DOMANDA
Mio zio è amministratore di una srl e negli ultimi mesi causa poco lavoro non ha pagato IVA e alcuni contributi dei dipendenti: ha sempre pagato loro gli stipendi ma i contributi non è riuscito. Il debito che ha con INPS è di circa 150 mila euro e per l’IVA si parla di circa 180 mila euro. Lui ha la prima casa intestata c è rischio che gliela pignorino o non è possibile?
RISPOSTA
Sarebbe ora di mettere in liquidazione questa bad company: l’articolo 36 del DPR 602/1973, stabilisce che gli amministratori in carica all’atto dello scioglimento della società che non adempiono all’obbligo di pagare, con le attività della liquidazione, le imposte dovute per il periodo della liquidazione medesima e per i periodi anteriori, rispondono in proprio del pagamento delle imposte se non provano di aver soddisfatto i crediti tributari anteriormente all’assegnazione di beni ai soci o associati, ovvero di avere soddisfatto crediti di ordine superiore a quelli tributari. Tale responsabilità è commisurata all’importo dei crediti d’imposta che avrebbero trovato capienza in sede di graduazione dei crediti. Sempre lo stesso articolo dispone che gli amministratori che nel corso degli ultimi due periodi di imposta precedenti alla messa in liquidazione, abbiano assegnato ai soci beni di proprietà della società ovvero abbiano occultato attività sociali anche mediante omissioni nelle scritture contabili rispondono in proprio dell’omesso pagamento delle imposte dovute. Tale responsabilità è commisurata all’importo dei crediti d’imposta che avrebbero trovato capienza senza i conferimenti effettuati ai soci nonché senza le omissioni e gli occultamenti effettuati nelle scritture contabili. Questo per quel che riguarda la responsabilità civile dell’amministratore. C’è poi l’aspetto riguardante la responsabilità penale. Per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), in caso di dichiarazione annuale omessa, se l’imposta evasa è superiore a 50 mila euro (soglia di punibilità) si rischiano da 18 mesi a 4 anni di reclusione.
23 Gennaio 2020 - Ludmilla Karadzic