sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di lavoro e pensione


Configura il reato di estorsione condizionare l’assunzione in cambio dell’accettazione di condizioni di lavoro vessatorie

21 Maggio 2016 - Tullio Solinas


È configurabile il reato di estorsione in capo al datore di lavoro che prospetti ai propri dipendenti l'ipotesi di licenziamento in caso di mancata accettazione delle condizioni di lavoro eccessivamente penalizzanti e vessatorie da lui imposte. Nel caso di specie, il datore aveva subordinato l'assunzione a un accordo con cui i lavoratori si impegnavano a firmare una lettera in bianco di dimissioni, percepire meno di quanto risultasse dalla busta paga e di lavorare oltre il normale orario di lavoro. La Corte di cassazione (sezione penale - sentenza 18727/16) ha sottolineato che la scelta dei neo assunti era obbligata per via della situazione di lavoro del luogo (Sicilia) e tale da intaccare la dignità e il rispetto dei diritti più elementari dei lavoratori. [ ... leggi tutto » ]


Il lavoratore adibito a mansioni non rispondenti alla propria qualifica non può rifiutarsi di eseguire la prestazione richiestagli dal datore di lavoro

13 Maggio 2016 - Tullio Solinas


Il lavoratore adibito a mansioni non rispondenti alla qualifica può chiedere giudizialmente la riconduzione della prestazione nell'ambito della qualifica di appartenenza, ma non può rifiutarsi aprioristicamente, senza avallo giudiziario, di eseguire la prestazione richiestagli, essendo egli tenuto a osservare le disposizioni per l'esecuzione dei lavoro impartite dall'imprenditore. Infatti, nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, solo se l'altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria. Dunque, il lavoratore può rifiutarsi di eseguire la prestazione richiestagli solo in caso di totale inadempimento del datore di lavoro, o quando l'inadempimento di quest'ultimo, seppur parziale, concretizza un pericolo di danno così grave ed irreversibile alla professionalità del lavoratore tale da legittimare il ricorso al principio di autototutela con il rifiuto di svolgere l'attività richiesta. E' questo l'autorevole parere formulato dai giudici della Corte di cassazione, così come emerge dalla lettura della sentenza [ ... leggi tutto » ]


Se l’azienda è sprovvista di mensa, indennizzabile dall’inail anche l’infortunio in itinere che avviene lungo il percorso per andare a consumare un pasto

14 Aprile 2016 - Tullio Solinas


La tutela assicurativa gestita dall'INAIL per gli infortuni subiti dal lavoratore si estende, salvo il caso di interruzione o deviazione del tutto indipendenti dal lavoro o, comunque, non necessitate, agli eventi occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti. L'interruzione e la deviazione si intendono necessitate quando sono dovute a cause di forza maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili o all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti. L'assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purchè necessitato. Restano, in questo caso, esclusi gli infortuni direttamente cagionati dall'abuso di alcolici e di psicofarmaci [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per giustificato motivo oggettivo ed esigenze di riassetto organizzativo aziendale

6 Aprile 2016 - Tullio Solinas


Il motivo oggettivo di licenziamento determinato da ragioni inerenti all'attività produttiva, nel cui ambito rientra anche l'ipotesi di riassetto organizzativo attuato per la più economica gestione dell'impresa, è rimesso alla valutazione del datore di lavoro, senza che il giudice possa sindacare la scelta dei criteri di gestione dell'impresa, atteso che tale scelta è espressione della libertà d'iniziativa economica tutelata dalla Costituzione, mentre al giudice spetta il controllo della reale sussistenza del motivo addotto dall'imprenditore. Ne consegue che non è sindacabile, nei suoi profili di congruità ed opportunità, la scelta imprenditoriale, che abbia comportato la soppressione del settore lavorativo o del reparto o del posto cui era addetto il dipendente licenziato, sempre che risulti l'effettività e la non pretestuosità del riassetto organizzativo operato. Tuttavia, è posto a carico del datore di lavoro l'onere di dedurre e di dimostrare l'effettiva sussistenza del motivo addotto e, quindi, nell'ipotesi di licenziamento riconducibile ad un [ ... leggi tutto » ]


Invalidità del patto di prova fra lavoratore e datore di lavoro

25 Marzo 2016 - Piero Ciottoli


La causa del patto di prova va individuata nella tutela dell'interesse comune alle due parti del rapporto di lavoro, in quanto diretto ad attuare un esperimento mediante il quale sia il datore di lavoro che il lavoratore possono verificare la reciproca convenienza del contratto, accertando il primo le capacità del lavoratore e quest’ultimo, a sua volta, valutando l'entità della prestazione richiestagli e le condizioni di svolgimento del rapporto. Pertanto, il patto di prova deve considerarsi invalido ove la suddetta verifica sia già intervenuta, con esito positivo, per le specifiche mansioni in virtù di prestazione resa dallo stesso lavoratore, per un congruo lasso di tempo, a favore del medesimo datore di lavoro. Ne consegue che la ripetizione del patto di prova in occasione d'un successivo contratto di lavoro tra le stesse parti è ammissibile solo se essa risponda alle finalità di un esperimento mediante il quale sia il datore di lavoro [ ... leggi tutto » ]