Ho un debito con Equitalia di circa 45 mila euro, di una attività andata male e ora chiusa. Adesso sono dipendente a tempo indeterminato con uno stipendio di 1250 euro circa, del quale detratte spese di affitto e bollette mi rimangono si e no 450 euro. Poco ma che comunque mi faccio bastare. Ho chiesto la rottamazione e il debito si sarebbe ridotto a 30 mila, ma pagabile in 4 o 6 rate a breve distanza. Ma che provvedimento è? Come pensano che un dipendente abbia queste somme? C’e una via d’uscita per questi casi, (non penso di essere il solo), per evitare che mi pignorino il quinto, costringendomi a vivere con 200 euro per tutta la vita e a dover trovare un secondo lavoro in nero per sopravvivere?
Giusto per chiarire, diciamo subito che aderendo alla rottamazione delle cartelle esattoriali con Equitalia, è possibile dilazionare l’importo scontato fino a un massimo di 5 rate, con le seguenti scadenze e percentuali in relazione all’importo dovuto:
- Luglio 2017 (24%);
- Settembre 2017 (23%);
- Novembre 2017 (23%);
- Aprile 2018 (15%);
- Settembre 2018 (15%).
Sicuramente sarebbe stato meglio poter diluire il carico nel piano ordinario di 72 rate, ma la rottamazione favorisce i grandi debitori con disponibilità economica, non certo la povera gente.
Quanto alla soluzione del problema che la affligge, per evitare il pignoramento dello stipendio da parte di Equitalia, in caso di mancato pagamento delle rate del piano di rottamazione, l’unica è quella di trovare un lavoro in nero. Al limite anche due, ma tassativamente in nero.
25 Gennaio 2017 · Ludmilla Karadzic
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