diritto abitazione


Convivenza di fatto (non anagrafica) e diritto di abitazione della convivente superstite

24 Febbraio 2020 - Marzia Ciunfrini


Il mio compagno, proprietario dell'appartamento in cui abbiamo convissuto negli ultimi dieci anni, è deceduto il mese scorso: io convivevo di fatto con lui, anche se ho residenza anagrafica in altro comune. I figli, eredi, pretendono che io lasci immediatamente libero l'appartamento. Posso oppormi a tale richiesta? La Suprema Corte di cassazione, con la sentenza 10377/2017, ha chiarito che la convivenza more uxorio, quale formazione sociale che dà vita ad un autentico consorzio familiare, determina, sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su di un interesse proprio del convivente ben diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità. tale da assumere i connotati tipici di una detenzione qualificata. h3 "class="evidenzia">Con riferimento al diritto di abitazione, in particolare, per il convivente di fatto superstite occorre far riferimento al comma 42 della legge 76/2016 secondo cui in [ ... leggi tutto » ]


Al coniuge separato superstite nessun diritto di abitazione nella casa del coniuge separato premorto se la convivenza fra coniugi era già cessata al momento del decesso

18 Agosto 2019 - Marzia Ciunfrini


In caso di separazione personale dei coniugi e di cessazione della convivenza, l'impossibilità di individuare una casa adibita a residenza familiare fa venire meno il presupposto oggettivo richiesto ai fini dell'attribuzione di tale diritto. Se, infatti il diritto di abitazione (e il correlato diritto d'uso sui mobili) in favore del coniuge superstite può avere ad oggetto esclusivamente l'immobile concretamente utilizzato prima della morte del de cuius come residenza familiare, è evidente che l'applicabilità della norma in esame è condizionata all'effettiva esistenza, al momento dell'apertura della successione, di una casa adibita ad abitazione familiare; evenienza che non ricorre allorché, a seguito della separazione personale, sia cessato lo stato di convivenza tra i coniugi. Ricordiamo che, secondo il dettato dell'articolo 540 del codice civile, al coniuge superstite, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la [ ... leggi tutto » ]


Divisione della casa in comproprietà fra coniugi poi separati o divorziati – il diritto di abitazione assegnato al coniuge affidatario dei figli minori non deve influire nella determinazione del conguaglio dovuto all’altro coniuge

30 Dicembre 2018 - Lilla De Angelis


L'assegnazione del godimento della casa familiare, in forza della legge sul divorzio, non può essere considerata in occasione della divisione dell'immobile in comproprietà tra i coniugi al fine di determinare il valore di mercato del bene qualora l'immobile venga attribuito al coniuge titolare del diritto al godimento stesso, atteso che tale diritto è attribuito nell'esclusivo interesse dei figli e non del coniuge affidatario e che, diversamente, si realizzerebbe un indebito arricchimento a suo favore, potendo egli, dopo la divisione, alienare il bene a terzi senza alcun vincolo e per il prezzo integrale. Nello stimare i beni per la formazione delle quote ai fini della divisione, non può non considerarsi, invero, che, in ipotesi di assegnazione in proprietà esclusiva della casa familiare, di cui i coniugi erano comproprietari, al coniuge affidatario dei figli, si riunisce nella stessa persona il diritto di abitare nella casa familiare - che perciò si estingue automaticamente [ ... leggi tutto » ]


Espropriazione di beni assoggettati a vincolo di indisponibilità o alienati a titolo gratuito dal debitore – quando il creditore può non esperire azione revocatoria per aggredire il bene sottratto all’azione esecutiva

7 Ottobre 2018 - Marzia Ciunfrini


Il creditore che sia pregiudicato da un atto del debitore, di costituzione di vincolo di indisponibilità (fondo patrimoniale) o di alienazione (donazione, trasferimento immobiliare in sede di separazione o divorzio, concessione di ipoteca volontaria) che ha per oggetto beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri, compiuto a titolo gratuito successivamente al sorgere del credito, può procedere, munito di titolo esecutivo, a esecuzione forzata, ancorché non abbia preventivamente ottenuto sentenza dichiarativa di inefficacia, se trascrive il pignoramento nel termine di un anno dalla data in cui l'atto è stato trascritto. Tale disposizione si applica anche quando l'atto a titolo gratuito abbia per oggetto beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri, compiuto successivamente al sorgere del credito, purché il creditore, entro un anno dalla trascrizione dell'atto pregiudizievole, intervenga nell'esecuzione da altri promossa. Quando il bene, per effetto o in conseguenza dell'atto, è stato trasferito a un terzo, il creditore promuove [ ... leggi tutto » ]


Separazione e divorzio » se il coniuge obbligato muore e la casa passa di proprietà, si estingue il diritto di abitazione derivante del provvedimento giudiziale di assegnazione della casa coniugale?

17 Gennaio 2018 - Marzia Ciunfrini


L'assegnazione della casa coniugale, intervenuta con il provvedimento giudiziale di separazione o divorzio, e di cui il coniuge obbligato è proprietario, comproprietario, anche in comunione con altri è, secondo le norme vigenti, espressamente condizionata soltanto all'interesse dei figli. La Corte di cassazione, già con la sentenza 23591/2010, ha infatti ribadito che la scelta cui il giudice è chiamato non può prescindere dall'affidamento dei figli minori o dalla convivenza con i figli maggiorenni non ancora autosufficienti che funge da presupposto inderogabile dell'assegnazione. L'assegnazione della casa familiare è, in definitiva uno strumento di protezione della prole e non può conseguire altre e diverse finalità. Di conseguenza, intervenuto il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario in esclusiva della prole, il terzo successivo acquirente è tenuto, negli stessi limiti di durata nei quali è a lui opponibile il provvedimento stesso (novennale se non trascritto, se trascritto, oltre i nove anni, [ ... leggi tutto » ]