Impugnazione della rinuncia all’eredità – E’ necessario che il patrimonio personale del debitore rinunciante non sia sufficiente a soddisfare i propri creditori





Debiti ed eredità, eredità e successione, impugnazione della rinuncia, rinuncia eredità





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Un signore che ha un patrimonio consistente in terreni e fabbricati per un valore di euro 500 mila, rinuncia all’eredità della madre perchè indebitato con Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER) per debiti di euro 250 mila di cui la stessa ha anche iscritto ipoteca. Può ADER, nonostante lui sia capiente, impugnare la rinuncia all’eredità?

Se taluno rinuncia, benché senza frode, a un’eredità con danno dei suoi creditori, questi possono farsi autorizzare ad accettare l’eredità in nome e luogo del rinunciante, al solo scopo di soddisfarsi sui beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti. Il diritto dei creditori si prescrive in cinque anni dalla rinuncia.

E’ quanto dispone l’articolo 524 del codice civile.

Concessa l’autorizzazione ad accettare, il rinunciante e i creditori che hanno esperito l’azione non divengono eredi poichè la rinunzia conserva i suoi effetti. I creditori hanno esclusivamente il diritto di soddisfarsi sui beni dell’eredità fino alla concorrenza del loro credito.

Tuttavia, per l’esercizio dell’impugnazione della rinunzia ad un’eredità da parte dei creditori è richiesto un unico presupposto di carattere oggettivo, ossia che la rinunzia all’eredità da parte del debitore importi un danno per i suoi creditori, in quanto il suo patrimonio personale non basti a soddisfarli e l’eredità presenti un attivo. Quanto al presupposto del danno, basta che al momento della proposizione dell’azione di cui all’articolo 524 del codice civile. il danno sia sicuramente prevedibile, nel senso che ricorrano fondate ragioni per ritenere che i beni personali del debitore possano non risultare sufficienti per soddisfare del tutto i suoi creditori. (Corte di cassazione sentenza 2394/1974).

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23 Maggio 2019 · Giorgio Martini

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