Debito complessivo che il debitore è tenuto a corrispondere al creditore attraverso il pignoramento dello stipendio presso il datore di lavoro


Nel precetto è indicato l’importo complessivo da pagare al creditore in un’unica soluzione a cui vanno applicati, nel tempo, gli interessi legali

Nel marzo 2017 inizia un pignoramento in busta paga con rata variabile proporzionata al 1/5 del mio stipendio mensile, con una media di 170 euro al mese e a volte anche sui 200 euro al mese.
Capitale iniziale del pignoramento era di euro 8540 euro circa+interessi al 2017 e spese legali e di registrazione per un totale di euro 18238.
Ad oggi ho pagato euro 14269.

Pensavo di essere vicina a saldare invece dopo una mi richiesta di conteggio mi dicono che ho da versare ancora 12480 euro per interessi maturati al 2023 di euro di 7912 euro. Totale che andrò a rendere sarà di euro 26749 euro circa.

Ma è normale? Non finirò più di pagare. Per un debito contratto con Fiditalia di euro 10000… Con pignoramento di banca ifis per un importo di 8540. Devo pagare una differenza di 18 mila euro tra spese e interessi?

Quello su cui si tace è, purtroppo, la data in cui è stata comunicata alla debitrice la Decadenza dal Beneficio del Termine (DBT) con la richiesta di pagamento del capitale residuo in un’unica soluzione: data da cui decorre l’applicazione degli interessi moratori (previsti dal contratto di finanziamento).

Successivamente, sono stati notificati un decreto ingiuntivo ed un precetto che non sono stati opposti.

Nel precetto è indicato l’importo complessivo da pagare al creditore in un’unica soluzione: il giudice ha poi emesso il decreto di assegnazione, quantificando anche le spese legali da addebitare alla debitrice inadempiente per le spese legali di pignoramento.

All’importo complessivo dovuto al creditore procedente vanno applicati gli interessi legali (noti a tutti, in quanto determinati periodicamente dalla Banca d’Italia) da applicare in seguito alla corresponsione del rimborso dilazionato con rate mensili (pignoramento del quinto).

Qualsiasi studio contabile a cui verrà consegnato il decreto giudiziale di assegnazione potrà verificare i conteggi (confrontandoli con il piano di ammortamento che è stato consegnato alla debitrice o che la debitrice inadempiente potrà richiedere al proprio datore di lavoro, terzo pignorato) rassicurandola circa il debito residuo ancora da versare con le trattenute mensili in busta paga.

A 170 euro al mese dovrà essere versato l’importo corrispondente al credito precettato con l’applicazione degli interessi legali per il tempo necessario al rimborso. In pratica il piano di ammortamento è identico a quello per il rimborso rateale di un prestito di importo pari all’importo precettato al tasso di interesse legale (leggermente variabile).

1 Marzo 2023 · Ludmilla Karadzic

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