INPS


Dipendenti privati – le patologie che escludono dall’obbligo di reperibilità

14 Giugno 2016 - Ornella De Bellis


Ai sensi della normativa vigente, sono esclusi dall'obbligo di rispettare le fasce di reperibilità (previste per il settore privato dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00) i lavoratori subordinati la cui assenza sia connessa con patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprovate da idonea documentazione della Struttura sanitaria nonché con stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciuta, in misura pari o superiore al 67%. I lavoratori interessati sono quelli con contratto di lavoro subordinato appartenenti al settore privato rimanendo esclusi, pertanto, i lavoratori iscritti alla gestione separata dell'Inps che esercitano per professione abituale, ancorchè non esclusiva, attività di lavoro autonomo nonchè i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e gli incaricati alla vendita a domicilio. I medici che redigono i certificati di malattia in presenza di una delle situazioni patologiche che escludono dall'obbligo di rispettare le fasce di reperibilità, [ ... leggi tutto » ]


Prescrizione dei contributi previdenziali ed assistenziali

4 Febbraio 2016 - Annapaola Ferri


Per i contributi relativi a periodi precedenti l'entrata in vigore della legge 335/1995 (17 agosto 1995) il termine di prescrizione resta decennale nel caso di atti interruttivi compiuti dall'INPS anteriormente al 31 dicembre 1995, i quali valgono a sottrarre a prescrizione i contributi maturati nel decennio precedente l'atto interruttivo e a far decorrere, dalla data di questo, un nuovo termine decennale di prescrizione. In pratica, per i contributi relativi a periodi precedenti la data di entrata in vigore della legge 335/1995, il previgente termine decennale di prescrizione permane soltanto ove l'Istituto previdenziale abbia compiuto atti interruttivi ovvero iniziato procedure nel rispetto della normativa preesistente entro la data del 31 dicembre 1995. Il periodo prescrizionale è fissato dal primo gennaio 1996 in 5 anni. Quello appena riportato è il principio, in tema di prescrizione dei contributi previdenziali ed assistenziali, ancora una volta ribadito dai giudici della Corte di cassazione con la [ ... leggi tutto » ]


Trattenute sulla pensione per il recupero di pagamenti non dovuti – l’inps può prelevare il 20% solo sull’importo che eccede il minimo vitale

13 Gennaio 2016 - Lilla De Angelis


In tema di indebito previdenziale, l'Inps, salvo il diritto di chiedere la restituzione del pagamento non dovuto, può recuperare gli indebiti e le omissioni contributive anche mediante trattenute sulla pensione, in via di compensazione, col duplice limite che la somma oggetto di cessione, sequestro, pignoramento o trattenuta non superi la misura di un quinto della pensione, assegno o indennità e che sia fatto, comunque, salvo il trattamento minimo di pensione e tale principio opera anche con riguardo agli arretrati di pensione. Diversamente argomentandosi, il pensionato che non riceva la pensione nella misura spettante per un periodo più o meno lungo, e che per ciò stesso subisce un danno (potendo essere costretto, al limite, a ricorrere al credito per sopperire alle proprie necessità), verrebbe ad essere ulteriormente danneggiato per il fatto che la somma finalmente riconosciutagli e liquidatagli a titolo di arretrati pensionistici gli potrebbe essere interamente pignorata o trattenuta nel [ ... leggi tutto » ]


Il tfr del lavoratore ammesso al passivo fallimentare deve essere erogato dal fondo di garanzia inps

8 Gennaio 2016 - Tullio Solinas


L'INPS non può negare l'esistenza del diritto al TFR e alle ultime tre mensilità se si tratta di crediti ammessi al passivo in sede di procedura concorsuale. Ciò perchè l'INPS subentra ex lege nel debito del datore di lavoro insolvente, previo accertamento del credito del lavoratore e dei relativi accessori mediante insinuazione nello stato passivo divenuto definitivo e nella misura in cui esso risulta in quella sede accertato. In altre parole, una volta che i crediti vantati dai lavoratori siano stati, a torto o a ragione, definitivamente ammessi al passivo della società sottoposta a procedura concorsuale, l'INPS non può contestare tale accertamento, che vincola l'istituto previdenziale sia che abbia partecipato alla procedura concorsuale, sia che ad essa sia rimasto estraneo. L'assunto è confermato dalla ratio della legge, che è quella di garantire i crediti insoddisfatti dei lavoratori, senza costringerli ad ulteriori estenuanti accertamenti in altra sede nei confronti dell'INPS nonché [ ... leggi tutto » ]


La pensione di reversibilità e la pensione indiretta – i superstiti che ne hanno diritto

20 Novembre 2015 - Simone di Saintjust


Pensione di reversibilità e pensione indiretta ai superstiti - Di cosa si tratta In caso di morte del titolare di pensione (vecchiaia, anticipata, anzianità, inabilità e invalidità), nasce il diritto alla reversibilità per alcuni familiari superstiti che individueremo più precisamente nel prosieguo dell'articolo. Anche i superstiti del lavoratore deceduto e non ancora pensionato hanno diritto alla pensione di reversibilità, che assume però la denominazione di pensione indiretta. Tuttavia è necessario che il lavoratore deceduto abbia maturato complessivamente 15 anni di contribuzione; oppure 5 anni di contribuzione di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso. I superstiti del titolare di assegno ordinario di invalidità sono considerati quali superstiti di assicurato, non essendo l'assegno reversibile. In favore dei familiari superstiti di un lavoratore assicurato nel regime retributivo o misto, nel caso in cui non sussista, alla data della morte del de cuius, il diritto alla pensione indiretta, è [ ... leggi tutto » ]