successione eredità e donazioni - nozioni generali collazione riduzione donazioni e disposizioni testamentarie lesive quota legittima


In alcuni casi l’immobile indivisibile caduto in comunione ereditaria può essere assegnato con criterio diverso da quello della maggior quota

7 Novembre 2015 - Marzia Ciunfrini


In tema di divisione ereditaria, nel caso in cui uno o più immobili non risultino comodamente divisibili, il giudice ha il potere discrezionale di derogare al criterio della preferenziale assegnazione al condividente titolare della quota maggiore, purché assolva all'obbligo di fornire adeguata e logica motivazione della diversa valutazione di opportunità adottata. Ad esempio, è stato spesso assegnato l'immobile non divisibile assumendo come criterio discriminante quello dell'interesse personale prevalente dell'assegnatario, privo di un'unità immobiliare da destinare a casa familiare, rispetto al titolare di quota maggiore che disponeva di altra abitazione. La sussistenza di seri motivi, in pratica, consente di ancorare la valutazione all'interesse economico ed individuale di uno dei richiedenti, non essendo mai stata del tutto esclusa l'adozione di un criterio diverso da quello della maggior quota anche dalle meno recenti pronunce di legittimità in tema (che si limitavano solo a privilegiare l'interesse comune). Nella fattispecie esaminata, i giudici di legittimità [ ... leggi tutto » ]


Con la trascrizione dell’accettazione tacita effettuata contestualmente alla vendita di un immobile della massa ereditaria il chiamato consegue un notevole risparmio di costi

26 Ottobre 2015 - Stefano Iambrenghi


L'accettazione è tacita quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'accettazione tacita presuppone, quindi, l'esplicazione di un'attività personale del chiamato, con la quale venga posto in essere un atto incompatibile con la volontà di rinunciare e non altrimenti giustificabile se non nella qualità di erede, configurandosi, in tal modo, un comportamento che implica necessariamente la volontà di acquistare l'eredità. Ad esempio, comportano accettazione tacita dell'eredità gli atti di disposizione di singoli beni ereditari (l'ipotesi ricorrente è quella della vendita di un bene immobile della massa ereditaria), o anche comportamenti concludenti del chiamato, che abbia posto in essere un atto o una serie di atti significativi della volontà di accettare (è stata riconosciuta tale volontà in correlazione ad azioni tese a rivendicare la proprietà di beni ereditari o al [ ... leggi tutto » ]


Il creditore non può sostituirsi al debitore, che ha ereditato per testamento il diritto di abitazione, per rivendicare la lesione della quota di legittima

26 Ottobre 2015 - Roberto Petrella


Tanto per semplificare le idee, supponiamo che il de cuius non abbia fatto testamento ed abbia lasciato in eredità ai suoi due figli un immobile ciascuno, di uguale valore commerciale. Supponiamo che dei due figli uno sia debitore e rinunci all'eredità. Il creditore del figlio debitore, in base all'articolo 524 del codice civile, può impugnare la rinuncia, o meglio esercitare azione revocatoria dell'atto di rinuncia. Infatti, se taluno rinuncia a un'eredità con danno dei suoi creditori, questi possono farsi autorizzare ad accettare l'eredità in nome e luogo del rinunziante, al solo scopo di soddisfarsi sui beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti. Il diritto dei creditori si prescrive in cinque anni dalla rinunzia. E se il figlio debitore accetta con beneficio di inventario? In questo caso il creditore potrebbe ricorrere a quanto disposto dall'articolo 481 del codice civile. Chiunque vi ha interesse può chiedere che l'autorità giudiziaria fissi un [ ... leggi tutto » ]


Nessun risarcimento per danno biologico agli eredi se la vittima giace in stato di incoscienza nel periodo che intercorre fra le lesioni subite e la morte

23 Ottobre 2015 - Annapaola Ferri


La paura di dover morire, provata da chi abbia patito lesioni personali e si renda conto che esse saranno letali, è un danno non patrimoniale risarcibile soltanto se la vittima sia stata in grado di comprendere che la propria fine era imminente, sicché, in difetto di tale consapevolezza, non è nemmeno concepibile l'esistenza del danno in questione, a nulla rilevando che la morte sia stata effettivamente causata dalle lesioni. Se la vittima, nel breve periodo compreso fra le lesioni e la morte, giace in stato di incoscienza, essa non può avere acquistato, né trasmesso agli eredi, alcun diritto al risarcimento del danno biologico. Questo il principio ribadito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 20767/15. [ ... leggi tutto » ]


Debiti ed eredità – i coeredi non sono debitori solidali

15 Ottobre 2015 - Ornella De Bellis


La legge stabilisce che i coeredi contribuiscono fra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari in proporzione delle loro quote ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto. Pertanto fra gli eredi non esiste un vincolo di solidarietà e gli stessi sono tenuti a rispondere del debito eventuale del de cuius esclusivamente pro quota, corrispondente alla porzione dell'asse ereditario ricevuto, vuoi come erede legittimo, vuoi come erede legittimario, vuoi come erede testamentario. Questo il principio sancito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 19253/13. [ ... leggi tutto » ]