sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di assegni cambiali conti correnti usura


La falsa denuncia di smarrimento di un assegno può integrare il reato di calunnia

27 Marzo 2016 - Annapaola Ferri


E' vero che chi presenta una falsa denuncia di smarrimento di un assegno, in realtà compilato e consegnato al soggetto beneficiario, non formula direttamente una accusa concernente uno specifico reato: tuttavia per la configurabilità del delitto di calunnia, basta che il denunciante prospetti all'Autorità giudiziaria (o ad altra Autorità che alla prima abbia l'obbligo di riferire) circostanze di fatto solo in parte riconducibili ad una fattispecie incriminatrice astratta, ma sufficienti per ritenere implicitamente che l'illecito si sia compiutamente realizzato e, pur se in forma implicita o indiretta, che il soggetto accusato ne sia responsabile. L'indicata impostazione risulta condivisa nella giurisprudenza di legittimità anche con riferimento a fattispecie diverse da quelle della falsa denuncia di smarrimento di assegni. In particolare, si è rilevato che integra il delitto di calunnia la condotta oggettivamente idonea a determinare l'avvio di un procedimento penale nei confronti di una persona che si sa innocente. Sufficiente, perciò, [ ... leggi tutto » ]


Gli atti estintivi di debiti effettuati con assegni postdatati non costituiscono mezzi anormali di pagamento e non sono, pertanto, assoggettabili ad azione revocatoria fallimentare

17 Febbraio 2016 - Ornella De Bellis


In tema di azione revocatoria fallimentare, la conoscenza dello stato di insolvenza dell'imprenditore da parte del terzo contraente deve essere effettiva, e non meramente potenziale, potendosi tuttavia la relativa dimostrazione basare anche su elementi indiziari caratterizzati dagli ordinari requisiti della gravità, precisione e concordanza, in applicazione di quanto disposto dal codice civile che conduce a ritenere che il terzo, facendo uso della sua normale prudenza ed avvedutezza, rapportata anche alle sue qualità personali e professionali, nonché alle condizioni in cui egli si è trovato concretamente ad operare, non possa non aver percepito i sintomi rivelatori dello stato di decozione del debitore. In particolare, secondo la giurisprudenza costante di legittimità, l'assegno postdatato, inteso nella sua obbiettiva idoneità strumentale a costituire mezzo di pagamento equivalente al denaro, non perde le sue caratteristiche di titolo di credito, per cui gli atti estintivi di debiti effettuati con assegni postdatati non costituiscono mezzi anormali di [ ... leggi tutto » ]


Il dipendente della banca che non protesta la cambiale impagata può incorrere nel reato di abuso d’ufficio

24 Ottobre 2015 - Simonetta Folliero


Il dipendente responsabile della cassa cambiali che inganna il notaio, non sottoponendogli le cambiali rimaste impagate emesse in favore di terze persone, inducendolo quindi a non protestarle, in modo da procurare al debitore l'ingiusto vantaggio patrimoniale di non essere sottoposto al protesto, commette il reato di abuso d'ufficio. Il giorno da cui decorre il termine prescrizionale del reato va individuato nella data di scadenza del termine per l'elevazione del protesto senza tener conto della possibilità di un protesto tardivo, effettuabile sino ad un anno dalla scadenza del titolo e rilevante come constatazione ufficiale del mancato pagamento nonchè come presupposto per l'iscrizione nel relativo bollettino. Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione, sezione penale, con la sentenza 39430/15. [ ... leggi tutto » ]


Il defunto aveva emesso un assegno di cui il beneficiario non riesce a motivare la causa – l’erede chiede ed ottiene la restituzione dell’importo facciale

8 Ottobre 2015 - Lilla De Angelis


Caio adiva il Tribunale territorialmente competente nella qualità di erede del de cuius, asserendo che quest’ultimo aveva pagato a Tizio, senza titolo, un'ingente somma di denaro a mezzo di assegno bancario. Chiedeva, pertanto, la condanna di Tizio alla restituzione di tale pagamento indebito. Tizio si costituiva in giudizio ribattendo che l'importo facciale dell'assegno era dovuto a sua madre in conseguenza della vendita di arredi perfezionata al defunto; transazione regolata con assegno che era stato intestato dal debitore, per volontà della stessa creditrice madre di Tizio, al proprio figlio. La vicenda approdava in Corte di cassazione dopo che i giudici di merito avevano accolto la richiesta di Caio argomentando che il pagamento a favore di Tizio era da considerarsi, nella sostanza, una donazione, pertanto nulla per mancanza di forma scritta; in assenza di un atto scritto spettava a Tizio fornire la prova di una causa sottostante all'emissione dell'assegno diversa dalla donazione, [ ... leggi tutto » ]


Quando il pagamento effettuato con un assegno scoperto concorre ad integrare il reato di truffa

31 Luglio 2015 - Ludmilla Karadzic


In tema di truffa contrattuale, il pagamento effettuato mediante assegni di conto corrente privi di copertura - non costituente, di norma, raggiro idoneo a trarre in inganno il soggetto passivo - concorre ad integrare l'elemento materiale del reato, qualora sia accompagnato da un malizioso comportamento dell'agente nonché da fatti e circostanze idonei a determinare nella vittima un ragionevole affidamento sul regolare pagamento dei titoli. Ne consegue che per integrare raggiro idoneo a trarre in inganno il soggetto passivo e a indurre alla conclusione del contratto occorre quel qualcosa in più tale da determinare nella vittima un ragionevole affidamento sull'apparente onestà delle intenzioni del soggetto attivo e sul pagamento degli assegni. In particolare, integra il delitto di truffa, perché costituisce elemento di artificio o raggiro, la condotta di consegnare in pagamento, all'esito di una transazione commerciale, un assegno di conto corrente bancario postdatato, contestualmente fornendo al prenditore rassicurazioni circa la disponibilità [ ... leggi tutto » ]