Contributi INPS richiesti anche dopo fallimento e chiusura attività
In data 8 febbraio 2013 la mia sas di cui ero socio accomandatario è fallita con chiusura del fallimento per mancanza di attivo, 2 anni dopo. Essendo anche socio accomandatario di un altra sas, sempre in data 8 febbraio 2013, sono stato escluso dalla seconda società. Da allora l'attività è cessata non fatturando più nulla e non dichiarando più nulla. Non sono stati presentati nessuna modifica dei patti nessuna ricostituzione della pluralità dei soci ne lo scioglimento della società. Stando alla legge dovrebbe essere stata sciolta d'ufficio, dopo 6 mesi ma io come socio accomandatario continuo a ricevere da ADER le notifiche x pagare i contributi gestione commercianti. Sono andato in pensione l'anno scorso, ma continuano ad arrivare i bollettini. Vi chiedo che procedura devo fare per porre fine a tutto ciò e se ci possa essere la cancellazione retroattiva al 2013. Non vorrei avere pignoramenti su una pensione di ...
Azienda in fallimento - Contributi non pagati - Bancarotta
Ho rilevato una attività commerciale srl di vendita al dettaglio nel 2009: dal 2013 ad oggi ho continuato a percepire lo stipendio dalla mia Società come Legale Rappresentante, nella ragione di circa duemila e 500 euro mensili. Non avevo la possibilità di pagare i contributi, data la notevole difficoltà economica (o mangiavo o pagavo i contributi). Questo stipendio serviva a mantenere me e la mia famiglia (moglie disoccupata e figlio di 2 anni), pagare l'affitto di casa 850 euro, le spese di acqua-luce-gas altri 250 euro, e dei finanziamenti personali che ho preso per sostenere l'azienda stessa (sperando sempre che il "brutto" momento passasse, invece...) e che ora ripago a 800 euro mensili in banca. In effetti per sostenere la vita mia e della mia famiglia, tolte le spese sopracitate, spendiamo meno di 900 euro al mese in 3 persone, non penso mi si possa accusare di avere voluto deliberatamente ...
La nuova politica di eBay sui pagamenti degli oggetti venduti prevede che il sistema accrediti il denaro direttamente sul conto corrente del venditore (al netto delle commissioni): da alcuni giorni circolano in rete notizie riportanti la possibilità per l'Agenzia delle Entrate di monitorare così tutti gli introiti percepiti dal venditore (questo perché l'account è associato al codice fiscale del soggetto che percepisce il denaro). Sembra inoltre che ogni provento derivato dalla vendita debba essere indicato nella dichiarazione dei redditi del soggetto venditore. Posto quanto sopra, chiedo: - cosa c'è di vero nelle notizie che circolano rispetto al controllo dell'AdE?; - quanto sopra vale anche per i venditori privati (non professionali); - ma è possibile che per la vendita di qualche oggetto usato, magari trovato in cantina e rivenduto, oppure vendita occasionale di oggetti, si possa essere soggetti a controllo dell'AdE? addirittura è necessario pagare un commercialista per l'indicazione nella dichiarazione ...