Bonus latte artificiale 2023 – Come funziona


Anche per quest'anno, il 2023, è stato, finalmente, confermato il bonus latte artificiale, contributo introdotto per la prima volta a fine 2019.





Vorrei sapere se è stato confermato anche per quest’anno il bonus latte artificiale, ovvero il contributo economico per le madri che, per problemi di salute, non sono nelle condizioni di allattare.

Potete chiarire?

Anche per il 2023 è stato confermato il bonus latte artificiale, contributo introdotto per la prima volta a fine 2019 e pensato per le madri che per motivi di salute non possono allattare e che hanno quindi bisogno di alternative al latte materno: ecco cosa c’è da sapere.

Il contributo massimo che si può ottenere è di 400 euro, fino al sesto mese di vita del neonato. Non è però cumulabile con altre agevolazioni utili per l’acquisto di latte.

Le madri che hanno accesso al contributo sono quelle affette da una serie di patologie, che possono essere temporanee o permanenti.

Tra quelle permanenti ci sono: le infezioni da HTLV (1 e 2), la sindrome di Sheehan e l’alattogenesi ereditaria.

A queste si aggiungono l’ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria e l’essersi sottoposte a mastectomia bilaterale.

Il bonus può andare anche alle famiglie dove la madre è morta subito dopo aver partorito il bambino.

Più lunga lista delle patologie temporanee, che vanno però confermate da verifica con cadenza mensile: infezione da HCV con lesione sanguinante del capezzolo, infezione da HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo, infezione ricorrente da streptococco di gruppo B, lesione luetica sul seno, tubercolosi bacillifera non trattata, mastite tubercolare.

E ancora, danno diritto al bonus anche l’infezione da virus varicella zooster, l’esecuzione di scintigrafia, l’assunzione di farmaci che controindicano in maniera assoluta l’allattamento, l’assunzione di droghe (fatta eccezione per il metadone) e la condizione di alcolismo.

Tutte le patologie vanno certificate da specialisti del Servizio Sanitario Nazionale, che si tratti di un neonatologo o di un medico di base. Questi devono poi firmare un certificato medico.

C’è poi un requisito di tipo reddituale per usufruire del contributo: l’Isee non deve superare i 30mila euro annui.

Sono poi le Regioni che erogano il contributo, controllando che la richiedente soddisfi tutti i requisiti previsti dalla legge.

La domanda va quindi fatta all’Asl del territorio dove vive la madre, seguendo i passaggi spiegati sul sito di ciascun ufficio competente.

La gestione demandata ai territori fa sì che l’importo di ciascun bonus dipenda sia dai fondi che ciascuna Regione stanzia per l’iniziativa che dal numero totale di richiedenti.

13 Ottobre 2023 · Andrea Ricciardi


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