Patente A e patente B – una vicenda kafkiana





Multa, multa per violazione del codice della strada





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Circa 14 mesi fa ho avuto un incidente mentre guidavo uno scooter di proprietà di mia cognata con una patente di tipo B conseguita nell’anno in cui il nostro governo ha deciso che questa non contemplasse più automaticamente quella del tipo A.

Quindi all’atto della dichiarazione richiesta dai VVUU, accortisi questi dell’infrazione da me commessa mi venne contestata la multa con il relativo verbale (che non ho firmato) di 1000 euro + spese varie, tolti 3 punti dal totale e mi venne altresì contestato un fermo di 3 mesi con ritiro della patente per il quale presentai un ricorso e che in seguito si tradusse nel permesso del prefetto di usare l’auto 5 gg a settimana in una sola fascia oraria che mi permise di guidare per sole 2 ore (per recarmi al lavoro e per fare ritorno a casa).

Peraltro, nessuno mi avvertì di questa possibilità (come dovrebbe avvenire in questi casi in cui si citano doveri e diritti) se non perchè mi interessai grazie ad internet. Contestai anche l’irregolarità della notifica che superò il limite di tempo in cui doveva questa essere effettuata. Mi venne risposto che la prefettura era tenuta a notificare l’atto quando quando ne aveva la possibilità e che l’unico obbligo era quello di trascrizione entro e non oltre 15 gg dal ricevimento dell’accertamento di violazione da parte dell’organo che aveva emesso il verbale.

Ma come poteva la stessa prefettura dimostrare di aver rispettato i tempi se la notifica avvenne con oltre un mese di ritardo? In ogni caso, visto che un avvocato al quale diedi la procura si appellò per far rispettare il permesso di condurre l’auto delle ore sopra citate (un mio diritto sancito dalla legge) e che grazie alle sue preghiere (non certo le mie) fu ascoltato e accontentato in via del tutto eccezionale (visto che andava presentato ricorso entro la prima settimana dall’accertamento), accettai con una certa riluttanza le condizioni e misi a frutto ciò che ottenni senza alcuna replica.

Vorrei fare presente, anche se mi rendo conto che poco conta quello che posso dichiarare come un abuso subito senza possibilità reale di appello, che per essere precisi conseguii la patente B nell’anno in cui era ancora in corso la vecchia legge che con l’ottenimento di questa si potessero condurre sia veicoli che motocicli. Quello che successe veramente fu che mi venne consegnata solo 6 mesi dopo (in sostanza un mese dopo cambiò la famigerata legge che divideva le due patenti, la A dalla B che ora debbono essere conseguite in tempi diversi e separatamente) poichè la pratica andò persa dalla stessa prefettura causando tanto ritardo nella consegna.

Alle proteste mi venne risposto che ero stato sfortunato e che non c’era possibilità di appello visto che a causa del sovraccarico di lavoro dell’organo in questione questa era una possibilità su cui bisognava soprassedere. Ed ora mi trovo a dover pagare una multa di 2000 euro dopo tutti i torti subiti (cornuto e mazziato come si suol dire in questi casi) nonostante non abbia la possibilità economica di far fronte a questo esborso (sono disoccupato con 2 figlie) esoso oltre che esagerato rispetto all’infrazione visto che non può certo fare la differenza aver conseguito la B da un mese all’altro (oppure mia suocera che ha 84 anni ed ha la patente B conseguita prima dell’86 solo per questo sa portare lo scooter meglio di me? Assurdo!).

Posso fare qualcosa per far annullare la multa? Posso fare ricorso appellandomi al buon senso e all’impossibilità di pagare ulteriori 2000 euro visto che ho già pagato abbastanza (i punti me li hanno tolti e il ritiro della patente lo hanno comunque ottenuto)?

Purtroppo la sanzione pecuniaria non può essere più opposta: comunque, l’esito delle sue contestazioni non sarebbe stato diverso anche se avesse proposto, nei termini, ricorso giudiziale al giudice di pace dopo il rigetto del ricorso amministrativo deciso dal Prefetto. Il problema è che non sussistevano (e non sussistono oggi, se pure fosse possibile procedere in qualche modo e non lo è) validi motivi per evitare la sanzione: e questo, ne sono certo, le sarà stato riferito anche dal suo avvocato.

Lei coglie in pieno la questione quando scrive mia suocera che ha 84 anni ed ha la patente B conseguita prima dell’86 solo per questo sa portare lo scooter meglio di me? Tuttavia il buon senso è una cosa e la legge, che non ammette ignoranza, spesso non ne tiene conto.

Ci spiace deludere così la fiducia che aveva riposto in noi. Alla multa non pagata seguirà immancabilmente una cartella esattoriale maggiorata di interessi semestrali, spese di notifica e aggio per l’esattore.

Dovrà imparare a convivere con il debito (come fanno tanti di noi) procurando di non intestare a sé stesso veicoli (per evitare il fermo amministrativo) e conti correnti (altrimenti Equitalia glieli pignorerà). Poi, un domani, quando come le auguriamo, riuscirà a trovare un lavoro degno, potrà scontare il suo debito con un prelievo mensile del 10% dallo stipendio.

Comprendo il suo avvilimento, ma ci creda, nella vita possono capitare cose ben peggiori. Un “in bocca al lupo” di cuore.

STOPPISH

1 Ottobre 2015 · Annapaola Ferri

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