Massacrato dai debiti non miei, come uscirne?





Come condizione necessaria per uscire dalla situazione in cui versa c'è, innanzitutto, la vendita dell'immobile di cui è proprietario.





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La mia è una questione abbastanza complessa e articolata, cosi complessa da non riuscire a venire a capo neppure io: sono un ragazzo di appena 30 anni e da 6 anni combatto con debiti che sono stati fatti a mio conto da persone che mi avrebbero dovuto tutelare. Vi spiego meglio: quando avevo compiuto 18 anni da un paio di mesi, la compagna (nullatenente) di mio padre ha effettuato diverse richieste di prestito a mio nome dato che sono proprietario di una casa lasciata in eredità dai parenti defunti.

I prestiti sono stati presi con un broker (amico della compagna di mio padre) con una serie di firme false sui contratti. Questi prestiti non sono mai stati pagati, non si sono degnati di saldare neppure una sola rata e dopo alcuni anni mi sono ritrovato magicamente un decreto ingiuntivo dal tribunale. Io sinceramente non ho mai ricevuto prima lettere e sospetto che queste buste siano state fatte sparire a mia insaputa per non farmi rendere conto della grave situazione.

Con un avvocato abbiamo fatto varie verifiche e le firme effettivamente sono diverse dalle mie, tranne quelle sugli assegni ricevuti dalle finanziarie. Premetto che io a 18 anni lavoravo già e non avevo nessun conto corrente, quindi gli assegni del mio lavoro venivano girati da me tramite firma per poterli accreditare sul conto di mio padre e sospetto che quindi siano stati veramente firmati da me per negligenza. Purtroppo a 18 anni si hanno altri pensieri e non si può neppure immaginare che un famigliare cerchi di fregarti in tutti i sensi.

Il primo debito di 25 mila euro mi è stato notificato circa 6 anni fa. Ho provato ad impugnare il decreto ingiuntivo per poter chiudere con un saldo e stralcio ma purtroppo in questi giorni ho perso la causa e mi toccherà pure pagare le spese legali della controparte.

Proprio in questi giorni sono stato contattato da un altra società di recupero crediti che mi ha notificato un nuovo debito di altri 26 mila euro e adesso mi ritrovo un debito di oltre 50 mila euro e non so più come uscirne.

Ho scoperto che il figlio della compagna di mio padre è nella stessa situazione, sommerso da quasi 100 mila euro di debito della madre.

Lavoro dalla mattina alla sera, non ho vizi, non mi permetto spese extra a quelle ordinarie e sto vivendo in una situazione di sconforto mentale. Ho pensato più volte anche di togliermi la vita perché non riesco a vivere più serenamente.

Non capisco come abbiano fatto a concedere ad un ragazzo appena 18 enne con uno stipendio di appena 550 euro, ad ottenere tutti questi prestiti. Nessuno ha controllato? Nessuno tutela?

Come si può uscire da questa situazione? Se cedessi la casa di mia proprietà a mia sorella e mi trasferissi all’estero in Europa, riuscirei a scappare dai debiti oppure sarei rincorso dal recupero crediti anche li?

Come condizione necessaria per uscire dalla situazione in cui versa c’è, innanzitutto, la vendita dell’immobile di cui è proprietario. Tuttavia, va ricordato che un eventuale atto di alienazione potrebbe essere soggetto ad azione revocatoria, ex articolo 2901 del codice civile, da parte di uno o più creditori.

Per evitare questo effetto indesiderato, la soluzione classica perseguibile è l’alienazione a favore di un terzo, non parente o affine, con pagamento tracciabile del bene a prezzi di mercato, e con l’ulteriore condizione che l’immobile acquistato venga adibito ad abitazione principale dell’acquirente (cioè sia eletto a residenza dell’acquirente o dei suoi familiari, vale a dire il coniuge, i figli, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado).

Naturalmente il ricavato dalla vendita andrebbe depositato su un conto corrente intestato a persona di fiducia.

Per quanto riguarda il resto, il suo avvocato penso l’abbia illuminata sulla possibilità di interrompere il pagamento di tutte le rate di rimborso dei debiti accumulati: una volta esclusa la possibilità di espropriare l’immobile di proprietà del debitore, al creditore non resterebbe altra opzione se non quella di procedere al pignoramento dello stipendio del debitore.

Ora, se tutti i creditori si muovessero contemporaneamente per aggredire la retribuzione del debitore, la percentuale di trattenuta non potrebbe essere superiore al quinto della busta paga: nella fattispecie 110 euro.

E potrebbe anche restare, volendo, in Italia, senza dover scappare all’estero e fare brutti ed inopportuni pensieri.

STOPPISH

19 Novembre 2019 · Ludmilla Karadzic

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