Richiesta di rimborsare un credito garantito da fideiussione – Ma la firma sul contratto è falsa





Necessario eccepire subito al creditore cessionario che il presunto debitore disconosce la firma apposta al contratto di fideiussione





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Nel 2015 ricevo due raccomandate dalle quali scopro di essere debitore per una somma di circa € 18000 nei confronti della banca xy, con credito ceduto alla Locam spa.

Dai documenti che ricevo apprendo di essermi costituita fideiussore, nel 2006, “sino alla concorrenza dell’importo di 8000 €”, del mio compagno all’epoca funzionario di detta banca.

Le firme apposte sul contratto sono palesemente FALSE ma poiché l’obbligato principale aveva assicurato, come ahimè ha fatto di nuovo adesso, di aver saldato tutto, non sono state da me (colpevolmente?) disconosciute.

Preciso che sono un dipendente pubblico, ho una casa di proprietà gravata da mutuo ipotecario e un c/c intestato a me esclusivamente mentre l’obbligato principale non ha né reddito né patrimonio.

Ora si è materializzato “telefonicamente” uno studio di recupero crediti che, cortesemente, ma con cenni neanche troppo velati, ha fatto riferimento al mio immobile e all’ufficio in cui lavoro.

Cosa fare?

Posso disconoscere ora la firma almeno in via stragiudiziale con un raccomandata alla Locam?

La mia “asserita” garanzia è comunque nel limite di 8000 euro?

Le procedure presso terzi presuppongono in ogni caso un decreto ingiuntivo e un successivo pignoramento al quale potrò oppormi in sede giudiziaria?

Io credo che l’obiettivo della società cessionaria del credito, vantato per la fideiussione da lei prestata, sia quello di racimolare qualcosa degli 8 mila euro, senza avventurarsi in azioni giudiziali che richiedono il vaglio del giudice sulla documentazione in possesso del creditore, non sempre completa e regolare quando c’è di mezzo una cessione.

A tale proposito, eccepire adesso la macroscopica falsità della firma apposta al contratto di fideiussione, con lettera raccomandata alla cessionaria, a me sembra un’ottima idea: può aggiungere che non ha presentato denuncia nei confronti della banca nel 2015 (lei non deve necessariamente rendere noto di sapere che la firma falsa era stata apposta dal suo compagno) perchè il debitore principale le aveva assicurato di aver rimesso il debito. Ma adesso, a fronte della richiesta di pagamento, ha deciso di rivolgersi all’Autorità giudiziaria.

Quando la denuncia è facoltativa, come nella fattispecie, non è previsto alcun termine per la sua presentazione.

Inviata la raccomandata, potrà attendere l’effetto che fa, e semmai proporre, con un gesto di buona volontà e giusto per non essere costretta ad anticipare spese legali e di perizia calligrafica, un accordo a saldo stralcio di un migliaio di euro, al massimo. Io sono sicura che, mostrando fermezza e determinazione (anche bluffando, se necessario) potrà cavarsela con l’esborso di qualche spicciolo.

Per finire, nessuno potrà chiederle, per una fideiussione prestata sino alla concorrenza dell’importo di 8 mila euro, un centesimo in più di tale importo.

STOPPISH

17 Novembre 2018 · Chiara Nicolai

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