Cellulari che diventano difettosi dopo aggiornamento – Coincidenze o guasti pianificati?


Tutela consumatore





E’ già la seconda volta, con prodotti tecnologici della stessa marca, particolarmente nota, che mi accade un fatto assai strano.

Sempre dopo aver effettuato gli aggiornamenti online (tra l’altro sono fatti coattamente), di solito dopo due/tre anni, il telefonino o il tablet iniziano a dare problemi.

Rallentamenti, malfunzionamenti e altre disfunzionalità che alla fine ti portano ad acquistare un altro prodotto.

Ora non vorrei fare troppo il complottista, ma è possibile che si tratti sempre di coincidenze?

E’ possibile, al contrario, che vengano programmati dei guasti pianificati che portino ad acquistare prodotti nuovi?

Se si, cosa può fare il consumatore per difendersi?

Il fenomeno di cui lei parla non è affatto una novità, si tratta infatti della cosiddetta obsolescenza pianificata: è una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato.

Il prodotto diventa così inservibile dopo un certo tempo, oppure diventa semplicemente obsoleto agli occhi del consumatore in confronto a nuovi modelli che appaiono più moderni, sebbene siano poco o per nulla migliori dal punto di vista funzionale.

In parole povere, costruire uno smartphone, una lavatrice e un frigorifero, e in generale gli oggetti di uso comune, per rompersi subito dopo la fine della garanzia e non per durare tutta la vita.

Volendo inquadrare storicamente il fenomeno dell’obsolescenza programmata si può ricordare che il 23 dicembre 1924 fu stipulato a Ginevra l’accordo Phoebus, il primo cartello mondiale avente come scopo il controllo della produzione e della vendita delle lampadine a incandescenza.

L’accordo, che coinvolgeva le più importanti case produttrici di lampadine ad incandescenza, prevedeva, tra l’altro, di ridurre la vita delle lampadine dalle oltre 2.500 ore (garantite prima dell’accordo) a sole 1.000 ore.

Più recentemente, l’Apple è entrata nel mirino della giustizia francese che ha aperto un’inchiesta accusando, appunto, l’azienda di obsolescenza programmata e truffa.

Per la prima volta, dunque, in Francia una procura accerterà se una grande azienda abbia messo in atto tecniche per ridurre deliberatamente la durata di funzionamento di un prodotto, allo scopo di velocizzarne i tempi della sua sostituzione e quindi vendere di più.

Purtroppo non è sempre semplice dimostrare questi accadimenti e la normativa vigente, in questo senso, è assai lacunosa.

Solo la direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo del Consiglio dell’11 maggio 2005, relativamente alle disposizioni sulle pratiche commerciali sleali, prevede che l’operatore economico che non informa il consumatore se il prodotto sia stato progettato per avere una durata limitata è passibile di sanzione da parte di ciascuno Stato membro.

La direttiva è stata anche recepita dall’Italia, ma manca una legge ad hoc come quella approvata in Francia e in Belgio.

Comunque, qualunque sia la politica dell’usa e getta dei beni di consumo, va detto che l’Europa produce ogni anno 10 milioni di tonnellate di Rifiuti di Apparecchiature elettriche e elettroniche RAEE.

Dunque, a nostro parere, l’obsolescenza programmata andrebbe sanzionata, vietata e mai più praticata per 4 motivi:

  • tutelare il consumatore.
  • Permettere una reale e leale concorrenza di mercato
  • Attivare conseguentemente la creazione di posti di lavoro legati alle pratiche di manutenzione e riparazione dei beni di consumo
  • ridurre drasticamente il rifiuto di apparecchiature elettriche e elettroniche

Comunque, anche se come detto, non esiste una specifica legge che tuteli il consumatore da queste situazioni, diverse sono le cose che si possono fare.

Innanzitutto è bene chiederne conto all’azienda produttrice.

Dopodiché usare le risposte o le non risposte per fare una segnalazione all’Autorità Antitrust, nonché un esposto in Procura della Repubblica.

Sempre consigliato, inoltre, parlarne ovunque il piu’ possibile, onde indurre negli altri consumatori la necessita’ di meglio informarsi prima di procedere ad un acquisto di oggetti del genere.

L’importante e di non lasciar mai correre, perché é questo su cui potrebbero fare affidamento le aziende per continuare nelle loro pratiche commerciali scorrette e truffaldine.

10 Gennaio 2018 · Patrizio Oliva


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