Riscossione coattiva dei corrispettivi per lavoratore con o senza vincolo di subordinazione





Si rischia il pignoramento dello stipendio on un prelievo massimo del 20% della retribuzione al netto degli oneri fiscali e dei contributi previdenziali





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Purtroppo ho circa 150 mila euro di debiti contratti a causa della chiusura della mia attività 3 anni fa: i debiti più importanti sono nei confronti di INPS e Agenzia delle entrate-riscossione. Ho anche qualche debito con qualche fornitore e alcuni dipendenti dai quali però non ho ricevuto richieste scritte (lo specifico perché non so se il recupero crediti avviene nello stesso modo per la riscossione di debiti statali o privati). Ho anche provato ad avvalermi della legge 3/2012 per il sovraindebitamento ma senza risultato.

Sono sposata con la separazione dei beni.

Essendo nulla tenente e senza lavoro.

Ora però le riserve dei miei risparmi stanno terminando e avrei trovato un lavoro di consulenza e vendita presso un’azienda italiana di Network Marketing dove contrattualmente sarei inserita sotto le direttive della legge 173/2005.

Questo lavoro è provvigionale ma raggiunto un certo livello si possono arrivare a guadagnare cifre molto alte anche con bonus e fisso mensile più provvigioni. Se si superano 6400€ all’anno inoltre si è costretti ad aprire obbligatoriamente una partita Iva e una posizione previdenziale

La domanda è questa:
se facessi carriera e iniziassi a percepire compensi, facciamo un esempio, di circa 5000€ al mese in che proporzione i miei debitori potrebbero chiedere il loro credito all’azienda con cui collaboro?

Il “cedolino provvigionale” che mi verrà emesso dall’azienda e dei quali i compensi saranno poi versati su un mio conto corrente, è a tutti gli effetti equiparato ad una busta paga di un dipendente con richiesta del credito da parte del debitore del quinto direttamente al datore di lavoro?

I creditori potrebbero pignorare oltre che il quinto anche il mio conto corrente, e se si come funzionano entrambe le procedure?

Grazie.

BEGINNISH

Il pignoramento della retribuzione mensile, erogata dal datore di lavoro (pignoramento verso terzi) al lavoratore dipendente subordinato, si effettua con un prelievo massimo del 20% dallo stipendio al netto degli oneri fiscali e dei contributi previdenziali.

Da uno stipendio netto di 5 mila euro le verrebbero trattenuti mille euro se i creditori procedenti fossero fornitori ed ex dipendenti (credito di natura ordinaria). Il prelievo sarebbe invece di 350 euro qualora i creditori procedenti fossero l’INPS o Agenzia delle Entrate Riscossione (credito di natura esattoriale).

Infatti, qualora il debitore fosse un lavoratore dipendente subordinato, ed il credito azionato di natura esattoriale, il prelievo dallo stipendio si limiterebbe al 10% per una busta paga netta fino a 2 mila e 500 euro, ad 1/7 per una retribuzione netta compresa fra 2500 e cinquemila euro, al 20% per una busta paga superiore a 5 mila euro.

Se, invece, il debitore fosse un lavoratore dipendente subordinato, ed il credito azionato di natura ordinaria (ex dipendenti e fornitori) il prelievo dallo stipendio mensile sarebbe sempre pari al 20% dell’importo netto

Tutt’altra storia nel caso di lavoratore autonomo con partita IVA. Il pignoramento dei corrispettivi provvigionali dovuti dal mandante (nella fattispecie la Network Marketing) all’incaricato della vendita diretta a domicilio senza rapporto di subordinazione (lavoratore autonomo con partita IVA) si esplica con il prelievo dell’intero emolumento spettante al mandatario.

In altre parole, le provvigioni nette di cinquemila euro verrebbero direttamente ed integralmente versate dall’azienda datrice di lavoro al creditore procedente, indipendentemente dalla tipologia di credito azionato (esattoriale oppure ordinario).

Per quanto attiene il pignoramento del conto corrente, qualora il rapporto di lavoro fosse di tipo subordinato, il debitore sottoposto ad azione esecutiva si vedrebbe tutelato buona parte dell’ultimo stipendio accreditato (precisamente un importo pari a 3 volte il massimo dell’assegno sociale, ovvero circa 1.379,49 euro). Con un rapporto di lavoro non subordinato (autonomo con partita IVA), invece, il pignoramento del conto corrente porterebbe al prelievo, a favore del creditore procedente, dell’intero saldo disponibile.

STOPPISH

4 Febbraio 2021 · Giorgio Martini

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