Proposta di saldo a stralcio avanzata dal debitore – Ho casa e stipendio e vorrei chiudere la posizione


Accordo bonario nel recupero crediti, accordo transattivo a saldo stralcio





Mi riferisco a questa discussione: sono 3 anni che mi inviano lettere perché pagassi il mio debito di 9400 euro e devo dire che sono stanco. Dal 2012 gli interessi di mora applicati su 200 euro di rata ogni mese ammontano a circa 85 euro.

Ora la situazione patrimoniale è un mio appartamento dove grava un mutuo di 80.000 euro con ipoteca 140.000 euro. In più ho uno stipendio in azienda privata a tempo indeterminato. Questo e’ il mio patrimonio pero’ ho deciso di chiedere un saldo a stralcio dopo 3 anni su 9400 euro quando posso offrire? Loro mi dicono noi non le possiamo dire la cifra, aspettano che io faccia la proposta.

Ora vorrei solo sapere che cifra posso offrire come primo tentativo? grazie le lettere inviatemi sono ufficio legale contenzioso dove mi intimano l’iscrizione crif a giorni grazie per la sua pazienza. Oggi stesso faro’ la proposta una volta che lei mi indica.

Dunque, adesso si spiega, la soluzione a saldo stralcio l’ha chiesta lei e non il creditore: probabilmente c’è stato un suo crollo psicologico imputabile alla continue comunicazioni di sollecito che le sono pervenute. Comprensibile, ma la questione è stata affrontata indubbiamente male: se si desidera uno sconto sul debito bisogna avere la pazienza e la perseveranza di attendere che l’offerta provenga dal creditore. Altrimenti si paga e basta.

Si tratta poi di un creditore che aveva l’obbligo di iscriverla alla Crif (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria) da almeno tre anni e non l’ha fatto: evidentemente la finanziaria nemmeno aderisce al circuito di quella Centrale Rischi.

Lei ha uno stipendio e la finanziaria non ha avviato una semplicissima azione esecutiva di pignoramento della retribuzione mensile presso il datore di lavoro: la ragione è da individuare, quasi sicuramente, negli interessi usurari che sono stati applicati sulle rate di rimborso; parliamo di 85 euro su 200 euro, quasi il 43%: una cosa abnorme che non sfuggirebbe al giudice adito più distratto.

L’iscrizione ipotecaria di secondo grado sull’immobile di proprietà del debitore è improponibile, attesa l’ipoteca primaria che già grava sul bene a garanzia della banca mutuante. Procedendo in questa direzione il creditore andrebbe solo incontro ad ulteriori spese senza aumentare la probabilità di rimborso del dovuto.

Queste le considerazioni sulle quali va avviata una riflessione. Nel contesto attuale lei si è messo in una posizione debolissima: la finanziaria giocherà al “gatto e al topo” con lei. Qualsiasi proposta lei avanzerà, non verrà accettata. Al massimo le concederanno di non pagare gli interessi nel frattempo maturati sul capitale (cosa di cui, comunque, dubito molto).

Mi spiace moltissimo, ma non saprei proprio come aiutarla in modo serio, a meno di non sparare una percentuale a caso da proporre al creditore. Solo un suggerimento: cerchi almeno di capire se il creditore intende farle uno sconto sui 9 mila e 400 euro del debito iniziale oppure sulla cifra gravata anche da interessi di mora e spese di recupero.

10 Agosto 2015 · Ludmilla Karadzic


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