REI – reddito di inclusione » Un assegno mensile fino a 485 euro per le famiglie con reddito complessivo ISEE non superiore ai seimila euro

Il Reddito d'inclusione (ReI), è uno strumento di contrasto alla povertà che sostituisce sia il Sostegno all'Inclusione Attiva (SIA) che l'Asdi (Assegno Sociale di DIsoccupazione) e gli aventi diritto potranno beneficiarne a partire dal primo gennaio 2018. La misura consiste in un assegno mensile di importo variabile dai 190 fino ai 485 euro, in caso di famiglie molto numerose, per una durata massima di 18 mesi. Il REI potrà essere richiesto a partire dal 1° dicembre 2017.

Come abbiamo accennato, l'importo massimo del reddito d'inclusione è pari a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, cioè 485 euro al mese: l'entità effettiva dipende dal numero dei componenti del nucleo familiare e dalla situazione familiare e reddituale.

In particolare, il REI spetta alle famiglie con reddito Isee complessivo non superiori a 6 mila euro e un patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa di abitazione, non superiore a 20 mila euro. Il patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non deve essere superiore ai 10 mila euro (ridotto a 8 mila euro per la coppia e a 6 mila euro per la persona sola). Hanno priorità nell'accesso al Rei le famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55.

Il sostegno sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere di nuovo. Le domande potranno essere presentate dal primo dicembre 2017. Il Comune raccoglierà la richiesta, verificherà i requisiti di cittadinanza e residenza e la invierà all'Inps entro 10 giorni lavorativi dalla ricezione. L'istituto, entro 5 giorni, verificherà il possesso dei requisiti e, in caso di esito positivo, riconoscerà il beneficio.

Potranno accedere al beneficio i cittadini italiani, i cittadini comunitari, i familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, i titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente, i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, i titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria), che siano residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda.

Il Rei sarà erogato attraverso una Carta di pagamento elettronica (Carta Rei): si tratta di una carta con cui sarà possibile acquistare una serie di beni, utilizzabile anche come bancomat per prelevare fino alla metà dell'importo erogato mensilmente. I beneficiari saranno obbligati ad aderire ad un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà.

Curioso un paletto fissato dalla normativa: non potranno ottenere il Rei i proprietari di imbarcazioni, o auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio: è stata cioè attestata, nero su bianco, la possibilità che un soggetto con reddito ISEE non superiore ai seimila euro possa avere acquistato nei due anni precedenti la domanda per fruire del reddito di inclusione, un veicolo o, addirittura, un'imbarcazione nuovi. Come a dire, un middle class scivolato repentinamente dal benessere alla povertà.

Di seguito il modulo per presentare la domanda.

domanda per reddito inclusione

29 Agosto 2017 · Rosaria Proietti




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3 risposte a “REI – reddito di inclusione » Un assegno mensile fino a 485 euro per le famiglie con reddito complessivo ISEE non superiore ai seimila euro”

  1. Chiara Sarra ha detto:

    È arrivato il via libera definitivo al “reddito di inclusione” (Rei), l’assegno mensile che lo Stato verserà alle fasce deboli della popolazione.

    “Misura nazionale di lotta alla povertà”, ha twittato entusiasta il ministro Maurizio Martina annunciando il sì del Consiglio dei ministri, “Ora avanti a rafforzarlo sempre più”. “Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di governo e Parlamento e alleanza contro la povertà”, aggiunge sempre su Twitter Paolo Gentiloni.

    Si tratta di un assegno mesile tra i 190 e i 485 euro che a partire dal prossimo gennaio sarà erogato per una durata massima di 18 mesi che spetterà alle famglie con un Isee inferiore ai 6mila euro, un patrimonio immobiliare – prima casa esclusa – sotto i 20 mila euro e un patrimonio mobiliare tra i 6 e i 10mila euro al massimo a seconda del numero dei componenti. Priorità sarà data alle famiglie con minori, disabili, disoccupati sopra i 35 o donne incinte.

    Il sussidio sarà versato sulla carta Rei, una carta di pagamento identica ai bancomat utilizzabile per pagare beni e servizi o per prelevare al massimo la metà dell’importo versato dallo Stato.

    Altra condizione per ricevere il reddito di inclusione è la partecipazione a un progetto di reinserimento sociale e nel mondo del lavoro. Inoltre non si potrà richiedere il Rei se si è proprietari di auto, moto o imbarcazioni immatricolate nei 24 mesi precedenti.

