licenziamento illegittimo


Rifiuto del lavoratore di passare da tempo pieno a tempo parziale – non può costituire motivo di licenziamento

29 Ottobre 2015 - Tullio Solinas


La norma nazionale, interpretata alla luce di quella comunitaria, impone di ritenere che il datore di lavoro che licenzi il lavoratore che rifiuta la riduzione di orario ha l'onere di dimostrare che sussistono effettive esigenze economico ­organizzative in base alle quali la prestazione non può essere mantenuta a tempo pieno, ma solo con l'orario ridotto, nonché il nesso causale tra queste e il licenziamento. Il rifiuto di un lavoratore di essere trasferito da un lavoro a tempo pieno ad uno a tempo parziale, o viceversa, non dovrebbe, in quanto tale, costituire motivo valido per il licenziamento, senza pregiudizio per la possibilità di procedere a licenziamenti per altre ragioni, come quelle che possono risultare da necessità di funzionamento dell'azienda. La possibilità di riduzione dell'orario di lavoro tutela il lavoratore dalla trasformazione unilaterale dei proprio rapporto ad iniziativa del datore di lavoro, ma prende pure in considerazione le esigenze organizzative di [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento disciplinare – illegittimo se la contestazione non è immediata

27 Ottobre 2015 - Tullio Solinas


In materia di licenziamento disciplinare, l'immediatezza della contestazione integra elemento costitutivo del diritto di recesso del datore di lavoro in quanto, per la funzione di garanzia che assolve, l'interesse del datore di lavoro all'acquisizione di ulteriori elementi a conforto della colpevolezza del lavoratore non può pregiudicare il diritto di quest'ultimo ad una pronta ed effettiva difesa, sicché, ove la contestazione sia tardiva, resta precluso l'esercizio del potere e la sanzione irrogata è invalida, né la pendenza di un procedimento penale a carico del lavoratore impedisce al datore di lavoro la contestazione immediata dell'illecito disciplinare, con eventuale sospensione del relativo procedimento fino all'esito del giudizio penale. La giurisprudenza di legittimità ha più volte precisato che ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per acquisire conoscenza della riferibilità del fatto, nelle [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per scarso rendimento – ingiustificato se motivato da prolungate assenze per malattia

3 Settembre 2015 - Tullio Solinas


Secondo la legge, il lavoratore può essere esonerato dal servizio per scarso rendimento o per palese insufficienza imputabile a colpa nell'adempimento delle funzioni a lui assegnate. L'ipotesi dello scarso rendimento, in ogni caso, è diversa e separata da quella delle ripetute assenze per malattia, che possono, se del caso, essere prese in considerazione solo qualora determinino inabilità al servizio. E' da escludersi, pertanto, che in sede di valutazione del comportamento del lavoratore riconducibile a scarso rendimento, possa tenersi conto, oltre che delle diminuzioni di rendimento determinate da imperizia, incapacità e negligenza, anche di quelle determinate da assenze per malattia. Inoltre, mentre lo scarso rendimento è caratterizzato da colpa del lavoratore, non altrettanto può dirsi per le assenze dovute a malattia. Ne consegue che, se il licenziamento del lavoratore è stato intimato per scarso rendimento dovuto essenzialmente all'elevato numero di assenze, ma non tali da esaurire il periodo di comporto, il [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per giustificato motivo oggettivo – procedura di impugnazione ed effetti di illegittimità

1 Settembre 2015 - Tullio Solinas


Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo - di cosa si tratta Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo può essere legittimamente determinato da motivazioni inerenti l'attività produttiva e l'organizzazione del lavoro: si tratta, dunque, di motivazioni riconducibili a specifiche esigenze aziendali che impongono la soppressione del posto di lavoro oppure a circostanze individuate dal datore di lavoro come un valido motivo di risoluzione del rapporto. Tra le motivazioni riconducibili a specifiche esigenze aziendali rientrano la soppressione di posti di lavoro a causa di innovazioni tecnologiche (ad esempio, l'automazione spinta dei processi); a causa di riassetti organizzativi (per una società di recupero crediti, può causare giustificato motivo oggettivo di licenziamento la decisione del management di passare da una rete di esazione diretta ad una indiretta, affidandosi a funzionari preposti alla riscossione coattiva muniti di partita IVA); o ancora, il licenziamento può essere giustificato dal motivo oggettivo derivante da una riorganizzazione aziendale imposta [ ... leggi tutto » ]


Il licenziamento del dirigente può fondarsi su esigenze di riorganizzazione aziendale

26 Agosto 2015 - Tullio Solinas


In tema di licenziamento, secondo la giurisprudenza di legittimità, la nozione di giustificatezza del licenziamento del dirigente, per la particolare configurazione del rapporto di lavoro dirigenziale, non si identifica con quella di giusta causa o giustificato motivo, potendo rilevare qualsiasi motivazione, purchè apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore di lavoro. Il licenziamento del dirigente, infatti, può fondarsi su ragioni oggettive concernenti esigenze di riorganizzazione aziendale, che non debbono necessariamente coincidere con l'impossibilità della continuazione del rapporto o con una situazione di crisi tale da rendere particolarmente onerosa detta continuazione, dato che il principio di correttezza e buona fede, che costituisce il parametro su cui misurare la legittimità del licenziamento, deve essere coordinato con la libertà di iniziativa economica, garantita all'imprenditore. Ad esempio, per stabilire se sia giustificato il licenziamento di un dirigente intimato per ragioni di ristrutturazione aziendale, non è dirimente [ ... leggi tutto » ]