I versamenti in conto corrente sono indici presuntivi di maggiore disponibilità reddituale per tutti i contribuenti

Dire che, ai fini fiscali, vale la presunzione legale per ogni versamento in conto corrente, significa, praticamente dover accettare le conseguenze derivanti dal fatto che, per il fisco, ogni versamento sul conto corrente del contribuente potrebbe indicare un maggior reddito non dichiarato.

L'articolo 18 del DPR 600/1973 dispone, fra l'altro, che, per l'adempimento dei loro compiti, gli uffici delle imposte possono invitare i contribuenti a fornire dati ed informazioni rilevanti ai fini dell'accertamento fiscale nei loro confronti, anche relativamente alle operazioni annotate nei conti correnti e che possono altresì richiedere alle banche ed a Poste Italiane dati contabili relativi ai libretti di deposito ed ai buoni postali fruttiferi, nonché copia degli estratti di conto corrente, con la specificazione di tutti i rapporti inerenti o connessi ad essi.

In pratica, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l'utilizzazione dei poteri previsti dalla normativa vigente, consente all'Amministrazione finanziaria di accedere ai conti correnti intrattenuti dal contribuente con aziende di credito e con l'amministrazione postale.

Le operazioni bancarie di versamento hanno efficacia presuntiva di maggiore disponibilità reddituale nei confronti di tutti i contribuenti, i quali possono contrastarne l'efficacia solo dimostrando che ne hanno tenuto conto ai fini della determinazione del reddito soggetto ad imposta o che non hanno rilevanza allo stesso fine.

Con riferimento ai versamenti, in particolare, la presunzione legale in forza della quale i versamenti sui conti correnti sono qualificabili indicatori di maggiore capacità reddituale, è superabile solo dalla prova contraria fornita dal contribuente, il quale deve dimostrare che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili ad operazioni imponibili, fornendo, a tal fine, una prova non generica, ma analitica, con indicazione specifica delle motivazioni di ogni versamento bancario, in modo da dimostrare come ciascuna delle operazioni effettuate non possa essere ricondotta all'esistenza di redditi imponibili non dichiarati.

Sono quelli appena esposti i contenuti dell'ordinanza 8266/2018 della Corte di Cassazione.

6 Aprile 2018 · Giorgio Valli




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