I veicoli a motore ed i loro rimorchi durante la circolazione devono essere tenuti in condizioni di massima efficienza, comunque tale da garantire la sicurezza e da contenere il rumore e l’inquinamento. Nel regolamento sono stabilite le prescrizioni tecniche relative alle caratteristiche funzionali ed a quelle dei dispositivi di equipaggiamento cui devono corrispondere i veicoli, particolarmente per quanto riguarda i pneumatici e i sistemi equivalenti, la frenatura, i dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione, la limitazione della rumorosità e delle emissioni inquinanti.
Chiunque circola con un veicolo che presenti alterazioni nelle caratteristiche costruttive e funzionali prescritte, o è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 84 a euro 335.
Questo è quanto dispone l’articolo 79 del codice della strada.
In particolare, poi, l’articolo 175 dello stesso codice al comma 2 lettera h, vieta la circolazione sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali di veicoli le cui condizioni di uso, equipaggiamento e gommatura possono costituire pericolo per la circolazione.
Ora, è fuori di dubbio che un parabrezza parzialmente scheggiato o incrinato possa costituire un pericolo per la circolazione, dal momento che qualora il dissesto si estendesse all’intero parabrezza, come è possibile durante la corsa, per effetto di vibrazioni o della pressione del vento, ciò comporterebbe, per il conducente, la riduzione improvvisa della visibilità, con tutte le disastrose conseguenza, anche per gli altri veicoli, che ne possono derivare.
Morale della favola: in qualità di conducente lei avrebbe dovuto rifiutarsi categoricamente di prendere strada con quel veicolo: per far valere, invece, l’eventuale costrizione indotta dal datore di lavoro ed il fatto di avere in più occasioni denunciato le precarie condizioni di stato del parabrezza, avrebbe dovuto pagare subito la sanzione amministrativa comminatale e chiedere successivamente il rimborso all’azienda.
Adesso, c’è poco, o meglio nulla, da fare per poter rimediare ad una multa, ingiusta nel senso che avrebbe dovuto essere accollata all’azienda.
5 Ottobre 2018 · Giuseppe Pennuto