sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di separazione e divorzio - assegnazione casa e assegno di mantenimento coniuge separato o divorziato


Rilascio della casa familiare – il terzo acquirente può proporre domanda di accertamento dell’insussistenza delle condizioni per il perdurare dell’assegnazione

24 Luglio 2015 - Ludmilla Karadzic


Com'è noto, in tema di separazione personale, il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell'assegnazione, ovvero, ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto, anche oltre i nove anni. Tale opponibilità conserva, beninteso, il suo valore finché perduri l'efficacia della pronuncia giudiziale, costituente il titolo in forza del quale il coniuge, che non sia titolare di un diritto reale o personale di godimento dell'immobile, acquisisce il diritto di occuparlo, in quanto affidatario di figli minori o convivente con figli maggiorenni non economicamente autosufficienti. È fin troppo evidente, infatti, che il perdurare sine die dell'occupazione dell'immobile, perfino quando ne siano venuti meno i presupposti, per essere i figli divenuti ormai autonomi economicamente, si risolverebbe in un ingiustificato, durevole, pregiudizio al diritto del proprietario terzo [ ... leggi tutto » ]


Separazione e divorzio – l’assegnazione della casa coniugale non può essere disposta solo al fine di sopperire alle esigenze economiche del coniuge più debole

23 Luglio 2015 - Annapaola Ferri


Sia in sede di separazione che di divorzio la normativa vigente consente al giudice di assegnare l'abitazione al coniuge non titolare di un diritto di godimento (reale o personale) sull'immobile, solo se a lui risultino affidati figli minori, ovvero con lui risultino conviventi figli maggiorenni non autosufficienti. Tale orientamento, che tutela l'interesse dei figli a permanere nell'ambiente domestico in cui sono cresciuti, non è configurabile, invece, in presenza di figli economicamente autosufficienti, sebbene ancora conviventi, verso i quali non sussiste, invero, proprio in ragione della loro acquisita autonomia ed indipendenza economica, esigenza alcuna di speciale protezione. L'assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario risponde all'esigenza di tutela degli interessi dei figli, con particolare riferimento alla conservazione del loro "habitat" domestico inteso come centro della vita e degli affetti dei medesimi, con la conseguenza che detta assegnazione non ha più ragion d'essere soltanto se, per vicende sopravvenute, la casa non sia [ ... leggi tutto » ]


La quantificazione dell’assegno di mantenimento non deve essere necessariamente proporzionale al canone dell’immobile che il coniuge separato deve lasciare

23 Luglio 2015 - Genny Manfredi


È vero che non può assegnarsi la casa coniugale al coniuge, ove manchino figli comuni ovvero questi siano diventati autosufficienti economicamente, e che nel quantificare l'assegno di mantenimento dovuto al coniuge economicamente più debole e privo della casa, va considerato lo svantaggio economico conseguente. Tuttavia, l'ammontare dell'assegno, non deve essere, sempre e comunque, direttamente proporzionale al canone di mercato dell'immobile che il coniuge deve lasciare, potendo ipotizzarsi una diversa sistemazione, in abitazione eventualmente più modesta, ancorché decorosa. Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione nella sentenza 15272/15. [ ... leggi tutto » ]


Revoca dell’assegnazione della casa familiare – i figli hanno comunque diritto al mantenimento finalizzato a procurare loro un nuovo alloggio

16 Luglio 2015 - Annapaola Ferri


Il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell'interesse dei figli. Dell'assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato l'eventuale titolo di proprietà. Il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. La Corte Costituzionale ha già avuto modo di pronunciarsi sulla legittimità della norma appena riportata e l'ha interpretata, nel senso che comunque debba essere salvaguardato l'interesse del figlio minore o maggiorenne, ma non economicamente autosufficiente. In pratica, il trasferimento del coniuge assegnatario comporta necessariamente il venir meno dell'assegnazione della casa; tuttavia i figli, minorenni o maggiorenni e privi di reddito, sono legittimati a richiedere ai genitori il mantenimento, che dovrebbe permettere loro di procurarsi un nuovo alloggio, posto che, tra l'altro, il coniuge proprietario, tornando nella disponibilità dell'immobile, [ ... leggi tutto » ]


Assegno di mantenimento – per la sua determinazione va considerata l’eventuale nascita di un figlio di secondo letto

14 Luglio 2015 - Ludmilla Karadzic


Il fatto oggettivo della nascita di un figlio di secondo letto (e il relativo obbligo di mantenimento da parte del padre) va considerato dal giudice nella determinazione dell'assegno divorzile. Il principio è stato ribadito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 14521/15. [ ... leggi tutto » ]