Pignoramento immobiliare dopo due pignoramenti dello stipendio per debiti non rimborsati?
Il consiglio è di tentare un accordo transattivo a saldo stralcio con il terzo creditore per evitare possibili azioni di espropriazione immobiliare
Premetto che ho in corso un pignoramento del quinto per un debito di 6 mila euro circa e che terminerò tra 4 anni, più un secondo pignoramento per circa 5.000 euro, sempre del quinto, che immagino si dovrà accodare a quello già in essere. Il problema più grande è un terzo debito contratto per un prestito di circa 35.000 euro, di cui mi è arrivato il decreto ingiuntivo. La mia paura è che, visto l’importo da restituire, possano pignorarmi la casa di cui sono proprietario e per la quale sto pagando regolarmente il mutuo. Mutuo a 25 anni dei quali ne sono trascorsi 11 (mutuo di 113.000.000 circa, rimanente da saldare di 72.000.000 circa). La domanda è: il creditore proverà con un pignoramento immobiliare, considerando che, andando all’asta il ricavato della vendita con la svalutazione della casa, sarà sufficiente a coprire il mutuo residuo che spetta alla banca, oppure preferirà aspettare e pignorare lo stipendio?
Il nuovo creditore effettuerà il raffronto fra il debito residuo verso la banca (munita di privilegio) che ha erogato il mutuo ipotecario (72 mila euro) e la valutazione dell’importo ricavabile da una vendita all’asta dell’immobile.
Anche in prospettiva, ovvero considerando i tempi necessari per poter efficacemente accedere alla trattenuta del quinto stipendiale.
Quindi deciderà cosa fare, considerando che ogni anno che passa, qualora il mutuatario continuasse a pagare regolarmente le rate del mutuo, il debito ipotecario diminuirebbe.
Per farla breve, consiglierei di tentare un accordo transattivo a saldo stralcio con il terzo creditore per evitare eventuali azioni, anche differite nel tempo, finalizzate all’espropriazione immobiliare per la soddisfazione del prestito non rimborsato.
30 Agosto 2021 · Ludmilla Karadzic