Sovraindebitamento: legge 3/2012 – La cosiddetta legge salva suicidi





Nel 2009 ho sottoscritto un contratto di cessione del quinto con una rata di € 324,00-mese per 120 mesi.





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Nel 2009 ho sottoscritto un contratto di cessione del quinto con una rata di € 324,00/mese per 120 mesi; nel 2010 ho sottoscritto un prestito delega con rata di 320,00/mese per 120 mesi. In più ho un prestito con la mia banca di 220 €/mese che si estinguerà fra due anni, ho un affitto di 600 €/mese e la mia famiglia è composta da me e da mio figlio di 13 anni senza padre e quindi non percepisco alimenti.

Da qualche tempo non riesco più a far fronte nemmeno alle spese per il sostentamento mio e di mio figlio. Ho letto della possibilità di poter chiedere una ristrutturazione del debito o esdebitamento tramite la legge 3/2012.

Secondo il vostro parere, da questa breve descrizione, mi conviene intraprendere questa via? L’avvocato che dovrebbe seguirmi deve far parte degli Organismi di Composizione della Crisi? Posso rivolgermi anche alla mediazione facendomi assistere dalla CCIAA della mia città (Milano)?

Quando il debitore oberato da più prestiti in corso con finanziarie e banche, ci sottopone un problema di sovraindebitamento, denunciando la circostanza che nessuno, tranne che negli spot pubblicitari, è in realtà disposto a concedere un effettivo consolidamento del debito (accollo di tutte le obbligazioni assunte dal debitore e riduzione della rata mensile a livelli sostenibili attraverso l’allungamento del periodo di rimborso) noi abbiamo sempre consigliato la ristrutturazione “fai da te”: stop a tutti i pagamenti ed attesa del pignoramento complessivo del 20% mensile per tutta l’esposizione debitoria e per tutti i debitori ordinari.

Naturalmente, nel suo caso specifico, il medesimo consiglio non avrebbe alcun senso, dal momento che cessione del quinto e prestito delega sono prelevati alla fonte e lo stop dei rimborsi per il prestito erogato dalla sua banca si risolverebbe nel pignoramento del 20% dello stipendio (con una quota pressoché equivalente alla rata) per di più con aggravio di spese legali ed interessi di mora.

E dunque, il ricorso al piano del consumatore da presentare, con il supporto di un organismo riconosciuto per la composizione delle crisi da sovraindebitamento, potrebbe condurre all’omologazione giudiziale (il piano del consumatore non è subordinato all’assenso dei creditori) con l’imposizione di rate più basse per cessione del quinto, prestito delega e prestito bancario.

Il suggerimento è di confrontare i costi da corrispondere per il supporto degli organismi riconosciuti, rivolgendosi a tutte le associazioni di consumatori presenti nel territorio in cui lei vive.

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10 Giugno 2015 · Giovanni Napoletano

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