successione eredità donazioni » mini guide


Rinuncia all’eredità – si può sempre accettare successivamente

6 Luglio 2016 - Carla Benvenuto


L'atto di rinuncia all'eredità deve essere rivestito di forma solenne (dichiarazione resa davanti a notaio o al cancelliere e iscrizione nel registro delle successioni). E' escluso che la rinuncia all'eredità possa essere fatta mediante scrittura privata autenticata. La rinuncia all'eredità non fa venir meno la delazione (cioè la messa a disposizione del patrimonio del defunto) al chiamato e non è, pertanto, ostativa alla successiva accettazione, che può essere anche tacita, allorquando il comportamento del rinunciante risulti incompatibile con la volontà di non accettare l'eredità. Infatti, l'articolo 525 del codice civile dispone che fino a quando il diritto di accettare l'eredità (decorso del termine decennale, ndr) non è prescritto contro i chiamati che vi hanno rinunciato, questi possono sempre accettarla, se non è già stata acquistata da altro dei chiamati, senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi sopra i beni dell'eredità. Così hanno stabilito i giudici della Corte di cassazione nella [ ... leggi tutto » ]


Eredità e banche » e’ necessaria la prova della dichiarazione di successione prima dello sblocco dei conti correnti

1 Aprile 2016 - Andrea Ricciardi


Eredità e banche » E' necessaria la prova della dichiarazione di successione prima dello sblocco dei conti correnti In tema di eredità e rapporti bancari tra l'istituto di credito e il defunto, è bene sapere che, per gli eredi, è necessaria la prova della dichiarazione di successione prima dello sblocco delle somme rinvenute nei conti correnti. La normativa vigente prevede che gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari richiedano la prova della presentazione della dichiarazione della successione prima di mettere a disposizione degli eredi i rapporti già intestati a nome del defunto. Questa prassi non era più necessaria dal 2001 al 2006, quando era stata abrogata l'imposta di successione. Poi, però, con il ritorno dell'imposta rivive anche la norma che vieta alle banche di rendere disponibili agli eredi il denaro e gli investimenti del defunto, se non viene dimostrata la presentazione della dichiarazione di successione. Questa regola vale [ ... leggi tutto » ]


Eredità e successione – reintegrazione della quota di legittima con riduzione delle disposizioni testamentarie e delle donazioni effettuate in vita dal de cuius

19 Marzo 2016 - Patrizio Oliva


Il nostro ordinamento riserva a determinati soggetti legittimari (coniuge, figli e ascendenti del defunto) una quota di eredità legittima, della quale non possono essere privati per volontà del defunto, sia stata questa espressa in un testamento o eseguita in vita mediante donazioni.Il testatore, pertanto, può liberamente disporre solo della quota che la legge non riserva a questi soggetti ovvero la quota disponibile. Ai fini della reintegrazione della quota di legittima lesa, devono anzitutto essere ridotte le disposizioni testamentarie; tale riduzione colpisce proporzionalmente tutte le disposizioni testamentarie, sia a titolo universale che a titolo particolare, nei limiti di quanto è necessario per soddisfare il diritto del legittimario. Il testatore non può impedire la riduzione delle disposizioni testamentarie, ma può soltanto disporre che una disposizione (cosiddetta disposizione privilegiata) sia ridotta dopo che siano state ridotte le altre e ciò non sia stato sufficiente a reintegrare la quota di legittima lesa. In ogni [ ... leggi tutto » ]


Lesione della quota di legittima – come si calcola il conguaglio spettante al legittimario leso

19 Marzo 2016 - Ludmilla Karadzic


Nel procedimento per la reintegrazione della quota di eredita riservata al legittimario, si deve aver riguardo al momento della apertura della successione per calcolare il valore dell'asse ereditario mediante la cosiddetta riunione fittizia, stabilire l'esistenza e l'entità della lesione di legittima nonché determinare il valore dell'integrazione spettante al legittimario leso. Peraltro, qualora tale integrazione venga effettuata mediante compenso in danaro nonostante l'esistenza, nell'asse, di beni in natura, essa deve essere adeguata al mutato valore, al momento della decisione giudiziale, del bene a cui il legittimario avrebbe diritto, affinché ne costituisca l'esatto equivalente. Questo principio non significa che la parte assegnataria del bene compreso nell'asse può lucrare l'eventuale maggior valore che esso abbia maturato rispetto alla svalutazione monetaria nel lasso di tempo tra la morte del de cuius e l'ultimazione giudiziaria delle operazioni divisionali, fenomeno che si è verificato dal dopoguerra fino alla crisi deflazionistica dell'ultimo quinquennio. Significa solo che distinte [ ... leggi tutto » ]


Il coniuge sopravvenuto può chiedere la riduzione delle donazioni compiute dal de cuius in favore dei figli nati dal precedente matrimonio

9 Marzo 2016 - Patrizio Oliva


In materia di successione necessaria, ai fini della determinazione della porzione disponibile e delle quote riservate ai legittimari, occorre avere riguardo alla massa costituita da tutti i beni che appartenevano al de cuius al momento della morte, al netto dei debiti, maggiorata del valore dei beni donati in vita dal defunto, senza che possa distinguersi tra donazioni anteriori o posteriori al sorgere del rapporto da cui deriva la qualità di legittimario. L'equiparazione delle donazioni anteriori al sorgere del rapporto da cui deriva la qualità di legittimario a quelle posteriori risponde alla ratio della riunione fittizia che ha lo scopo di determinare la quota della quale il defunto poteva disporre e, correlativamente, la quota di riserva spettante al legittimario. Non diversa, ai fini della determinazione della quota di riserva, è la posizione del coniuge rispetto a quella dei figli. E, infatti, come il figlio sopravvenuto può chiedere la riduzione di tutte [ ... leggi tutto » ]