sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Omissione contributiva – il datore di lavoro è tenuto anche al versamento della quota a carico del dipendente

19 Settembre 2015 - Andrea Ricciardi


Nel caso di omissione del versamento o dell'adempimento tardivo dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti dal datore di lavoro, quest'ultimo resta tenuto al pagamento dei contributi o delle parti di contributi non versate, tanto per la quota a proprio carico che per la quota a carico del lavoratore. Il datore di lavoro è responsabile del pagamento dei contributi, e ciò al fine di evitare che, in conseguenza dell'inadempimento del datore di lavoro, venga riversato sul lavoratore il pagamento delle somme arretrate, il cui livello si accresce per il tempo dell'inadempimento, assumendo proporzioni apprezzabili e direttamente proporzionali al perdurare dell'inadempimento del soggetto obbligato. Così hanno deciso i giudici della Corte di cassazione nella sentenza 18232/15. [ ... leggi tutto » ]


L’eventuale stato di difficoltà finanziaria dell’azienda non libera il sostituto d’imposta dalle responsabilità penali connesse all’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali

16 Settembre 2015 - Lilla De Angelis


Il sostituto di imposta deve adempiere all'obbligo retributivo e a quello contributivo: in caso di difficoltà finanziarie, il soggetto interessato è tenuto a ripartire le risorse esistenti all'atto dell'erogazione degli emolumenti in modo da potere assolvere al debito verso l'erario e l'istituto previdenziale, anche se ciò comporti la impossibilità di pagare i compensi nel loro intero ammontare. Il principio richiamato vale sia se a fallire sia soltanto la società, che anche l'imprenditore; nella prima ipotesi, peraltro, ove non dichiarato fallito personalmente colui che era il rappresentante legale della società, lo stesso è tenuto al pagamento delle ritenute con le personali risorse finanziarie: non sono, insomma, le vicende fallimentari della società tenuta al versamento o dell'amministratore a costituire, di per sé stesse, cause di esclusione del dolo del delitto di omissione contributiva, o addirittura di esclusione della punibilità. Così si è espressa la Suprema Corte con la sentenza 36907/15 emessa dalla [ ... leggi tutto » ]


Recupero crediti di lavoro per differenze retributive – legittimo pretendere gli importi delle ritenute versate dall’azienda prima del pignoramento

16 Settembre 2015 - Giorgio Martini


In tema di recupero dei crediti di lavoro per differenze retributive, è legittimo il pignoramento attivato dal lavoratore per ottenere l'importo delle ritenute già versate all'erario prima della notifica dell'atto. Per giurisprudenza consolidata, infatti, l'accertamento e la liquidazione del credito spettante al lavoratore per differenze retributive devono essere effettuati al lordo sia delle ritenute fiscali, sia di quella parte delle ritenute previdenziali gravanti sui lavoratore. In particolare, al datore di lavoro è consentito procedere alle ritenute previdenziali a carico del lavoratore solo nel caso di tempestivo pagamento del relativo contributo. Per quanto concerne, invece, le ritenute fiscali, esse non possono essere detratte dal debito per differenze retributive, giacché la determinazione di esse attiene non al rapporto civilistico tra datore e lavoratore, ma a quello tributario tra contribuente ed erario, e dovranno essere pagate dal lavoratore soltanto dopo che questi abbia effettivamente percepito il pagamento delle differenze retributive dovutegli. Questo l'orientamento [ ... leggi tutto » ]


I requisiti per l’applicazione dell’irap

15 Settembre 2015 - Giorgio Valli


Per quanto riguarda l'applicazione dell'IRAP, il requisito dell'autonoma organizzazione ricorre quando il contribuente sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui. Va, inoltre, ribadito che l'elemento della entità dei compensi percepiti dal contribuente, cioè dell'ammontare del reddito conseguito, è di per sè irrilevante ai fini dell'applicazione dell'IRAP; l'impiego non occasionale di lavoro altrui, costituente una delle possibili condizioni che rende configurabile un'autonoma organizzazione, sussiste se il professionista eroga, non occasionalmente, elevati compensi a terzi per prestazioni afferenti l'esercizio della propria attività, restando indifferente il mezzo giuridico utilizzato e, cioè, il ricorso a lavoratori dipendenti, a una società di servizi o un'associazione professionale; in generale, è soggetto passivo dell'imposta chi si avvalga, nell'esercizio dell'attività [ ... leggi tutto » ]


Omesso versamento iva – quando il fatto non costituisce reato

13 Settembre 2015 - Giorgio Martini


La disciplina tributaria, in tema di omesso versamento dell'IVA, sanziona l'imprenditore che abbia omesso il versamento di tributi dichiarati, senza tuttavia distinguere tra i soggetti che hanno posto in essere tale condotta al solo scopo di appropriarsi di somme sottratte all'Erario e i soggetti che non siano riusciti a fare fronte al debito fiscale perchè privi della necessaria liquidità a causa di difficoltà finanziarie. La giurisprudenza di legittimità ha fornito indicazioni pratiche per individuare i presupposti per i quali la violazione dell'obbligo del versamento fiscale con costituisce reato: da una parte, la dimostrazione della correttezza della gestione caratteristica dell'impresa e che questa sia stata negativamente condizionata da fattori non controllabili; dall'altra, la dimostrazione della inutilità del ricorso a misure alternative alla gestione caratteristica dell'impresa per fronteggiare la crisi di liquidità. Il contribuente che invochi la assoluta impossibilità ad adempiere deve fornire la prova della crisi di liquidità della sua azienda, [ ... leggi tutto » ]