recupero crediti - debiti ed imprese


Cessione d’azienda e di ramo d’azienda – dei debiti risponde l’acquirente o l’alienante?

1 Luglio 2015 - Roberto Petrella


La regola generale prevede che nel trasferimento dell'azienda i creditori aziendali possono contare sulla responsabilità sia dell'alienante che dell'acquirente, entrambi obbligati in solido. La previsione della solidarietà dell'acquirente dell'azienda nella obbligazione relativa al pagamento dei debiti dell'azienda ceduta è posta a tutela dei creditori, e non dell'alienante: sicché, essa non determina alcun trasferimento della posizione debitoria sostanziale, nel senso che il debitore effettivo rimane pur sempre colui cui è imputabile il fatto costitutivo del debito, e cioè il cedente, nei cui confronti può rivalersi in via di regresso l'acquirente che abbia pagato, quale coobbligato in solido, un debito pregresso dell'azienda. Per la liberazione del debitore alienante è necessario uno specifico consenso dei creditori che riguardi il trasferimento dei singoli debiti e non il generico consenso al trasferimento dell'azienda. In pratica, la giurisprudenza e la prevalente dottrina riconoscono che la responsabilità patrimoniale dell'acquirente non può essere derogata da un accordo tra [ ... leggi tutto » ]


Avviso di accertamento per evasione imposta di registro – legittima la notifica al notaio

3 Giugno 2015 - Giorgio Valli


Per legge, il notaio che ha redatto l'atto ed ha richiesto la registrazione è obbligato (quale responsabile di imposta) in solido con la società (obbligato principale) al pagamento dell'imposta. Ne deriva che legittimamente l'Agenzia delle entrate può notificare l'avviso di liquidazione al notaio dal momento che la normativa vigente prevede, in caso di obbligazione solidale, che ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri. Il creditore, nella specie all'amministrazione finanziaria, ha, dunque, la facoltà di scegliere l'obbligato al quale rivolgersi, senza alcun dovere di notificare l'avviso anche alla società. Così si legge nella sentenza numero 9952/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


Anche la costituzione di un trust può essere sanzionabile se finalizzata esclusivamente ad evadere irpef ed iva

6 Maggio 2015 - Giorgio Martini


La legge sanziona, come è noto, chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte, per un ammontare complessivo superiore a 50 mila euro, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni, idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. Ai fini della configurabilità del reato, si richiede esclusivamente che l'atto simulato di alienazione o gli altri atti fraudolenti sui beni siano idonei ad impedire il soddisfacimento totale o parziale dei credito tributario, non essendo necessaria la sussistenza di una procedura di riscossione in atto. L'oggetto giuridico dei reato può configurarsi anche qualora, dopo il compimento degli atti fraudolenti, avvenga comunque il pagamento dell'imposta e dei relativi oneri accessori. Si tratta di un reato rispetto al quale la condotta penalmente rilevante può essere [ ... leggi tutto » ]


Cancellazione della società dal registro delle imprese – effetti sui debiti tributari

6 Maggio 2015 - Giorgio Valli


La cancellazione del registro delle imprese delle società di persone ne comporta l'estinzione, con il conseguente venir meno della loro capacità e soggettività. Alla cancellazione della società di persone dal registro delle imprese segue un fenomeno di tipo successorio, in virtù dei quale: l'obbligazione della società non si estingue, ma si trasferisce ai soci, i quali ne rispondono, nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione o illimitatamente, a seconda che fossero limitatamente o illimitatamente responsabili per i debiti sociali; i diritti e i beni non compresi nel bilancio di liquidazione della società estinta si trasferiscono ai soci, in regime di contitolarità o comunione indivisa. Tuttavia, l'effetto estintivo della società (di persone o di capitali), qualora derivi da una cancellazione dal registro delle imprese disposta su richiesta, va differito per cinque anni, decorrenti dalla richiesta di cancellazione. Il differimento è limitato al settore tributario e contributivo. In altre parole, [ ... leggi tutto » ]


Il socio accomandante non può essere escusso dal creditore sociale – neanche per la quota conferita

27 Marzo 2015 - Ornella De Bellis


Come noto, la società in accomandita sempile (sas), è caratterizzata dall'esistenza di due categorie di soci che si differenziano a seconda del grado di responsabilità patrimoniale verso i creditori: ovvero illimitata per i soci accomandatari, mentre limitata alla quota conferita per i soci accomandanti. A parere dei giudici di legittimità, l'affermazione secondo cui i soci accomandanti rispondono limitatamente alla quota conferita va interpretata nel senso che l'accomandante è tenuto al conferimento promesso nei confronti della società ed è obbligato solo nei confronti di quest'ultima. Conseguentemente deve ritenersi esclusa la possibilità di un'azione diretta del creditore della società nei confronti del socio accomandante. Quelli appena esposti sono i contenuti della sentenza della Corte di cassazione numero 6017/15. [ ... leggi tutto » ]