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Divorzio: ora più semplice » con la riforma della giustizia davanti al sindaco e senza avvocati

2 Dicembre 2014 - Genny Manfredi


Grazie alla riforma della giustizia la procedura per il divorzio sarà molto più semplice: dall'11 dicembre 2014 sarà possibile farlo anche davanti al Sindaco e senza l'assistenza dell'avvocato. Vi presentiamo tutte le novità introdotte dalla legge sulla semplificazione delle procedure di divorzio e separazione. Tra nove giorni, ovvero dall'11 dicembre 2014, per divorziare si potrà andare dal Sindaco: sarà possibile evitare le lunghe trafile nei tribunali e anche l'assistenza dell'avvocato sarà facoltativa. Questa è una delle novità, introdotte dalla riforma della giustizia, con l'obiettivo, già accennato, di semplificare le procedure in materia di separazione e divorzio, evitando di dover sovraccaricare di lavoro le cancellerie dei tribunali per quelle questioni dove è sufficiente una procedura amministrativa. L'articolo 12 del provvedimento prevede, in particolare, che marito e moglie possano comparire davanti al Sindaco, quale ufficiale dello stato civile, del Comune di residenza di uno di loro o del Comune presso cui è [ ... leggi tutto » ]


All’avvocato non basta l’invio di una nota spese al cliente per interrompere il decorso della prescrizione presuntiva

28 Novembre 2014 - Marzia Ciunfrini


Com'è noto, se sono trascorsi tre anni dalla data in cui il professionista può dimostrare di aver erogato al cliente una certa prestazione, interviene la prescrizione presuntiva, il debito può considerarsi saldato ed il diritto del creditore estinto. Salvo che il professionista non produca scritti del cliente (ad esempio una e-mail in cui il cliente riconosce il debito e si dice disposto ad onorarlo nel tempo) che dimostrano la volontà di non avvalersi della prescrizione presuntiva maturata relativamente ai compensi pretesi dal professionista. Fatta questa premessa, ci chiediamo se, prima della scadenza del termine triennale, il professionista possa interrompere la prescrizione presuntiva attraverso l'invio al cliente di una nota spese. I giudici della Corte di cassazione, con la sentenza 25153/14, hanno precisato che, affinché un atto abbia efficacia interruttiva della prescrizione esso deve presentare un elemento soggettivo, costituito dalla chiara indicazione del soggetto obbligato, ed un elemento oggettivo, consistente nella [ ... leggi tutto » ]


Patto di quota lite – l’avvocato non può pretendere un compenso percentualmente rapportato al danno risarcito al cliente

26 Novembre 2014 - Marzia Ciunfrini


Cosa è il patto di quota lite Il patto di quota lite è l'accordo che può intervenire fra avvocato e cliente in virtù del quale il primo percepisce, quale compenso per l'attività espletata, una quota del bene oggetto della lite, a risultato ottenuto. Secondo il Consiglio nazionale Forense è illecito l'accordo volto a spartirsi il ricavato al termine dell'incarico, quando l'ammontare di ciò che percepirà il cliente è ben chiaro e determinato. Diversamente, è considerata valida la pattuizione con cui si stabilisce, in percentuale, il compenso dell'avvocato a monte dell'incarico, quando ancora né si conosce l'esito del giudizio, né tanto meno quanto il cliente percepirà in concreto. Ad esempio, è considerato illecito l'accordo in cui il cliente promette al proprio legale il 20% di quanto il giudice gli riconoscerà in sentenza, nei confronti della controparte, mentre è valido il patto con cui il cliente promette all'avvocato il 20% di quanto [ ... leggi tutto » ]


Il costo di un parere legale (nemmeno scritto) per l’esame di un atto di citazione? solo 728 euro, tutto compreso

22 Novembre 2014 - Simone di Saintjust


Il professionista a cui viene sottoposto un atto di citazione per un parere, ha diritto al pagamento della parcella (728 euro) per avere comunque impegnato il proprio tempo e le proprie competenze professionali. E' quanto hanno stabilito, nero su bianco, i giudici di legittimità nella sentenza numero 22737/14. La domanda che sorge spontanea, e la cui temuta risposta ci incute terrore, è quanto sarebbe costato al cliente il conferimento di un incarico professionale. [ ... leggi tutto » ]


Il patto di quota lite e il gioco delle tre carte – il banco vince sempre

10 Ottobre 2014 - Marzia Ciunfrini


Come gli avvocati possono pattuire il compenso con i propri clienti Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha sempre condotto una battaglia non solo ideologica, senza riserve, al patto di quota lite, definendo nel dettaglio le modalità con cui gli iscritti (gli avvocati, per obbligo) possono pattuire il proprio compenso con cliente. In pratica, il CNF ha ritenuto non proponibile l'accordo in cui il cliente promette al proprio legale, ad esempio, il 20% di quanto il giudice gli riconoscerà in sentenza nei confronti della controparte, mentre ha dato la propria benedizione al patto con cui il cliente promette all'avvocato il 20% di quanto egli, nella domanda giudiziale, chiede alla controparte, sebbene ancora non sia quantificato l'importo concreto che, alla fine del giudizio, il giudice gli riconoscerà (sempre ammesso che si vinca la causa). Sfracelli e sanzioni sono state minacciate, nel tempo, verso coloro (ben pochi avvocati, a dire il vero) che [ ... leggi tutto » ]