La banca può accettare come garante di un prestito di 100 mila euro una donna che ha 77 anni una modesta pensione ed una piccola quota di un immobile?






Recentemente e con estremo sconcerto io e mia sorella abbiamo scoperto che nostra madre tre anni fa ha firmato una fideiussione specifica a favore di una terza sorella, la quale ha contratto un mutuo per acquisto immobile di 98 mila euro più oneri vari.

Interpellata sulla faccenda abbiamo capito che mia madre ignora completamente le conseguenze di ciò che ha fatto e anche mia sorella dice che la banca ha richiesto un garante “proforma” qualcuno che avesse un’entrata dimostrabile (lei é titolare di partita iva) e che l’immobile acquistato vale molto di più.

Naturalmente siamo molto preoccupate perchè sappiamo che la cosa ricadrà anche su di noi se mia sorella non dovesse riuscire a far fronte ai propri impegni. A tal proposito volevamo capire se c’è un modo per tutelarci e anche capire se il comportamento della banca sia stato corretto, preciso che nostra madre ha ottant’anni (77 al momento della firma), è titolare di una pensione di 800 euro con la quale sopravvive, non ha risparmi ed è proprietaria di una quota della modesta casa di famiglia nella quale vive.

Insomma è regolare che una banca accetti un garante di questo tipo?

Anche io, tanti anni fa, prestai fideiussione per un finanziamento ad un parente (debitore principale) convinta che quella firma costituisse solo una referenza a favore del debitore principale. Nessuno mi informò della circostanza che, in caso di inadempimento del debitore principale, avrei dovuto rifondere l’intero debito.

Peraltro, l’annullamento del contratto di fideiussione, con il quale sua madre si è impegnata a favore della banca erogatrice del mutuo, potrebbe scaturire solo da una pronuncia giudiziale previo accertamento di dolo del creditore garantito o incapacità di intendere e di volere del fideiussore.

Inoltre, in conseguenza di una tale ipotetica pronuncia, al debitore principale verrebbe meno la garanzia fideiussoria e la banca potrebbe opporre la decadenza del beneficio del termine (DBT), ovvero l’intimazione a restituire il prestito in un’unica soluzione (in pratica, sua sorella debitrice perderebbe il beneficio del rimborso rateizzato a medio lungo termine). In caso di inadempimento, seguirebbero pignoramento ed espropriazione dell’immobile acquistato con il mutuo ipotecario.

16 Marzo 2018 · Rosaria Proietti


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