DOMANDA
Ho ricevuto una raccomandata inviata da SOREC, la quale mi informa di vantare un debito nei miei confronti ceduto da altre società di recupero crediti negli anni: il debito è relativo a una carta revolving che avevo circa 14 anni fa, non saldata per mancanza di lavoro. Ora, durante questi anni ho ricevuto tantissime lettere, chiamate e messaggi da diverse società di recupero crediti, ma non sono certo fossero a mezzo raccomandata. Chiedo, cosa posso fare? Il debito è ovviamente lievitato a dismisura.
RISPOSTA
La raccomandata è probabilmente finalizzata ad interrompere il decorso della prescrizione decennale, e, fondamentalmente, il debitore inadempiente ha due strade da percorrere: la scelta dipende anche dai beni e dai redditi che rispettivamente possiede e percepisce e dei quali tace.
Una possibilità prevede l’instaurazione di una corrispondenza con la SOREC finalizzata a verificare:
– se la cessionaria sia legittimata ad esigere il credito (attestati in base ai quali è possibile ricostruire dettagliatamente la filiera delle cessioni del credito – dal creditore originario alla SOREC);
– la documentazione (in particolare l’estratto conto cronologico) che giustifica la formazione dell’importo richiesto e con la quale il creditore riuscirebbe ad ottenere un decreto ingiuntivo.
All’esito di tale raccolta di informazioni, si potrebbe valutare la convenienza di intavolare con il creditore una trattativa finalizzata a raggiungere un accordo transattivo a saldo stralcio.
L’altra opzione è quella di cestinare la comunicazione interruttiva dei termini di prescrizione ed attendere le mosse del creditore, cioè attendere un eventuale decreto ingiuntivo, verificare se è impugnabile e qualora non lo fosse, a seguito di una azione esecutiva con pignoramento di beni e/o redditi rispettivamente detenuti e percepiti dal debitore, pagare il dovuto in un’unica soluzione grazie alla possibilità di ricorrere alla conversione del pignoramento.
23 Agosto 2024 - Ludmilla Karadzic
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