti dei coeredi ogni azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima

16 Settembre 2014 - Ludmilla Karadzic


Eredità di un immobile - Se il defunto lascia al debitore il diritto di abitazione il creditore non può esperire azione revocatoria della rinuncia del debitore a promuovere nei confronti dei coeredi ogni azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima Supponiamo che il debitore accetti il diritto di abitazione, a lui destinato nel testamento, e rinunci a promuovere nei confronti dei coeredi testamentari dello stesso immobile caduto in successione, ogni azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima. In questo modo, il debitore preclude al creditore la possibilità di soddisfarsi sui beni che, in caso di esito positivo di una eventuale azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima, entrerebbero a far parte del suo patrimonio. La domanda che ci si pone è se possa essere oggetto di revocatoria, da parte del creditore, la rinuncia del debitore ad esercitare azione [ ... leggi tutto » ]


Il nonno affidato a una badante? bisogna prima farlo interdire oppure addio all’eredità

9 Luglio 2014 - Loredana Pavolini


Una storia ormai frequente. La solita badante d'oltremare che lusinga l'arzillo vecchietto indigeno, ancora bisognoso di coccole, sposandolo, addirittura all'insaputa dei parenti più stretti. Possono questi ultimi, quando, messi al corrente della "tresca" in occasione dell'apertura della successione che assegna tutti i beni del defunto alla coniuge superstite, proporre annullamento del matrimonio contratto dal defunto in un presunto stato di assoluta incapacità di intendere e volere? Il codice civile stabilisce un preciso limite alla possibilità che soggetti terzi, seppur qualificati come eredi, siano ammessi ad impugnare il matrimonio contratto da uno dei coniugi che sia affetto da vizi della volontà o da incapacità di intendere e volere. Tale possibilità sussiste, infatti, solo nel caso in cui l'azione sia stata già esercitata dal coniuge il cui consenso o la cui capacità di intendere e volere risulti viziata, nel qual caso l'azione è trasmissibile agli eredi qualora il giudizio sia già pendente [ ... leggi tutto » ]


Ripartizione ai coeredi di un bene indiviso e non comodamente divisibile

7 Luglio 2014 - Ornella De Bellis


La giurisprudenza non è sempre univoca nello stabilire la natura dell'interesse dei coeredi che può determinare l'individuazione dell'assegnatario del bene indiviso. Secondo alcune decisioni, nella divisione, salvo deroga per gravi motivi che riguardano l'interesse comune dei condividenti, devono essere preferibilmente seguiti dal giudice i criteri di attribuzione dettati dal codice civile: se, attese le caratteristiche del bene, la sua divisione comporta una perdita più che proporzionale rispetto al valore economico dell'intero bene, allora questo va assegnato per intero al coerede che detiene la quota maggiore (o ai coeredi che insieme ne detengono la quota maggiore e ne richiedono congiuntamente l'assegnazione). Naturalmente, con addebito dell'eccedenza a favore dei coeredi non assegnatari. Se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, viene avviata la vendita all'asta. Secondo l'altro contrario, ma prevalente indirizzo, il giudice ha il potere discrezionale di derogare dal criterio indicato dal codice civile, che assegna l'intero bene al condividente titolare [ ... leggi tutto » ]


Casa – diritto di abitazione e diritto d’uso

2 Luglio 2014 - Loredana Pavolini


Il divieto di cessione del diritto di abitazione o di concederlo in locazione a terzi, sancito dal codice civile, comporta che il titolare di tale diritto (habitator) può utilizzare l'immobile che ne costituisce l'oggetto soltanto abitandovi personalmente con la propria famiglia. Pertanto il titolare non può destinare la casa oggetto del diritto di abitazione a esigenze diverse da quelle abitative sue e della propria famiglia. Nell'ambito della famiglia vanno inclusi, tra l'altro, anche i figli nati dopo che è cominciato il diritto di abitazione e le persone che convivono con il titolare del diritto di abitazione per prestare a lui o alla sua famiglia i loro servizi: il codice civile ha quindi inteso fare riferimento da un lato alla possibile variazione nel tempo del numero dei componenti della famiglia dell'habitator, e dall'altro alle mutevoli esigenze di quest'ultimo e/o dei suoi familiari, sotto il profilo della possibile insorgenza del bisogno di [ ... leggi tutto » ]