Sentenze ed ordinanze della Corte di Cassazione


Irap e piccoli imprenditori

8 Novembre 2010 - Giorgio Valli


La Corte di Cassazione ha sentenziato che la qualifica di piccolo imprenditore non crea l'automatica soggettività IRAP, in quanto occorre verificare la presenza dei presupposti dell'imposta stessa: “Non è, infatti, la oggettiva natura dell'attività svolta ad essere alla base dell'imposta, ma il modo - autonoma organizzazione - in cui la stessa è svolta ad essere la razionale giustificazione di una imposizione sul valore aggiunto prodotto, un quid che eccede il lavoro personale del soggetto agente ed implica appunto l'«organizzazione di capitali o lavoro altrui»: se ciò non fosse, e il lavoro personale bastasse, l'imposta considerata, non solo non sarebbe vincolata all'esistenza di una "autonoma organizzazione», ma si trasformerebbe inevitabilmente in una sostanziale «imposta sul reddito»” (C.Cass. sent. numero 21122 del 13 ottobre 2010). [ ... leggi tutto » ]


Cartella esattoriale per omesso versamento tributi – non obbligatoria comunicazione di iscrizione a ruolo

8 Novembre 2010 - Simone di Saintjust


La Corte di Cassazione ha ribadito che per procedere all'iscrizione a ruolo di tributi il cui versamento è stato omesso in tutto o in parte non è necessario l'invio di alcuna comunicazione da parte dell'Agenzia delle Entrate né di Equitalia. Infatti, “tale comunicazione è prevista […] solo per il caso in cui il controllo automatico della dichiarazione riveli «un risultato diverso rispetto a quello indicato nella dichiarazione», ossia un errore del contribuente […]. Fuori dal caso di risultato erroneo rivelato dal controllo automatico, nessun obbligo di comunicazione è previsto dalla legge per la liquidazione, eseguita con tale metodo, d'imposte, contributi, premi e rimborsi: ciò per l'evidente ragione che i dati contabili risultanti dalla liquidazione automatica «si considerano, a tutti gli effetti, come dichiarati dal contribuente» od anche, in materia di tributi diretti, dal sostituto d'imposta (comma 4); cosicché sarebbe perfettamente inutile comunicare al dichiarante i risultati del controllo automatico e [ ... leggi tutto » ]


Studi associati e irap

8 Novembre 2010 - Giorgio Valli


I membri di uno studio associato sono ammessi a provare l'assenza di autonoma organizzazione al fine di contestare la soggettività IRAP. Infatti l'esercizio in forma associata di una professione liberale è circostanza di per sé idonea a far presumere l'esistenza di una autonoma organizzazione di strutture e mezzi, ancorché non di particolare onere economico, nonché dell'intento di avvalersi della reciproca collaborazione e competenza, ovvero della sostituibilità nell'espletamento di alcune incombenze, sì da potersi ritenere che il reddito prodotto non sia frutto esclusivamente della professionalità di ciascun componente dello studio, con la conseguenza che legittimamente il reddito di uno studio associato viene assoggettato all'imposta regionale sulle attività produttive, a meno che il contribuente non dimostri che tale reddito è derivato dal solo lavoro professionale dei singoli associati. Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione nella sentenza 22386/10. [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento – diritto di difesa e diritto di riservatezza

24 Ottobre 2010 - Antonella Pedone


Nella lettera di contestazione disciplinare il datore di lavoro deve indicare le circostanze concrete del fatto per assicurare al lavoratore il diritto di difesa, con priorità rispetto al diritto alla riservatezza di terzi. L'esposizione delle specifiche modalità di accadimento dell'infrazione, infatti, è necessaria per assicurare al lavoratore il diritto di difesa e consentirgli così di replicare alla contestazione, opponendo eventualmente circostanze incompatibili con la denuncia. In proposito è stato ritenuto illegittimo il licenziamento di un lavoratore, accusato di molestie nei confronti di una collega. Il datore di lavoro, nel contestare l'addebito, aveva omesso di indicare il nome della vittima, per tutelarne la riservatezza. Conseguentemente il lavoratore, non conoscendo le circostanze specifiche dell'addebito, non aveva potuto difendersi adeguatamente ed ha quindi impugnato il licenziamento. La Corte di Cassazione ha dato ragione al lavoratore, affermando che il diritto di riservatezza non può compromettere il diritto di difesa, qualora ne possa derivare la [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per comportamenti della vita privata

24 Ottobre 2010 - Antonella Pedone


In linea generale, i comportamenti che il lavoratore assume nella sua vita privata, al di fuori del contesto lavorativo, non possono giustificare il licenziamento. In proposito, l'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori vieta di effettuare indagini su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del dipendente. Riguardo i precedenti penali, questi sono circostanze che attengono alla vita privata e, quindi, irrilevanti ai fini del licenziamento. I fatti extralavorativi, tuttavia, potrebbero assumere rilevanza qualora siano di gravità tale da far ritenere il lavoratore professionalmente inidoneo alla prosecuzione del rapporto. Ciò avviene quando la tipologia del rapporto richiede, per le caratteristiche della prestazione, un più ampio margine di fiducia, esteso anche alla serietà dei comportamenti privati, oppure quando la condotta del lavoratore è tale da compromettere l'immagine del datore di lavoro. Ad esempio, è richiesto un più forte rapporto di fiducia nell'ambito del lavoro bancario. Qui l'elemento fiduciario deve essere [ ... leggi tutto » ]