Quando un cittadino straniero è obbligato a denunciare i propri redditi al fisco italiano?


Fisco tributi e contributi





Cittadino italiano sposato con cittadina russa con matrimonio riconosciuto in Italia in regime di separazione dei beni.

Abbiamo un figlio nato in Italia. Siamo tutti residenti in Italia presso abitazione dei miei due genitori.

Da due anni viviamo in Portogallo dove abbiamo preso la residenza (e mia moglie un permesso di soggiorno portoghese) ma non ho iscritto me e mio figlio all’Aire per evitare che il mio stipendio portoghese possa esser attaccato da creditori pubblici e privati (una impresa individuale finita malissimo), visto che ci sono già ingiunzioni per decine di migliaia d euro ed a casa dei miei è già stato l’ufficiale a constatare il fatto che non ho beni da pignorare.

In Italia nessuno di noi ha beni o redditi, nè ai miei interessa presentare DSU. Ora mia zia vorrebbe comprare casa (pagando con assegno direttamente il venditore) in Portogallo a nome di mio figlio e darne l’usufrutto a mia moglie. Se mia moglie nel frattempo cancellasse la residenza italiana, annullerebbe così i suoi contatti col fisco italiano o no?

Essendo cittadina russa, sposata con italiano, ma residente all’estero con un lavoro ed una casa in usufrutto dovrebbe dichiarare in qualche modo tale diritto in Italia? Come si configurerebbe il nucleo familiare? L’obiettivo è non informare nessuno che siamo in Portogallo e se mia moglie pagasse in Italia le tasse per un immobile portoghese sarebbe come dire apertamente ai creditori dove siamo, che potrebbero chiedere ingiunzioni europee.

La legge portoghese ammette il pignoramento fino ad un terzo dello stipendio e questo ucciderebbe la mia famiglia.

La sua signora è evidentemente cittadina russa perché pur essendo coniugata con un cittadino italiano non ha mai presentato la domanda di cittadinanza italiana pur potendolo fare, dopo sei mesi di residenza in Italia o dopo tre anni nel caso di residenza all’estero. (articolo 5 legge 91/92)

La sua signora è comunque cittadina straniera residente in Italia (risultando iscritta nell’anagrafe della popolazione residente per almeno 183 gg) e, come tale, obbligata a presentare dichiarazione fiscale per i redditi percepiti in Italia e all’estero.

Dunque, per raggiungere l’obiettivo sarebbe necessaria la cancellazione della sua signora dall’anagrafe della popolazione residente in Italia. Tuttavia, il cittadino (italiano, comunitario o extracomunitario) residente in Italia che intende trasferirsi all’estero o rientrare nel proprio paese di origine, deve dichiarare l’indirizzo di nuova residenza (potrebbero esserci controlli incrociati con il paese di nuova residenza prima di concedere la cancellazione). Ma così un qualsiasi creditore potrebbe risalire all’indirizzo di residenza della signora, che sarebbe, con elevata probabilità, anche quella del coniuge debitore.

La cancellazione dall’anagrafe della popolazione residente può avvenire anche per irreperibilità accertata in seguito a segnalazione di uno dei conviventi. In pratica il coniuge, o uno dei genitori del coniuge, dovrebbe dichiarare all’ufficiale di anagrafe che la signora risulta irreperibile da qualche mese, anche se si è messa in contatto telefonico per tranquillizzare sulla sua esistenza in vita (per evitare complicanze) ma esternando il fermo proposito di non rivelare il nuovo domicilio. La cancellazione si ottiene in un periodo minimo di un anno.

Il risvolto della medaglia è che, in questo modo, la sua signora si espone ad eventuali azioni giudiziarie da parte del coniuge in tema di separazione, divorzio, affidamento dei figli e assegno di mantenimento.

Attualmente (e fino a quando non sarà effettuata la cancellazione dall’anagrafe) il nucleo familiare del debitore (ai fini DSU/ISEE presentato da uno dei componenti) è costituito dal debitore stesso, dal coniuge, dal figlio e dai genitori del debitore. Dopo la cancellazione dall’anagrafe il nucleo familiare continuerà ad essere lo stesso a meno che il coniuge debitore non ottenga dal giudice una sentenza di separazione.

1 Aprile 2018 · Giorgio Valli


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