sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Agente di commercio e procacciatore d’affari – differenze e implicazioni fiscali

18 Giugno 2015 - Giorgio Martini


La figura del procacciatore di affari non è disciplinata da alcuna norma del codice civile o di altre leggi speciali, anche se la relativa attività presenta, sotto il profilo pratico una rimarchevole analogia con quella dell'agente commerciale. Ma è proprio questa circostanza che, per così dire, complica le cose, rendendo il rapporto suscettibile di impreviste insidie per l'impresa che ha conferito un incarico di tal tipo. Mentre la figura del procacciatore di affari non è disciplinata da alcuna norma, l'attività dell'agente commerciale è espressamente regolata da disposizioni del Codice civile (dall'art. 1742 all'art. 1753) da alcune leggi speciali e da accordi economici collettivi. Per differenziare le due figure è sufficiente da un lato, individuare quali sono gli elementi di distinzione tra le due figure e, dall'altro, evidenziare che la professione di agente è una attività protetta. Sotto il primo profilo gli elementi tipici che contraddistinguono il contratto di agenzia sono [ ... leggi tutto » ]


Accertamento basato su parametri e studi di settore – il contribuente può contestarne l’applicabilità

18 Giugno 2015 - Giorgio Valli


La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici. La gravità, precisione e concordanza di tale sistema di presunzioni non è ex lege determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standards in sè considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente con il contribuente, pena la nullità dell'accertamento. Il contribuente ha l'onere di provare, senza limitazione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioni che giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetti cui possono essere applicati gli standards o la specifica realtà dell'attività economica nel periodo di tempo in esame, mentre la motivazione dell'atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello standard prescelto e con le ragioni per [ ... leggi tutto » ]


Se si ricorre a prestazioni fornite da terzi ed i compensi sono elevati si è soggetti ad irap

18 Giugno 2015 - Piero Ciottoli


Con riguardo specifico all'impiego non occasionale di lavoro altrui, costituente una delle possibili condizioni che configurano l'esistenza di un'autonoma organizzazione, la giurisprudenza di legittimità ha già affermato che in tema di IRAP, l'impiego non occasionale di lavoro altrui sussiste se il professionista eroga elevati compensi a terzi per prestazioni afferenti l'esercizio della propria attività, restando indifferente il mezzo giuridico utilizzato e, cioè, il ricorso a lavoratori dipendenti, a una società di servizi o un'associazione professionale. In applicazione di tale principio, la Corte di cassazione ha ritenuto legittimo l'assoggettamento al tributo del commercialista che, per prestazioni afferenti l'esercizio della propria attività - in particolare per la tenuta della contabilità dei propri clienti, funzionale all'attività di consulenza fiscale, aveva impiegato in modo non occasionale una società di servizi retribuita a percentuale, erogandole significativi compensi per le sue prestazioni. Questa la decisione, in tema di Imposta Regionale sulle Attività Produttive, assunta dai giudici [ ... leggi tutto » ]


Operazioni inesistenti – risponde del reato l’amministratore che presenta la dichiarazione e non quello che registra la fattura

18 Giugno 2015 - Giorgio Valli


Non risponde del reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti l'amministratore di una società il quale, dopo aver acquisito e registrato una fattura per operazione inesistente, sia cessato dalla carica prima della presentazione della dichiarazione fiscale per la cui redazione la medesima fattura sia stata poi utilizzata dal suo successore. Infatti, il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti si consuma nel momento della presentazione della dichiarazione e non già al momento in cui detti documenti vengono registrati in contabilità. Non ha rilievo il fatto che le fatture cui si riferisce la dichiarazione fraudolenta risalgano tutte al periodo in cui il soggetto ha rivestito la carica di amministratore della società, in quanto ciò che rileva è se tale carica fosse ricoperta al momento della presentazione della dichiarazione IVA. Solo con la presentazione della dichiarazione fiscale il reato può considerarsi perfezionato, mentre non [ ... leggi tutto » ]


Reati tributari sequestro preventivo e confisca per equivalente

10 Giugno 2015 - Giorgio Valli


In tema di reati tributari, il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente va riferito all'ammontare dell'imposta evasa, che costituisce un indubbio vantaggio patrimoniale direttamente derivante dalla condotta illecita e, in quanto tale, riconducibile alla nozione di profitto del reato, costituito dal risparmio economico conseguente alla sottrazione degli importi evasi alla loro destinazione fiscale, di cui certamente beneficia il reo; a tal fine, per la quantificazione di questo risparmio, deve tenersi conto anche del mancato pagamento degli interessi e delle sanzioni dovute in seguito all'accertamento del debito tributario. In particolare, va sottolineato che l'IVA sottratta al fisco costituisce il profitto del reato e che in tema di reati tributari, il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, può essere disposto non soltanto per il prezzo, ma anche per il profitto del reato. Il mantenimento del sequestro preventivo è giustificato fino al momento in cui si realizza il recupero completo delle imposte [ ... leggi tutto » ]