sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Coniugi in regime di comunione – imposta di successione su conto corrente e deposito titoli in caso di morte di uno di essi

6 Luglio 2015 - Ludmilla Karadzic


Al momento della morte del coniuge si scioglie la comunione legale sui titoli (quali azioni, obbligazioni, titoli di stato, quote di fondi di investimento etc.) in deposito presso banche (c.d. dossier) ed anche la comunione differita - o de residuo - sui saldi attivi dei depositi in conto corrente. Pertanto l'attivo ereditario, sul quale determinare l'imposta, è costituito soltanto dal 50% delle disponibilità bancarie, pure se intestate al solo de cuius. Così si è espressa, in tema di imposta sulle successioni, la Corte di cassazione nella sentenza 13760/15. [ ... leggi tutto » ]


Le somme prelevate con carte di credito e bancomat possono costituire elementi presuntivi di evasione fiscale

3 Luglio 2015 - Giorgio Valli


Per legge, l'esistenza di attività non dichiarate può desumersi anche sulla base di presunzioni semplici, purché queste siano gravi, precise e concordanti. Inoltre l'inesattezza degli elementi indicati nella dichiarazione dei redditi può, in particolare, derivare dalla incompletezza, inesattezza e non veridicità delle registrazioni contabili, desumibile anche da altri documenti relativi all'impresa. Ad esempio, la discordanza tra le somme riscosse dal contribuente tramite carta di credito e p.o.s. ed i ricavi risultanti dalle scritture contabili dichiarati dalla società, integra senz’altro una presunzione legale di maggiori ricavi, corrispondenti alle rimesse attive della carta di credito e del bancomat, conformemente a quanto già affermato dalla giurisprudenza consolidata in materia di accrediti su conto correnti bancari, salvo l'onere, a carico del contribuente e non dell'Agenzia delle entrate, di provare specificamente una diversa destinazione di detti accrediti. Queste le considerazioni giuridiche che si leggono nella sentenza 13494/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


Debiti con il fisco – la vendita simulata di un bene del debitore non sempre configura un reato tributario

2 Luglio 2015 - Tullio Solinas


In base alle norme vigenti è'punito con la reclusione chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore ad euro cinquantamila, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. E' evidente che l'alienazione simulata o il compimento di altri atti fraudolenti, idonei a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva nei quali la condotta sanzionata consiste, devono essere finalizzati alla sottrazione al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte. Ed allora, una condotta il cui risultato economico fosse destinato ad andare, anziché a detrimento, addirittura a beneficio dell'Erario, non potrebbe dirsi accompagnata dal dolo specifico, indipendentemente dal fatto [ ... leggi tutto » ]


Nullo l’accertamento fiscale basato sui movimenti in conto corrente se il contribuente non ha svolto attività

1 Luglio 2015 - Giorgio Valli


Quando sussistono flussi finanziari che non trovano corrispondenza nella dichiarazione dei redditi, i dati risultanti dai conti correnti bancari possono essere utilizzati sia per dimostrare l'esistenza di un'eventuale attività occulta (impresa, arte o professione), sia per quantificare il reddito ricavato da tale attività, incombendo al contribuente l'onere di dimostrare che i movimenti bancari che non trovano giustificazione sulla base delle sue dichiarazioni non sono fiscalmente rilevanti. Tuttavia, la presunzione di esercizio di attività occulta basata sui movimenti dei conti bancari del contribuente viene superata se il contribuente dimostra che nell'anno d'imposta non ha svolto attività imprenditoriale o professionale. Sono queste le considerazioni giuridiche che emergono dalla lettura della sentenza numero 13369/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


Confisca per equivalente – in caso di rateizzazione del debito tributario il sequestro deve essere ridotto in misura corrispondente ai ratei versati

19 Giugno 2015 - Giorgio Valli


In tema di reati tributari, il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente va riferito all'ammontare dell'imposta evasa, che costituisce un indubbio vantaggio patrimoniale direttamente derivante dalla condotta illecita e, in quanto tale, riconducibile alla nozione di profitto del reato, costituito dal risparmio economico conseguente alla sottrazione degli importi evasi alla loro destinazione fiscale, di cui certamente beneficia il reo; a tal fine, per la quantificazione di questo risparmio, deve tenersi conto anche del mancato pagamento degli interessi e delle sanzioni dovute in seguito all'accertamento del debito tributario. Le norme vigenti che regolano il sequestro e la confisca per equivalente nei reati tributari, impone di ritenere che solo l'adempimento completo del debito tributario fa venir meno la ragione giustificativa della misura cautelare, non rilevando, quindi, ai fini della revoca della confisca la mera rateizzazione del pagamento, non essendo questa un'ipotesi equiparata all'adempimento. Il mantenimento del sequestro preventivo è giustificato, pertanto, fino [ ... leggi tutto » ]