Rassegna degli articoli pubblicati a cura di Carla Benvenuto

Al coniuge divorziato titolare di assegno divorzile spetta anche il 40% del tfr percepito dal coniuge obbligato

Carla Benvenuto - 15 Dicembre 2015

Il coniuge nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e in quanto titolare di assegno divorzile, ad una percentuale del trattamento di fine rapporto (TFR) percepita dall'altro coniuge all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, anche se l'indennità viene a maturare dopo la sentenza. Tale percentuale è pari al quaranta per cento del TFR totale riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio. Ai fini del calcolo della percentuale spettante al coniuge divorziato titolare di assegno divorzile vanno conteggiate anche le anticipazioni sul TFR già percepite dal coniuge obbligato, a meno che quest'ultimo non dimostri che quelle anticipazioni si riferiscano ad epoca antecedente all'instaurazione del giudizio divorzile oppure coeva alla convivenza matrimoniale o al periodo di separazione personale. Questo il principio giuridico sancito dai giudici della [ ... leggi tutto » ]

Beneficio fiscale prima casa - deve essere riconosciuto anche a chi entro un anno dalla vendita infraquinquennale ottiene un immobile in donazione

Carla Benvenuto - 5 Dicembre 2015

Non può essere revocato il beneficio fiscale se alla vendita infranquiquennale della cosiddetta prima casa segue l'acquisto di un'altra prima casa non a titolo oneroso, ma per donazione: i benefici fiscali devono essere riconosciuti non solo nel caso di acquisto a titolo oneroso di altra prima casa entro l'anno dalla vendita, ma anche in caso di acquisto per donazione. Infatti, la normativa espressamente stabilisce che per il mantenimento dell'agevolazione prima casa debba procedersi all'acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale: come noto, acquisto è sia quello oneroso che quello gratuito. Principio, questo, ancora una volta ribadito dai giudici della Corte Suprema con la sentenza 23219/15. [ ... leggi tutto » ]

Al coniuge superstite non può mai essere conferita la qualità di possessore dei beni ereditari in conseguenza dell'esercizio del diritto di abitazione e di uso dei mobili che corredano la casa familiare

Carla Benvenuto - 18 Novembre 2015

La permanenza del coniuge superstite dopo il decesso dell'altro coniuge nell'abitazione familiare appare qualificabile come esercizio del diritto di abitazione e di uso dei mobili che la corredano. Questo vale sia qualora il coniuge superstite sia legatario (successione per testamento) sia nell'ipotesi di successione legittima: pertanto deve escludersi che il fatto di continuare ad abitare, dopo l'apertura della successione, nella casa familiare e ad utilizzare i mobili che la corredano possa conferire al coniuge superstite la qualità di possessore di beni ereditari. Questo il principio giuridico enunciato dai giudici della Corte di cassazione con la sentenza 23406/15. [ ... leggi tutto » ]

Revisione dell'importo relativo all'assegno divorzile

Carla Benvenuto - 26 Ottobre 2015

Con la sentenza che pronuncia la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il giudice, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti gli elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l'obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell'altro un assegno divorzile quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive. La determinazione dell'assegno divorzile va effettuata verificando, da un lato, l'inadeguatezza dei mezzi del coniuge beneficiario e tenendo conto, dall'altro lato, che l'accertamento del diritto all'emolumento non deve essere effettuatolimitandosi a prendere in esame le condizioni economiche del coniuge economicamente più debole, essendo necessario mettere a confronto le rispettive potenzialità economiche, intese non solo come disponibilità attuali di beni ed introiti, ma anche come attitudini [ ... leggi tutto » ]

Separazione personale di coniugi senza figli - la revoca dell'assegnazione della casa coniugale può comportare l'aumento dell'assegno di mantenimento

Carla Benvenuto - 15 Ottobre 2015

L'assegnazione della casa coniugale non può costituire una misura assistenziale per il coniuge economicamente più debole, ma postula l'affidamento dei figli minori o la convivenza con i figli maggiorenni non ancora autosufficienti. Il giudice deve determinare la misura dell'assegno in relazione alle circostanze ed ai redditi dell'obbligato, mentre l'assegnazione della casa familiare è finalizzata unicamente alla tutela della prole e non può essere disposta come se fosse una componente dell'assegno. Tuttavia, allorché venga revocata la concessione del diritto di abitazione nella casa coniugale (ad esempio, stante la mancanza di figli della coppia), è necessario valutare, una volta in tal modo modificato l'equilibrio originariamente stabilito fra le parti e venuta meno una delle poste attive in favore di un coniuge, se sia ancora congrua la misura dell'assegno di mantenimento originariamente disposto. Le considerazioni appena riportate emergono dalla lettura della sentenza 19193/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]