La banca, in seguito a mancato pagamento di un prestito chirografario e di un fido ha iscritto 2 ipoteche giudiziali, una di euro 75 mila ed una di euro 10 mila su tutti i beni di 2 soci.
Attualmente il debito è stato completamente saldato (a stralcio) e la banca ci ha rilasciato una liberatoria.
Ora, un socio, deve vendere un terreno, ma il compratore vuole che sia libero da ipoteche (anche se estinte).
1) quali sono i costi di restrizione (a parte la parcella del notaio)?
2) quali sono i costi di cancellazione totale (a parte la parcella del notaio)?
3) in caso di cancellazione totale, si ha bisogno del consenso dell’altro socio/garante? (potrebbe avere interesse a mantenere visibile l’ipoteca).
Com’è noto, il creditore può iscrivere ipoteca giudiziale sul bene immobile del debitore quando abbia ottenuto una sentenza di condanna all’adempimento del rimborso di un prestito o di una obbligazione oppure al pagamento di una somma a titolo di risarcimento dei danni.
Per ottenere la restrizione ipotecaria giudiziale è necessario preventivamente versare l’imposta dello 0,5% sul valore degli immobili liberati risultante dall’atto di consenso, fino a concorrenza della somma garantita da ipoteca. Per ottenere la cancellazione di ipoteca giudiziale occorre preventivamente versare l’imposta dello 0,5% calcolata sull’importo per cui l’ipoteca è stata iscritta.
Bisogna poi tener conto di una tassa fissa di 35 euro per ogni richiesta di restrizione o cancellazione.
Così dispone il decreto legislativo 347/1990. A questi oneri vanno poi aggiunti circa 100 euro per i diritti di Conservatoria (sempre per ciascuna istanza di restrizione o cancellazione).
Il socio in possesso del liberatoria rilasciata dal creditore, nonché dell’attestato di versamento delle imposte dovute, può richiede la cancellazione dell’ipoteca giudiziale gravante su un bene della società.
12 Ottobre 2017 · Giorgio Valli