Assegno Sociale e somme corrisposte per errore di cui adesso l’INPS chiede la restituzione – Se non pago potrebbero prelevare dalla pensione?


Recupero indebiti pensionistici





Sono titolare di assegno social INPS oltre a due pensioni una tedesca di 160 euro e l’altra svizzera di 60 euro: per 29 mesi (dal Gennaio 2015 al Maggio 2017) ho ricevuto l’assegno sociale per 450 euro, ma da giugno 2017 ho percepito solo 225 euro perché hanno operato una decurtazione.

Nel frattempo mi hanno richiesto oltre 7 mila euro per la differenza che mi avrebbero dato in più nei 29 mesi precedenti.

Non ho nessun immobile (vivo in una casa di proprietà di mia figlia, con diritto di abitazione), nessuna auto e tanti debiti precedenti con equitalia, la stessa inps e altri.
Ho solo le 3 pensioni che in totale sommano l’AS.

Se non pago, l’INPS potrebbe sottrarmi qualcosa dall’Assegno Sociale?

Temo che l’INPS abbia già cominciato a recuperare l’indebito corrisposto negli anni, dal momento che l’assegno sociale è stato effettivamente decurtato da 450 a 225 euro.

Dunque, alla sua domanda, cosa succede se non pago i 7 mila euro di cui l’INPS ha chiesto la restituzione, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha già fornito risposta: non c’è bisogno di restituire i 7 mila euro tutti e subito; ci pensiamo noi a recuperare il debito decurtando ogni mese la già magra pensione.

La buona notizia è che, in tema di indebito previdenziale, l’Inps può recuperare gli indebiti e le omissioni contributive anche mediante trattenute sulla pensione, in via di compensazione, col duplice limite, tuttavia, che la somma oggetto di cessione, sequestro, pignoramento o trattenuta non deve superare la misura di un quinto della pensione, assegno o indennità e che sia fatto, comunque, salvo il trattamento minimo di pensione (minimo vitale).

Così hanno stabilito i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 206/2016.

In pratica l’INPS può trattenere solo il 20% di quanto eccede la misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà (circa 700 euro). L’alternativa sarebbe procedere con il recupero del credito ex articolo 2033 del codice civile secondo il quale chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Ma, in tale evenienza, si tratterebbe di iscrivere a ruolo il debito per poi esigerlo tramite avviso di addebito immediatamente esecutivo (o cartella esattoriale): il che, inevitabilmente, si tradurrebbe in azione esecutiva infruttuosa di pignoramento della pensione se l’importo di questa risultasse inferiore alla la misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà (circa 700 euro).

La brutta notizia è che comunque, per far valere l’intangibilità della sua pensione sociale, arbitrariamente falcidiata da una illegittima trattenuta alla fonte, avrà bisogno del supporto tecnico di un avvocato: può provare a rivolgersi ad uno dei tanti patronati sparsi sul territorio la cui missione dovrebbe essere proprio quella di tutelare i pensionati.

7 Luglio 2017 · Tullio Solinas


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