lavoro e pensione - diritti


Quando è possibile demansionare il lavoratore

25 Marzo 2016 - Tullio Solinas


Il demansionamento del lavoratore è illegittimo, salvo che sia stata disposto con il consenso del dipendente e per evitare il licenziamento per giustificato motivo oggettivo o la messa in cassa integrazione de lavoratore stesso, la cui diversa utilizzazione non contrasta, in tal caso, con l'esigenza di dignità e libertà della persona, configurando una soluzione più favorevole di quella del licenziamento. Del pari non costituisce violazione delle norme del codice civile (articolo 2103) un accordo sindacale che, in alternativa al licenziamento per ristrutturazione aziendale, preveda l'attribuzione di mansioni diverse e di una diversa categoria con conseguente orario di lavoro più lungo. In un tale scenario, l'adibizione del lavoratore, con il suo necessario consenso, a mansioni inferiori, non configura una vera dequalificazione, ma solo un adeguamento del contratto alla nuova situazione di fatto, dovendo ritenersi le esigenze di tutela del diritto alla conservazione del posto di lavoro prevalenti su quelle di salvaguardia [ ... leggi tutto » ]


Strano ma vero » al trasfertista non può essere riconosciuta un’indennità di trasferta

19 Marzo 2016 - Tullio Solinas


Si indica come trasfertista il lavoratore che svolge la propria attività abitualmente (e non prevalentemente) in cantieri esterni sempre variabili e diversi e mai presso la sede della società o presso suo altro stabilimento. La normativa vigente dispone che le indennità e le maggiorazioni di retribuzione spettanti ai trasfertisti, anche se corrisposte con carattere di continuità, concorrono a formare il reddito, assoggettabile a contribuzione previdenziale, nella misura del 50 per cento del loro ammontare. In tale evenienza la retribuzione imponibile comprende integralmente quanto corrisposto ai trasfertisti, in quanto correlato alla causa tipica e normale del rapporto. Per costoro non deve parlarsi propriamente di indennità di trasferta, bensì di retribuzione per le attività lavorative che comportino un continuo movimento del dipendente per raggiungere, con mezzi di solito messi a disposizione dal datore di lavoro, località diverse, determinabili sulla base delle opere da eseguire. Questa la precisazione fornita dai giudici della Corte [ ... leggi tutto » ]


E’ decennale la prescrizione del diritto a percepire l’indennità sostitutiva delle ferie non godute

14 Febbraio 2016 - Tullio Solinas


L'indennità sostitutiva delle ferie non fruite ha natura mista, avendo non solo carattere risarcitorio, in quanto volta a compensare il danno derivante dalla perdita di un bene determinato (il riposo, con recupero delle energie psicofisiche, la possibilità di meglio dedicarsi a relazioni familiari e sociali), ma anche retributivo, in quanto costituisce il corrispettivo dell'attività lavorativa resa in periodo che, pur essendo di per sè retribuito, avrebbe dovuto essere non lavorato, in quanto destinato al godimento delle ferie annuali. Ai fini della verifica della prescrizione è necessario che il diritto, che l'indennità sostitutiva delle ferie non fruite tende a soddisfare, possa essere esercitato in maniera ampia, per cui non può che considerarsi prevalente, a tale scopo, la natura risarcitoria della stessa, per la quale è prevista la durata ordinaria decennale della prescrizione. Diversamente, si perverrebbe alla conclusione che la tutela del bene della vita alla quale l'indennità sostitutiva delle ferie è [ ... leggi tutto » ]


L’amministratore che riscuote i propri crediti di lavoro verso la società fallita integra gli estremi della bancarotta preferenziale e non di quella fraudolenta

25 Dicembre 2015 - Ludmilla Karadzic


L'amministratore che si ripaghi dei suoi crediti verso la società fallita relativi a compensi per il lavoro prestato, prelevando, ovvero comunque ottenendo, dalla cassa sociale una somma congrua rispetto a tale lavoro, risponde di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione? Al quesito hanno risposto i giudici della sezione penale della Corte di cassazione (sentenza 48017) argomentando che per stabilire se ricorra o meno il delitto di bancarotta fraudolenta è necessario stabilire se la somma prelevata dalle casse sociali dall'amministratore sia o meno congrua rispetto al lavoro prestato. Se, infatti, la somma prelevata corrisponde a quanto normalmente percepito dall'amministratore a titolo di compenso negli anni precedenti quando la società non si trovava in stato di insolvenza o a quanto percepito dagli amministratori di società analoghe, non si può parlare di vantaggio indebito, avendo diritto chi abbia offerto una prestazione lavorativa al relativo compenso. Il credito da lavoro, infatti, è sempre esigibile ed [ ... leggi tutto » ]


Dipendente pubblico timbra anche il cartellino del collega assente – per entrambi il reato è quello di truffa

25 Dicembre 2015 - Patrizio Oliva


La falsa attestazione del pubblico dipendente, circa la presenza in ufficio riportata sui cartellini marcatempo o nei fogli di presenza, è condotta fraudolenta, idonea oggettivamente ad indurre in errore l'amministrazione di appartenenza circa la presenza su luogo di lavoro, ed è dunque suscettibile di integrare il reato di truffa aggravata, ove il pubblico dipendente si allontani senza far risultare, mediante timbratura del cartellino o della scheda magnetica, i periodi di assenza, sempre che siano da considerare economicamente apprezzabili. L'indebito utilizzo dei badges configura, dunque, quegli artifici e raggiri che compongono l'elemento materiale del reato di truffa aggravata ai danni dell'Ente pubblico e che, se reiterati, producono un danno patrimoniale apprezzabile per l'Amministrazione chiamata a retribuire una frazione della prestazione giornaliera che in effetti non è stata effettuata, con ulteriore danno patrimoniale e d'immagine conseguente alla mancata presenza del dipendente nel presidio lavorativo, che resta così sguarnito della corrispondente unità di [ ... leggi tutto » ]