donazioni e comodati


Il creditore può pignorare il bene donato o reso indisponibile dal debitore (trust, fondo patrimoniale, vincolo di destinazione) senza procedere alla revocatoria dell’atto

2 Luglio 2015 - Annapaola Ferri


Il creditore che sia pregiudicato da un atto del debitore, di costituzione di vincolo di indisponibilità o di alienazione, che ha per oggetto beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri, compiuto a titolo gratuito successivamente al sorgere del credito, può procedere, munito di titolo esecutivo, a esecuzione forzata, ancorchè non abbia preventivamente ottenuto sentenza dichiarativa di inefficacia, se trascrive il pignoramento nel termine di un anno dalla data in cui l'atto è stato trascritto. La disposizione di cui al presente comma si applica anche al creditore anteriore che, entro un anno dalla trascrizione dell'atto pregiudizievole, interviene nell'esecuzione da altri promossa. Quando il pregiudizio deriva da un atto di alienazione, il creditore promuove l'azione esecutiva nelle forme dell'espropriazione contro il terzo proprietario. Il debitore, il terzo assoggettato a espropriazione e ogni altro interessato alla conservazione del vincolo possono proporre le opposizioni all'esecuzione quando contestano la sussistenza dei presupposti di cui [ ... leggi tutto » ]


Il comodante può chiedere la restituzione del bene immobile concesso in comodato sulla base di esigenze abitative personali

26 Novembre 2014 - Annapaola Ferri


Se la concessione in uso dell'immobile ha avuto inizio prima del matrimonio del comodatario, non può ritenersi che il comodato sia stato concesso per adibire l'immobile a residenza coniugale. Ne discende che, in mancanza di ogni supporto probatorio anche solo presuntivo a conferma di una tale circostanza, il principio per cui il comodatario ha il diritto alla prosecuzione del rapporto per tutto il tempo per cui si protraggano le esigenze familiari, non può applicarsi ad una simile fattispecie. Infatti tale principio si riferisce ai casi in cui sia certo ed inequivocabile che il rapporto abbia avuto origine in vista di una tale destinazione. Si ricorda che, con il contratto di comodato, il proprietario concede gratuitamente a terzi il diritto di uso del bene proprio e che, soprattutto quando si tratti di un immobile, la sussistenza di un'effettiva volontà di assoggettare il bene a vincoli e a destinazioni d'uso particolarmente gravosi [ ... leggi tutto » ]


Comodato d’uso di un immobile » il proprietario può risolvere il contratto se la destinazione del bene è dubbia

25 Novembre 2014 - Andrea Ricciardi


Il proprietario dell'immobile può risolvere il contratto di comodato d'uso se la destinazione del bene non è chiara. Con il contratto di comodato, il proprietario concede gratuitamente a terzi il diritto di uso del bene proprio e, quindi, soprattutto quando si tratti di un immobile, la sussistenza di una effettiva volontà di assoggettare il bene a vincoli e a destinazioni d'uso particolarmente gravosi non può essere presunta, ma deve essere positivamente accertata. Nel dubbio, va adottata la soluzione più favorevole alla cessazione del vincolo. E' quanto emerge dalla sentenza 24838/14 della Corte di Cassazione. Da quanto si apprende dalla suddetta pronuncia, è legittima la richiesta di risoluzione, avanzata dal proprietario, di un comodato d'uso inerente un immobile, se la destinazione dello stesso non è chiara. A parere degli Ermellini, infatti, nel contratto di comodato, il proprietario concede gratuitamente a terzi il diritto di uso del bene proprio e, soprattutto quando [ ... leggi tutto » ]


Bene concesso in comodato – quando il comodante può richiederne la restituzione

21 Novembre 2014 - Rosaria Proietti


Il bene concesso in comodato d'uso deve essere restituito non appena il comodante lo richieda, a meno che: non stato pattuito espressamente un termine di durata; il termine di durata del comodato risulti dall'uso cui la cosa è destinata. La norma prevede dunque tre ipotesi: quella in cui al comodato non sia fissato alcun termine; quella in cui sia fissato un termine esplicito, e quella in cui sia fissato un termine implicito. Il termine di durata risultante "dall'uso cui la cosa è destinata" è un termine implicito. In quanto implicito può non essere previsto espressamente, ma in quanto termine deve essere non equivoco. Tale ipotesi ricorre, ad esempio, nel caso di comodato di un immobile destinato ad ammassare prodotti agricoli all'epoca del raccolto: in una simile ipotesi è innegabile che, terminata l'epoca del raccolto, il comodato cessa; ovvero nel caso di comodato di un immobile per consentire al comodatario di [ ... leggi tutto » ]


Conto corrente cointestato » non è scontato che le somme contenute siano divise al 50% tra i due cointestatari

15 Ottobre 2014 - Andrea Ricciardi


In un conto corrente cointestato, non è scontato che le somme contenute siano divise al 50% tra i due cointestatari. Se un conto corrente bancario è cointestato, le giacenze che esso ospita si presumono appartenenti ai cointestatari in quote eguali; si tratta però di una presunzione vincibile mediante una prova contraria e, in particolare, anche mediante presunzioni gravi, precise e concordanti. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 809/14. Da quanto si evince dalla pronuncia in esame, se un cointestatario di un conto corrente rivendica la proprietà del 50% delle somme depositate in banca, l'altro cointestatario può fornire la prova del contrario di ciò, anche con semplici presunzioni, come per esempio gli estratti conto in cui figurano versamenti effettuati solo da questi, per redditi propri, come la pensione o il salario da lavoro dipendente. Ma partiamo dal principio: a parere dei Giudici di piazza Cavour, il [ ... leggi tutto » ]