fallimento e concordato preventivo


Assegno circolare girato da soggetto dichiarato fallito – la banca emittente deve pagare

4 Ottobre 2014 - Simonetta Folliero


La Banca A emette assegno circolare trasferibile (dunque di importo facciale minore di mille euro) all'ordine di B. L'assegno circolare viene trasferito da B a C. C presenta all'incasso l'assegno circolare giratogli da B, ma la banca A rifiuta di pagarlo perché emerge la circostanza che, al momento della richiesta di emissione dell'assegno circolare, B era già stato dichiarato fallito. La domanda: può la banca A rifiutare il pagamento dell'assegno a C? Al quesito hanno risposto i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 17310/09. La dichiarazione di fallimento comporta l'inefficacia dei pagamenti eseguiti o ricevuti dal fallito come conseguenza automatica dell'indisponibilità del patrimonio del fallito, valevole senza alcuna rilevanza dello stato soggettivo di buona o mala fede di chi il pagamento esegue o riceve. E, tale principio opera anche con riferimento alla circolazione degli assegni. Tuttavia, l'inefficacia è relativa, nel senso che può essere fatta valere solo dal [ ... leggi tutto » ]


Cessione del credito – inefficace se effettuata dopo il pignoramento

1 Ottobre 2014 - Loredana Pavolini


La cessione del credito è efficace nei confronti del debitore ceduto quando questi l'ha accettata o quando gli è stata notificata. Il codice civile aggiunge, inoltre, che il debitore non è liberato se paga al cedente pur essendo a conoscenza dell'avvenuta cessione. La disposizione, tuttavia, non autorizza a ritenere che sia sufficiente tale conoscenza ad imporre al debitore di eseguire il pagamento sempre e comunque al cessionario. Infatti, la cessione del credito non è opponibile ai creditori del cedente qualora sia stata stata effettuata in data successiva al pignoramento del credito o alla dichiarazione di fallimento del cedente e, in questo caso, è inefficace anche per il debitore ceduto. Così ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 19199/14. [ ... leggi tutto » ]


Esdebitazione fallimentare – la liberazione dai debiti dell’imprenditore fallito

21 Settembre 2014 - Loredana Pavolini


Quando un imprenditore può essere considerato fallibile Va innanzitutto chiarito che un imprenditore, per poter essere considerato "fallibile", deve possedere almeno uno dei seguenti requisiti: aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore ad euro trecentomila; aver realizzato, nei tre esercizi precedenti, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo superiore ad euro duecentomila avere un ammontare di debiti, anche non scaduti, superiore ad euro cinquecentomila. I soggetti che possono presentare istanza di esdebitazione L'istituto dell'esdebitazione fallimentare non distingue il fallito in quanto imprenditore individuale dal fallito in quanto socio illimitatamente e solidalmente responsabile di una società fallita: l'unico requisito per l'ammissione al beneficio dell'esdebitazione è l'essere una persona fisica. Pertanto, l'esdebitazione può essere richiesta da tutti coloro che sono falliti in proprio (con una ditta individuale) ma anche dal [ ... leggi tutto » ]


Esdebitazione e fallimento del debitore consumatore – il decreto legge che consente di azzerare i debiti

25 Agosto 2014 - Genny Manfredi


Sezione prima - Procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento » Parte prima - Disposizioni generali Articolo 6 - Finalità e definizioni Al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento non soggette nè assoggettabili a procedure concorsuali diverse da quelle regolate dal presente capo, è consentito al debitore concludere un accordo con i creditori nell'ambito della procedura di composizione della crisi disciplinata dalla presente sezione. Con le medesime finalità, il consumatore può anche proporre un piano fondato sulle previsioni di cui all'articolo 7, comma 1, ed avente il contenuto di cui all'articolo 8. Ai fini del presente capo, si intende: per «sovraindebitamento»: la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, ovvero la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni; per «consumatore»: il debitore persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Articolo 7 [ ... leggi tutto » ]


Recupero del tfr quando il datore di lavoro è fallibile ma non può essere dichiarato il fallimento

10 Luglio 2014 - Ludmilla Karadzic


La legge prevede il pagamento del TFR da parte dell'INPS qualora il datore di lavoro, non soggetto a fallimento, non adempia, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, a detto pagamento, ma requisito indispensabile è che il lavoratore abbia infruttuosamente esperito l'esecuzione forzata per la realizzazione del credito. Ricordiamo, per completezza, che un imprenditore non è soggetto a fallimento se possiede, congiuntamente, i seguenti requisiti: aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila; aver realizzato, nei tre esercizi precedenti, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila. Ci si domanda adesso: se il datore di lavoro è fallibile, ma non può essere dichiarato il fallimento, qual è [ ... leggi tutto » ]