Pignoramento dello stipendio – Ho un contratto a termine e temo che il datore di lavoro terzo pignorato non mi rinnovi, per questo, il contratto


Per bloccare l'azione esecutiva del creditore dovrebbe essere prospettata una soluzione di rimborso migliore di quella ottenibile coattivamente





Ho ricevuto un atto di precetto da parte di una banca e temo possano pignorare il quinto dello stipendio: ho un contratto di lavoro a termine e temo che questo possa indurre il mio datore di lavoro a non rinnovare. Cosa consigliate? Tentare un accordo con la banca? Poiché ricevo un bonifico dall’estero, potrei comunque concordare di ricevere lo stipendio e poi girare il quinto al creditore?

Sarebbe opportuno porsi una domanda: per quale motivo, il creditore munito di titolo esecutivo, dovrebbe essere invogliato a sospendere la procedura esecutiva di pignoramento dello stipendio per ricevere un misero quinto stipendiale (per qualche mese) in modo volontario dal debitore? Con tutte le complicazioni che questo comporta in caso di successivo persistente inadempimento: ovvero l’esigenza di dover riproporre il decreto ingiuntivo ed il precetto con il ricalcolo della somma pretesa, pena l’eccezione di nullità del titolo esecutivo sollevata dal debitore in sede opposizione agli atti esecutivi dal momento che detto titolo non tiene conto dell’importo nel frattempo versato volontariamente?

La sua, così formulata, è una proposta inaccettabile: diverso potrebbe essere il discorso qualora lei, dopo aver fatto presente al creditore che il suo è un contratto di lavoro a tempo determinato, in scadenza fra qualche mese, e sicuramente non rinnovabile per dissidi insanabili sorti con il datore di lavoro, proponesse una somma a saldo stralcio ben maggiore dell’importo del 20% della retribuzione che le resta da percepire di qui alla scadenza contrattuale. Solo in questo modo la sua proposta potrebbe risultare degna di essere presa in considerazione.

28 Gennaio 2019 · Ludmilla Karadzic

Preciso meglio: ho ricevuto un atto di precetto da parte di una banca per 100 mila euro e temo possano pignorare il quinto dello stipendio (1600 euro netti): ho un contratto di lavoro a termine fra 2 mesi e temo che questo possa indurre il mio datore di lavoro a non rinnovare.

Non ci è chiaro, purtroppo, il senso della precisazione: lei intenderebbe bloccare l’azione esecutiva presso il datore di lavoro nel timore che, in conseguenza all’intervenuto pignoramento, possa essere precluso il rinnovo del contratto.

Premesso che quando il creditore notifica il precetto al debitore, ha, nella quasi totalità dei casi, già individuato il bene da pignorare – per farlo desistere dall’azione esecutiva giudiziale intrapresa è necessario formulare una proposta più vantaggiosa. Offrire volontariamente il quinto dello stipendio, dopo il bonifico del datore di lavoro, non crediamo possa essere sufficiente, dal momento che essendosi il debitore già dimostrato inadempiente, egli potrebbe continuare a non ottemperare alla promessa fatta e tenuto conto, soprattutto, del fatto che il prelievo alla fonte del 20% dello stipendio netto il creditore può procurarselo, senza ulteriori complicazioni, semplicemente portando a termine l’azione esecutiva già iniziata.

28 Gennaio 2019 · Annapaola Ferri


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