    L’intero provvedimento dovrebbe costare 1,7 miliardi l’anno, destinati a crescere ad almeno 2 miliardi annui.

  2. Giuliano Poletti ha detto:

    Non si è fatta attendere la reazione del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, che ha spiegato tutti i particolari del provvedimento, sottolineando che “per la prima volta il nostro Paese ha uno strumento permanente di contrasto alla povertà fondato sul sostegno al reddito e sull’inclusione sociale. Uno strumento che impegna tutte le istituzioni e le comunità locali a stare a fianco dei più deboli“. A sentire Poletti, il governo ha rispettato “l’impegno di rendere operativo l’esercizio della delega prima dei sei mesi previsti, per dare risposta quanto prima ai cittadini in difficoltà con uno strumento che abbiamo costruito attraverso un rapporto di dialogo e di positiva collaborazione con le associazioni rappresentate dall’Alleanza contro la povertà ed un confronto fattivo con il Parlamento“. “Il Rei – ha sottolineato Poletti – potrà essere richiesto a partire dal 1° dicembre ed è il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, in quanto si fonda sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sull’affiancamento al sussidio economico di misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi. Insomma – ha aggiunto – non una misura assistenzialistica, un beneficio economico ‘passivo’, in quanto al nucleo familiare beneficiario è richiesto un impegno ad attivarsi, sulla base di un progetto personalizzato condiviso con i servizi territoriali, che accompagni il nucleo verso l’autonomia”.

    Al Reddito di inclusione, attraverso le risorse del Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e quelle derivanti dalla razionalizzazione degli strumenti esistenti di contrasto alla povertà, sono destinati 1 miliardo e 845 milioni di euro, incluse le risorse per rafforzare i servizi, a cui si aggiungono anche le risorse a carico del PON Inclusione (complessivamente 1 miliardo fino al 2022) per un totale di oltre 2 miliardi di euro l’anno dal 2019. “Il decreto approvato oggi – ha detto il titolare del Lavoro – rappresenta anche l’avvio della rete nazionale per l’inclusione e la protezione sociale come infrastruttura stabile per la collaborazione tra le istituzioni e le organizzazioni sociali, con l’obiettivo di analizzare gli elementi di criticità sociale e di favorire una collaborazione permanente tra tutti questi soggetti, indispensabile per costruire una risposta condivisa ed efficace a bisogni diversi ed in rapida evoluzione”. “Voglio infine ricordare – ha concluso il ministro – che il decreto legislativo prevede alcune rilevanti innovazioni: viene introdotta una importante semplificazione per i cittadini, che dal 1° settembre 2018 accederanno alla dichiarazione ISEE precompilata; si migliora la governance delle politiche sociali al fine di ridurre i divari territoriali e favorire l’integrazione tra i servizi; si istituisce il Sistema Informativo Unitario dei Servizi Sociali, per migliorare la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche e rafforzare i controlli”.

  3. Marco Rubini ha detto:

    Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di attuazione della legge sul contrasto della povertà, il riordino delle prestazioni di natura assistenziale e il rafforzamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali (legge 15 marzo 2017, n. 33).

    Il decreto introduce, a decorrere dal 1° gennaio 2018, il Reddito di inclusione (ReI), quale misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

    Il ReI è una misura a vocazione universale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’ISEE, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al REI i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni.

    Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il REI è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Viceversa, non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.

    Il ReI è articolato in due componenti:

    1. un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti;
    2. una componente di servizi alla persona identificata, in esito ad una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un “progetto personalizzato” volto al superamento della condizione di povertà. Tale progetto indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso diretto all’inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita, oltre al beneficio economico connesso al ReI e, infine, gli impegni a svolgere specifiche attività, a cui il beneficio economico è condizionato, da parte dei componenti il nucleo familiare.

    Il ReI sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente.

    Al ReI si accederà attraverso una dichiarazione a fini ISEE “precompilata”. È un’importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall’altro.

    Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del REI, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari. In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l’estensione della misura potrà essere realizzata mediante l’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

    Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. E’ una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in tavoli regionali e territoriali e ha l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema superando le attuali sperequazioni territoriali.

    Nello specifico del ReI e al fine di agevolarne l’attuazione, il decreto prevede l’istituzione del Comitato per la lotta alla povertà, quale organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla povertà, in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, di promuovere l’attuazione del ReI, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del Rei.

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