sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Accertamento fiscale » e’ legittimo se viene dichiarato dal contribuente un reddito inferiore alla soglia di povertà istat

21 Novembre 2014 - Paolo Rastelli


L'imprenditore dichiara un reddito inferiore alla soglia di povertà stabilita dall'Istat (Istituto Nazionale di Statistica)? L'accertamento fiscale è alle porte. E' legittimo l'accertamento induttivo dell'imprenditore qualora lo stesso dichiari un reddito inferiore alla soglia ISTAT di povertà. Da quanto si apprende dalla pronuncia in esame, è indice di una situazione commerciale anomala, la circostanza che un imprenditore dichiari un reddito di inferiore alla soglia di povertà individuata dall'ISTAT. Tanto anomala da legittimare, di per sé, l'accertamento fiscale induttivo di maggiori ricavi. A parere degli Ermellini, inoltre, spetta allora al contribuente, se vuol evitare le conseguenze, la dimostrazione di aver dichiarato quanto effettivamente guadagnato nel periodo di imposta incriminato. Diversamente, la ricostruzione del maggior reddito, con le conseguenti imposte e sanzioni, è inevitabile. Come noto, quando l'utile dichiarato appare inverosimile ed eccessivamente basso per il tipo di attività commerciale svolta, l'accertamento fiscale è pressoché scontato e difficile da impugnare davanti al [ ... leggi tutto » ]


Accertamento fiscale » nullo se l’interessato riesce a dimostrare di non aver potuto adempiere all’invito del fisco perché lontano per motivi di lavoro

20 Novembre 2014 - Andrea Ricciardi


Se il contribuente dimostra di non aver potuto adempiere all'invito del fisco a comparire, poiché lontano dalla residenza per motivi di lavoro, il conseguente accertamento fiscale e la sanzione dell'agenzia delle entrate sono nulli. La sanzione dell'inutilizzabilità dei documenti non prodotti in sede amministrativa opera solamente se l'Amministrazione abbia rivolto al cittadino un invito specifico e puntuale, accompagnato dall'avvertimento circa le conseguenze della mancata ottemperanza: la preclusione probatoria prevista dall'articolo 32 del D.P.R. n. 600/1973 dev'essere applicata in modo da non comprimere il diritto alla difesa del contribuente, obbligandolo a pagamenti non dovuti. Ciò è quanto emerge dalla Sentenza 24595/14 della Corte di Cassazione. Da ciò che si apprende dalla suddetta pronuncia, qualora il contribuente ottemperi in ritardo all'invito del fisco di mostrare alcuni documenti e, da tale omissione, ne derivi poi una sanzione e un accertamento fiscale, gli atti sono nulli se l'interessato riesce a dimostrare di non aver [ ... leggi tutto » ]


Accertamento fiscale tramite redditometro » rate del mutuo sproporzionate rispetto alla dichiarazione dei redditi? da provare gli esborsi del genitore

20 Novembre 2014 - Andrea Ricciardi


Accertamento fiscale con redditometro: se le rate del mutuo che il contribuente paga sono incongrue, rispetto alla dichiarazione dei redditi, va dimostrato che a onerarle è stato un familiare. Scatta il “redditometro” se il contribuente non dimostra, mediante idonea documentazione, che i soldi per comprare la casa li ha messi il padre. A tal fine non è utile la copia fotostatica di un assegno privo di data certa. È quanto emerge dalla sentenza 24586/14 della Corte di Cassazione. Da ciò che si apprende dalla pronuncia appena esplicata, dunque, è valido l'accertamento fiscale se le rate del mutuo sono sproporzionate rispetto alla dichiarazione dei redditi. A parere degli Ermellini, infatti, al contribuente è data la possibilità di dimostrare, anche prima della notifica dell'accertamento, che il maggior reddito determinato o determinabile sinteticamente è costituito in tutto o in parte da redditi esenti o da redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo [ ... leggi tutto » ]


Irap – l’impiego di un collaboratore nell’impresa familiare può determinare l’assoggettamento all’imposta

12 Novembre 2014 - Giorgio Valli


In riferimento all'obbligo di corrispondere l'IRAP, il requisito dell'autonoma organizzazione ricorre quando il contribuente risulta, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse. Oppure quando, pur in assenza di organizzazione, il contribuente titolare impiega beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività. Per giurisprudenza consolidata, costituisce onere del contribuente, che chieda il rimborso dell'imposta ritenuta non dovuta, dare la prova dell'assenza delle condizioni appena indicate. In tale contesto, va precisato che l'attività prestata da un collaboratore in un'impresa familiare può determinare l'ampliamento delle capacità personali del contribuente, e dunque contribuire alla sussistenza del requisito dell'autonoma organizzazione, dal momento che la collaborazione dei partecipanti all'impresa familiare può produrre una ricchezza ulteriore (o valore aggiunto) rispetto a quella conseguibile con il solo apporto lavorativo personale del titolare. Tanto più se dalle dichiarazioni dei redditi prodotte dal contribuente emerge un [ ... leggi tutto » ]


Imposta di registro e di bollo » mai più corrisposte neanche per le sentenze d’appello dei provvedimenti del giudice di pace

11 Novembre 2014 - Andrea Ricciardi


Piccole cause senza imposta di bollo e di registro, l'Agenzia delle Entrate si adegua. L'Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito all'ambito applicativo del regime di esenzione dall'imposta di registro e di bollo, previsto dall'articolo 46 della legge 21 novembre 1991, numero 374. Con la risoluzione 97/E, infatti, ha chiarito che, alla luce del recente orientamento della Corte di Cassazione, si estende l'esenzione anche alle sentenze di appello dei provvedimenti del giudice di pace, già esenti. L'Agenzia delle Entrate si riferisce, in particolare, alla pronuncia della Suprema Corte 16310/14, nella quale veniva spiegato che la legge, nel suo significato ampiamente comprensivo, si riferisce genericamente alle cause ed alle attività conciliative in sede non contenziosa il cui valore non eccede € 1.033,00, ciò che abilita l'interprete a ritenere che il legislatore abbia voluto fare riferimento, ai fini dell'esenzione, alle sentenze adottate in tutti i gradi di giudizio. Quindi, a [ ... leggi tutto » ]