Come noto, il governo ha dato l’ok per la riapertura dal 15 giugno 2020 dei progetti educativi e ricreativi per bambini e ragazzi nel periodo estivo: ma come prevedibile, i prezzi tendono a lievitare un po’ ovunque quest’anno arrivando anche a punte di incremento dei costi di oltre il 20% con la giustificazione dei maggiori costi da sostenere per la messa in sicurezza dei luoghi e degli ambienti nel rispetto della normativa sanitaria.
Ad accorgersi dei rincari non sono solo le famiglie, ma anche le associazioni dei consumatori che hanno notato come i rincari siano scattati in coincidenza con l’erogazione dei bonus per i centri estivi.
Come previsto dal decreto Rilancio, infatti, le famiglie possono beneficiare quest’anno di 1.200 euro di bonus per centri estivi e ricreativi e quindi, come sta avvenendo per il bonus vacanze i prezzi salgono.
In pratica, laddove lo Stato garantisce dei bonus o degli incentivi per acquistare prodotti e servizi, i prezzi aumentano.
E’ statisticamente provato. Al punto che molte famiglie rinunciano o hanno intenzione di rinunciare.
Insomma, lo Stato, in assenza di controlli sui prezzi, rischia di non incentivare realmente la ripresa dei consumi e far lievitare l’inflazione.
Il contrario di quanto dovrebbe essere fatto in periodi di crisi economica per evitare l’aumento della spesa pubblica e il deterioramento del potere di acquisto delle famiglie.
Se, a conti fatti, detratti i bonus, una famiglia spende tanto come lo scorso anno in un contesto di profonda crisi economica, tanto vale istituire i bonus.
Si tratta di manovre speculative, tese a lucrare ed assorbire il bonus. C
Così la misura rivolta alle famiglie si trasforma in una misura di sostegno ai centri estivi.
Ricordiamo che il bonus per i centri estivi non è altro che il bonus baby sitter erogato dall’Inps che può essere speso anche per l’iscrizione dei figli ai centri estivi.
Il bonus è rivolto a dipendenti del settore privato; lavoratori iscritti in via esclusiva alla Gestione separata (di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335); autonomi iscritti all’Inps; autonomi iscritti alle casse professionali (previa la comunicazione da parte delle rispettive casse previdenziali del numero dei beneficiari).
Esso spetta inoltre ai lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato, alternativamente al congedo specifico di cui stiano già fruendo, appartenenti alle seguenti categorie: medici; infermieri; tecnici di laboratorio biomedico; tecnici di radiologia medica; operatori sociosanitari.
Interessato è anche il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria.
16 Giugno 2020 · Andrea Ricciardi