lavoro e pensione - diritti


Configura il reato di estorsione condizionare l’assunzione in cambio dell’accettazione di condizioni di lavoro vessatorie

21 Maggio 2016 - Tullio Solinas


È configurabile il reato di estorsione in capo al datore di lavoro che prospetti ai propri dipendenti l'ipotesi di licenziamento in caso di mancata accettazione delle condizioni di lavoro eccessivamente penalizzanti e vessatorie da lui imposte. Nel caso di specie, il datore aveva subordinato l'assunzione a un accordo con cui i lavoratori si impegnavano a firmare una lettera in bianco di dimissioni, percepire meno di quanto risultasse dalla busta paga e di lavorare oltre il normale orario di lavoro. La Corte di cassazione (sezione penale - sentenza 18727/16) ha sottolineato che la scelta dei neo assunti era obbligata per via della situazione di lavoro del luogo (Sicilia) e tale da intaccare la dignità e il rispetto dei diritti più elementari dei lavoratori. [ ... leggi tutto » ]


Pensione » vi presentiamo la famosa busta arancione dell’inps: ecco cosa vi dice (e non)

18 Maggio 2016 - Gennaro Andele


Pensione » Vi presentiamo la famosa busta arancione dell'Inps: ecco cosa vi dice (e non) Nei giorni scorsi, almeno centocinquantamila contribuenti hanno ricevuto, tramite posta, una busta arancione: la stessa è stata spedita dal'Inps per informare, in maniera generale, i lavoratori sulla loro pensione futura. Ma dunque, cosa c'è dentro la famosa busta arancione dell'INPS? Si tratta di tre pagine e sono indicati: data prevista di pensionamento ultima retribuzione o reddito percepiti valore del primo assegno di pensione e il tasso di sostituzione al lordo e al netto di tasse e contributi Da notare bene che l'importo della pensione stimato è ottenuto in maniera automatica, senza alcun valore certificativo, perché basato sui contributi finora accreditati e sulla proiezione di quelli che ancora mancano al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. Dunque il risultato può variare in rapporto all'andamento della futura vita lavorativa. Inoltre le stime tengono conto di una crescita [ ... leggi tutto » ]


Il lavoratore adibito a mansioni non rispondenti alla propria qualifica non può rifiutarsi di eseguire la prestazione richiestagli dal datore di lavoro

13 Maggio 2016 - Tullio Solinas


Il lavoratore adibito a mansioni non rispondenti alla qualifica può chiedere giudizialmente la riconduzione della prestazione nell'ambito della qualifica di appartenenza, ma non può rifiutarsi aprioristicamente, senza avallo giudiziario, di eseguire la prestazione richiestagli, essendo egli tenuto a osservare le disposizioni per l'esecuzione dei lavoro impartite dall'imprenditore. Infatti, nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, solo se l'altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria. Dunque, il lavoratore può rifiutarsi di eseguire la prestazione richiestagli solo in caso di totale inadempimento del datore di lavoro, o quando l'inadempimento di quest'ultimo, seppur parziale, concretizza un pericolo di danno così grave ed irreversibile alla professionalità del lavoratore tale da legittimare il ricorso al principio di autototutela con il rifiuto di svolgere l'attività richiesta. E' questo l'autorevole parere formulato dai giudici della Corte di cassazione, così come emerge dalla lettura della sentenza [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per giustificato motivo oggettivo ed esigenze di riassetto organizzativo aziendale

6 Aprile 2016 - Tullio Solinas


Il motivo oggettivo di licenziamento determinato da ragioni inerenti all'attività produttiva, nel cui ambito rientra anche l'ipotesi di riassetto organizzativo attuato per la più economica gestione dell'impresa, è rimesso alla valutazione del datore di lavoro, senza che il giudice possa sindacare la scelta dei criteri di gestione dell'impresa, atteso che tale scelta è espressione della libertà d'iniziativa economica tutelata dalla Costituzione, mentre al giudice spetta il controllo della reale sussistenza del motivo addotto dall'imprenditore. Ne consegue che non è sindacabile, nei suoi profili di congruità ed opportunità, la scelta imprenditoriale, che abbia comportato la soppressione del settore lavorativo o del reparto o del posto cui era addetto il dipendente licenziato, sempre che risulti l'effettività e la non pretestuosità del riassetto organizzativo operato. Tuttavia, è posto a carico del datore di lavoro l'onere di dedurre e di dimostrare l'effettiva sussistenza del motivo addotto e, quindi, nell'ipotesi di licenziamento riconducibile ad un [ ... leggi tutto » ]


Invalidità del patto di prova fra lavoratore e datore di lavoro

25 Marzo 2016 - Piero Ciottoli


La causa del patto di prova va individuata nella tutela dell'interesse comune alle due parti del rapporto di lavoro, in quanto diretto ad attuare un esperimento mediante il quale sia il datore di lavoro che il lavoratore possono verificare la reciproca convenienza del contratto, accertando il primo le capacità del lavoratore e quest’ultimo, a sua volta, valutando l'entità della prestazione richiestagli e le condizioni di svolgimento del rapporto. Pertanto, il patto di prova deve considerarsi invalido ove la suddetta verifica sia già intervenuta, con esito positivo, per le specifiche mansioni in virtù di prestazione resa dallo stesso lavoratore, per un congruo lasso di tempo, a favore del medesimo datore di lavoro. Ne consegue che la ripetizione del patto di prova in occasione d'un successivo contratto di lavoro tra le stesse parti è ammissibile solo se essa risponda alle finalità di un esperimento mediante il quale sia il datore di lavoro [ ... leggi tutto » ]