sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Valenza del domicilio fiscale per la notifica degli atti da parte dell’agenzia delle entrate e casi di difformità con la residenza anagrafica del contribuente – comunicazioni di elezione e di variazione del domicilio fiscale

7 Giugno 2018 - Giorgio Valli


A norma dell'articolo 58 del decreto presidente repubblica 600/1973 le persone fisiche residenti nel territorio dello Stato italiano hanno il domicilio fiscale nel Comune nella cui anagrafe sono iscritte. In tutti gli atti, contratti, denunzie e dichiarazioni che vengono presentati agli uffici finanziari deve essere indicato il Comune di domicilio fiscale delle parti, con la precisazione dell'indirizzo. L'articolo 60, sempre nel dpr 600/1973, prevede che è facoltà del contribuente eleggere domicilio presso una persona o un ufficio nel Comune del proprio domicilio fiscale per la notifica degli atti o degli avvisi che lo riguardano e che, in tal caso, l'elezione di domicilio deve risultare espressamente dalla dichiarazione annuale ovvero da altro atto comunicato successivamente al competente ufficio imposte a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ritiene che se il contribuente ha indicato proprio nella dichiarazione annuale espressamente il proprio indirizzo situato nel Comune [ ... leggi tutto » ]


Nulla la notifica ad un familiare se non effettuata presso la residenza del destinatario dell’atto

7 Giugno 2018 - Giuseppe Pennuto


La giurisprudenza di legittimità statuisce che qualsiasi atto va notificato, anche a mani di familiare convivente con il destinatario, ma nella residenza di quest’ultimo, pena la nullità della notifica. Infatti, secondo i giudici di legittimità, la notifica va ritenuta nulla quando la persona di famiglia riceva l'atto nel proprio appartamento, diverso da quello della residenza del destinatario dell'atto stesso. Inoltre, se la notifica è effettuata nelle mani di un familiare del destinatario, la presunzione di convivenza non meramente occasionale non opera nel caso in cui la notifica sia stata eseguita nella residenza propria del familiare, diversa da quella del destinatario dell'atto, con conseguente nullità della notifica stessa, non sanata dalla conoscenza indiretta dell'atto da parte del soggetto designato a riceverlo. In questi termini si sono espressi i giudici della Corte di cassazione nella sentenza 14361/2018. [ ... leggi tutto » ]


I versamenti in conto corrente sono indici presuntivi di maggiore disponibilità reddituale per tutti i contribuenti

6 Aprile 2018 - Giorgio Valli


Dire che, ai fini fiscali, vale la presunzione legale per ogni versamento in conto corrente, significa, praticamente dover accettare le conseguenze derivanti dal fatto che, per il fisco, ogni versamento sul conto corrente del contribuente potrebbe indicare un maggior reddito non dichiarato. L'articolo 18 del DPR 600/1973 dispone, fra l'altro, che, per l'adempimento dei loro compiti, gli uffici delle imposte possono invitare i contribuenti a fornire dati ed informazioni rilevanti ai fini dell'accertamento fiscale nei loro confronti, anche relativamente alle operazioni annotate nei conti correnti e che possono altresì richiedere alle banche ed a Poste Italiane dati contabili relativi ai libretti di deposito ed ai buoni postali fruttiferi, nonché copia degli estratti di conto corrente, con la specificazione di tutti i rapporti inerenti o connessi ad essi. In pratica, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l'utilizzazione dei poteri previsti dalla normativa vigente, consente all'Amministrazione finanziaria di accedere ai [ ... leggi tutto » ]


Controllate che il dentista o l’igienista indossino guanti sterili nuovi e vi forniscano bicchieri e boccagli aspira saliva monouso quando vi sottoponete a cure dentarie, perché qui si rischia il riuso

26 Febbraio 2018 - Giorgio Valli


Con l'ordinanza 4168/2018, i giudici della Corte di cassazione hanno dichiarato legittimo l'accertamento effettuato dall'Agenzia delle entrate e fondato sulla circostanza che, per il contribuente, era stata evidenziata una forte discrepanza tra l'entità del materiale di consumo utilizzato nell'esercizio della propria attività professionale di odontoiatra, indicativo di un correlativo numero di interventi sui pazienti, ed i ricavi denunciati nella dichiarazione sottoposta a rettifica. I giudici della Corte di cassazione hanno ritenuto che l'Amministrazione fiscale avesse legittimamente e coerentemente ricostruito il maggior reddito sulla base della quantità dei materiali usa e getta normalmente utilizzati nell'esecuzione delle singole prestazioni odontoiatriche (guanti sterili, bicchieri e boccagli aspira saliva monouso, tovaglioli) così come risultanti dalla documentazione esaminata e che, tenuto conto delle normali dispersioni, avesse, correttamente, proceduto alla determinazione dei correlativi ricavi. In particolare, è stato ribadito il principio secondo il quale, ai fini della ricostruzione del reddito, l'Ufficio può procedere ad accertamento analitico [ ... leggi tutto » ]


Per il fisco gli accrediti in conto corrente sono sempre redditi imponibili: a carico del contribuente, sottoposto ad accertamento fiscale, l’onere di dimostrare il contrario, indicando la provenienza e la destinazione dei singoli movimenti nonché le diverse cause giustificative

11 Febbraio 2018 - Giorgio Valli


Come è noto, l'Agenzia delle Entrate può richiedere dati, notizie e documenti relativi a qualsiasi rapporto intrattenuto da banche e finanziarie con i propri clienti: il contribuente è tenuto a fornire non una prova generica, ma una prova analitica, con indicazione specifica della riferibilità di ogni versamento bancario, in modo da dimostrare come ciascuna delle singole operazioni effettuate sia estranea a fatti imponibili. Infatti, i dati e gli elementi attinenti ai rapporti ed alle operazioni acquisiti e rilevati vengono posti a base delle rettifiche e degli accertamenti previsti dalla normativa vigente, se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto ad imposta o che non hanno rilevanza allo stesso fine. Il giudice tributario deve limitarsi a verificare se il contribuente, per superare la presunzione legale sopra richiamata, abbia fornito in concreto la prova specifica idonea a giustificare i movimenti bancari sui quali si [ ... leggi tutto » ]