sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di lavoro e pensione


Pensione – il diritto alla neutralizzazione dei contributi previdenziali

5 Novembre 2017 - Tullio Solinas


La contribuzione acquisita nella fase successiva al perfezionamento del requisito minimo contributivo per l'accesso alla pensione di anzianità non può tradursi nel detrimento dell'importo commisurato alla prestazione pensionistica già virtualmente maturata. Infatti, nella fase successiva al perfezionamento del requisito minimo contributivo, l'ulteriore contribuzione (qualunque ne sia la natura: obbligatoria, volontaria o figurativa) è destinata unicamente ad incrementare il livello di pensione già consolidatosi, senza mai poter produrre l'effetto opposto di compromettere la misura della prestazione potenzialmente maturata in itinere. In questo consiste il diritto alla neutralizzazione dei contributi previdenziali, ribadito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 10323/2017. [ ... leggi tutto » ]


Conto corrente cointestato con genitore deceduto – truffa aggravata per il figlio che dichiara all’inps l’esistenza in vita del pensionato defunto

7 Settembre 2017 - Loredana Pavolini


Commette il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, e non quello più grave di truffa, chi percepisce la pensione di pertinenza di una persona deceduta, essendo cointestatario del medesimo conto corrente su cui confluivano i ratei della pensione, ed omette di comunicare all'INPS il decesso del pensionato. Tuttavia, quando come nel caso affrontato dai giudici della Corte di cassazione (sentenza 40260/2017, sezione penale), emerge che l'imputato, in qualità di delegato alla riscossione dell'avente diritto alla pensione, si sottoponeva ad identificazione in occasione di ogni erogazione e dichiarava (falsamente) l'esistenza in vita del genitore, la fattispecie criminosa si sostanzia nel reato di truffa aggravata. Infatti, in tal modo, la dichiarazione circa l'esistenza in vita della persona che aveva diritto alla pensione incide su una attività di accertamento e controllo affidata in tale ambito all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. La falsificazione di tale certificazione è, pertanto, idonea ad [ ... leggi tutto » ]


Pensione di reversibilità – la ripartizione delle quote fra ex coniuge e coniuge convivente del pensionato defunto va effettuata anche sulla base dell’entità dell’assegno divorzile

3 Agosto 2017 - Marzia Ciunfrini


Il meccanismo di ripartizione, fra ex coniuge e coniuge convivent,e delle quote di reversibilità della pensione del pensionato deceduto è preordinato alla continuazione della funzione di sostegno economico assolta a favore dell'ex coniuge e del coniuge convivente, durante la vita del pensionato, rispettivamente con il pagamento dell'assegno di divorzio e con la condivisione dei rispettivi beni economici da parte dei coniugi conviventi. La ripartizione del trattamento economico va quindi effettuata, oltre che sulla base del criterio della durata dei rispettivi matrimoni, anche ponderando ulteriori elementi, quale l'entità dell'assegno di mantenimento riconosciuto all'ex coniuge, le condizioni economiche dei due e la durata delle rispettive convivenze prematrimoniali. Quello sopra riportato è il principio di diritto enunciato dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 16602/2017. [ ... leggi tutto » ]


La natura giuridica del rapporto di lavoro – differenze fra lavoro autonomo e lavoro subordinato

10 Giugno 2017 - Tullio Solinas


La giurisprudenza, intervenendo sul tema della dibattuta questione relativa alle differenze tra lavoro autonomo e lavoro subordinato ha offerto una soluzione che può, nei principi, ormai dirsi consolidata. L'elemento essenziale di differenziazione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato consiste nel vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, da ricercare in base ad un accertamento esclusivamente compiuto sulle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, anche in considerazione della posizione debole di uno dei contraenti, che potrebbe essere indotto ad accettare una qualifica del rapporto diversa da quella reale, pur di garantirsi un posto di lavoro. In particolare, mentre la subordinazione implica l'inserimento del lavoratore nella organizzazione imprenditoriale del datore di lavoro mediante la messa a disposizione, in suo favore, delle proprie energie lavorative ed il contestuale assoggettamento al potere direttivo di costui, nel lavoro autonomo l'oggetto della prestazione è costituito dal risultato [ ... leggi tutto » ]


Assistenza al familiare portatore di handicap – la convivenza non presuppone la coabitazione

19 Maggio 2017 - Giorgio Martini


In tema di assistenza al familiare portatore di handicap, il concetto di convivenza non può essere ritenuto coincidente con quello di coabitazione poiché in tal modo si darebbe un'interpretazione restrittiva della disposizione che, oltre che arbitraria, sembra andare contro il fine perseguito dalla norma di agevolare l'assistenza degli handicappati, per cui sarebbe incomprensibile escludere dai benefici previsti dalla legge il lavoratore che conviva costantemente, ma limitatamente ad una fascia oraria della giornata, con il familiare handicappato al fine di prestargli assistenza in un periodo di tempo in cui, altrimenti, di tale assistenza rimarrebbe privo. In altri termini, la prestazione di un'assistenza assidua e continuativa al familiare portatore di handicap determina senz'altro una convivenza fra quest'ultimo e colui che presta assistenza. Questo il principio giuridico sancito dai giudici della sezione penale della Corte di cassazione, nella sentenza 24470/2017. [ ... leggi tutto » ]