La questione è assai semplice: l’articolo 201 comma 1 del Codice della Strada (decreto legislativo 285/1992) stabilisce che, qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro novanta giorni dall’accertamento, essere notificato all’effettivo trasgressore o, quando questi non sia stato identificato e si tratti di violazione commessa dal conducente di un veicolo a motore, munito di targa, ad uno dei soggetti (il proprietario, l’usufruttuario, l’acquirente con patto di riservato dominio o l’utilizzatore a titolo di locazione finanziaria), quale risulta dall’archivio nazionale dei veicoli e dal Pubblico Registro Automobilistico (il PRA), alla data dell’accertamento.
Quando la violazione sia stata contestata immediatamente al trasgressore, il verbale deve essere notificato – al proprietario, all’usufruttuario, all’acquirente con patto di riservato dominio o all’utilizzatore a titolo di locazione finanziaria (leasing) – entro cento giorni dall’accertamento della violazione. Per i residenti all’estero la notifica deve essere effettuata entro trecentosessanta giorni dall’accertamento.
Pertanto, se il verbale di infrazione è stato notificato al destinatario oltre i termini previsti dalla normativa vigente (o non è stato mai notificato, non c’è bisogno di entrare nel merito della violazione e il verbale può essere annullato, dietro ricorso al Giudice di Pace (GdP) o al Prefetto, per il solo fatto che la sua notifica non è stata perfezionata entro i termini previsti dalla normativa vigente.
Il ricorso avverso il verbale di accertamento della violazione del Codice della Strada è lo strumento giuridico per l’esercizio del diritto alla difesa previsto per le sanzioni amministrative (in gergo, le multe): può essere presentato al Giudice di pace competente per il territorio ove è stata accertata l’infrazione, entro 30 giorni dalla corretta notifica dell’ infrazione. il cittadino può rappresentarsi da solo, senza avvocato, in tutte le cause di valore non superiore a 1.100 euro.
Il ricorso avverso al verbale di accertamento dell’infrazione può essere presentato al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale di sanzione amministrativa.
Quindi, la prima cosa da definire, per sapere se è ancora possibile presentare un ricorso, è sapere la data in cui il verbale di multa è stato recapitato al destinatario per la formale notifica e quando (in caso di giacenza dell’atto) la notifica è stata correttamente perfezionata. La data in cui è stata trasmessa copia del verbale, su eventuale richiesta inoltrata dal sanzionato al Comando della Polizia Municipale che ha accertato l’infrazione, invece, è del tutto irrilevante.
Ricordiamo che se il destinatario del verbale di accertamento della violazione al Codice della Strada è occasionalmente assente al momento della notifica e, dopo l’avviso di inizio giacenza (presso l’ufficio postale o l’Albo Pretorio comunale), decide di non ritirare il plico in giacenza, la notifica del verbale si intende, comunque, perfezionata correttamente decorsi 10 giorni di giacenza.
In altre parole, nella fattispecie, per poter presentare ricorso contro il verbale di multa è necessario contestare la notifica del verbale al destinatario fuori tempo massimo (decorsi 90/100 giorni dall’accertamento della violazione), non potendosi più eccepire, per decorrenza dei termini, qualsiasi elemento di merito (come il posizionamento dei cartelli stradali che avvisano l’automobilista circa la presenza di un varco ZTL).
Insomma, la presentazione del ricorso a sanzione amministrativa deve essere tempestiva nei termini di legge e non può essere differita “a babbo morto”.
30 Ottobre 2023 · Giuseppe Pennuto
