successione eredità


Prelevare l’intero saldo del conto corrente cointestato con il defunto non configura necessariamente accettazione tacita dell’eredità

24 Febbraio 2018 - Carla Benvenuto


Nel conto corrente bancario intestato a più persone, i rapporti interni tra correntisti, anche aventi facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, sono regolati dal secondo comma dell'articolo 1298 del codice civile, in virtù del quale debito e credito solidale si dividono in quote uguali solo se non risulti diversamente. Ne consegue che, ove il saldo attivo risulti discendere dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, si deve escludere che l'altro possa, nel rapporto interno, avanzare diritti sul saldo medesimo. Pertanto, il prelevamento anche dell'intera giacenza del conto corrente a firma disgiunta, da parte di un cointestatario del defunto, non può ritenersi automaticamente effettuato nella qualità di erede, potendo compiersi anche quale mero cointestatario, titolare di poteri disgiunti verso la banca del tutto avulsi rispetto al contesto dell'apertura della successione. A meno che, chi agisce in giudizio contro il cointestatario. per vedere riconosciuta l'accettazione tacita dell'eredità da parte [ ... leggi tutto » ]


Non vi è accettazione tacita dell’eredità se il chiamato adempie ad un obbligo del defunto con denaro proprio e non con quello prelevato dall’asse ereditario

24 Febbraio 2018 - Carla Benvenuto


In tema di successioni per causa di morte, il pagamento del debito del defunto ad opera del chiamato all'eredità con danaro prelevato dall'asse ereditario, a differenza di un mero adempimento dallo stesso eseguito con denaro proprio, configura un'accettazione tacita, non potendosi estinguere un debito ereditario se non da colui che agisce quale erede. Per eccepire l'accettazione tacita dell'eredità, è quindi necessario che sia fornita la prova che il pagamento sia stato effettuato con danaro prelevato dall'asse ereditario, mentre nel caso in cui il chiamato adempia al debito ereditario con denaro proprio, quest’ultimo non può ritenersi per ciò stesso che abbia accettato l'eredità. Infatti, la norma che legittima qualsiasi terzo all'adempimento del debito altrui (art. 1180 del codice civile) esclude che si tratti di un atto che il chiamato non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede previsto dall'articolo 476 del medesimo codice per sancire l'accettazione tacita [ ... leggi tutto » ]


Eredità e successione – il vitalizio assistenziale non è sempre assimilabile ad una donazione

11 Febbraio 2018 - Annapaola Ferri


Il contratto atipico di vitalizio assistenziale stipulato fra il beneficiario (proprietario del bene e fruitore delle prestazioni a cui l'obbligato è tenuto) e l'obbligato (che il bene acquisisce in cambio dell'assistenza resa al beneficiario) si differenzia dalla donazione per l'elemento dell'aleatorietà, essendo, tale contratto, caratterizzato dall'incertezza obiettiva iniziale circa la durata di vita del beneficiario delle prestazioni assistenziali e il conseguente rapporto tra valore complessivo delle prestazioni dovute dall'obbligato e il valore del cespite patrimoniale cedutogli in corrispettivo: pertanto, solo l'originaria macroscopica sproporzione del valore del cespite rispetto al minor valore delle prestazioni fa presumere lo spirito di liberalità tipico della donazione. L'alea contrattuale del vitalizio assistenziale è correlata non solo alla durata della vita del beneficiario, ma anche alla variabilità e discontinuità delle prestazioni a cui l'obbligato è tenuto, suscettibili di modificarsi secondo i bisogni (anche in relazione all'età ed alla salute del beneficiario): quindi il giudizio di presumibile [ ... leggi tutto » ]


Ciascun coerede può prelevare la quota di giacenza nel conto corrente del de cuius proporzionale a quella ereditaria » la banca non può opporre il mancato consenso degli altri coeredi.

26 Dicembre 2017 - Simonetta Folliero


L'ordinanza 27417/2017 della Corte di cassazione ha stabilito che ciascun coerede può agire nei confronti del debitore del de cuius per la riscossione della quota proporzionale a quella ereditaria vantata, senza la necessità del coinvolgimento degli altri coeredi, e soprattutto senza che venga in alcun modo precisato che l'iniziativa del coerede sia ammessa solo allorquando avvenga nell'interesse della comunione. Ora, atteso che la banca con cui il de cuius intrattiene, al momento della morte, un rapporto di conto corrente, o in conto titoli, è debitrice del defunto, ne discende che ciascun coerede può prelevare la quota di giacenza in conto corrente del defunto proporzionale a quella ereditaria e/o disinvestire i titoli, senza che la banca possa opporre il mancato consenso degli altri coeredi. [ ... leggi tutto » ]


Il singolo coerede può autonomamente agire per riscuotere i crediti del de cuius – anche i depositi sul conto corrente in banca

26 Dicembre 2017 - Carla Benvenuto


Ciascun coerede può agire nei confronti del debitore del de cuius per la riscossione dell'intero credito, ovvero della quota proporzionale a quella ereditaria vantata, senza la necessità del coinvolgimento degli altri coeredi, e soprattutto senza che venga in alcun modo precisato che l'iniziativa del coerede sia ammessa solo allorquando avvenga nell'interesse della comunione. Ferma restando la necessità di ricomprendere nell'eventuale divisione dell'asse ereditario i crediti del de cuius, l'avvenuta riscossione da parte di un coerede di tutto o parte del credito stesso, potrà incidere nell'ambito delle operazioni divisionali dando vita a delle pretese di rendiconto, tramite anche eventuali compensazioni tra diverse poste creditorie, ma senza che ciò precluda al singolo di poter immediatamente attivarsi per la riscossione anche solo del credito in proporzione della sua quota. Insomma, ogni coerede può agire anche per l'adempimento del credito ereditario pro quota, e senza che la parte debitrice possa opporsi adducendo il mancato [ ... leggi tutto » ]