Chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare quest'ultima della correlativa diminuzione patrimoniale. Costituiscono elementi costitutivi di tale fattispecie l'arricchimento a favore di un soggetto, l'impoverimento subito da un altro soggetto, il nesso di correlazione tra i predetti due requisiti, l'assenza di una giusta causa dell'arricchimento, la mancanza di qualsiasi altra azione in favore dell'impoverito per ottenere la reintegrazione patrimoniale. Tuttavia, perché possa configurarsi il diritto all'indennizzo per ingiustificato arricchimento in danno altrui é necessario che l'impoverimento e l'arricchimento derivino, in via immediata, dal medesimo fatto con la conseguenza che il fondamento dell'indennizzo viene meno qualora lo spostamento patrimoniale, pur se ingiustificato, tra due soggetti sia determinato da una successione di fatti che hanno inciso su due diverse situazioni patrimoniali soggettive, in modo del tutto indipendente l'uno dall'altro. Nella fattispecie affrontata dai giudici della Corte di cassazione (sentenza ...
Condominio: chi paga quando i lavori sono fatti male e danneggiano un singolo appartamento. Quando i lavori condominiali creano un danno al singolo appartamento, si crea una complessa catena di responsabilità. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 20557/14. Da ciò che si evince dalla suddetta pronuncia, il proprietario della casa danneggiata dai lavori eseguiti su parti comuni può chiedere, in determinati casi, il risarcimento non solo alla ditta di costruzioni, ma anche all'amministratore e al condominio. Partiamo da un ovvio principio: è noto che, se l'esecuzione di lavori condominiali sulle parti comuni dell'edificio danneggia l'appartamento di un singolo condomino, quest’ultimo può agire, per ottenere il risarcimento danni, nei confronti della ditta appaltatrice per la condotta poco diligente. A parere degli Ermellini, però, in determinati casi, è possibile richiedere il risarcimento danni anche al condominio, in qualità di committente, e all'amministratore. Secondo quanto disposto dai giudici ...
Risarcimento danni » nel giudizio civile è vincolante la sentenza penale di condanna [leggi tutto]
Nel giudizio civile di risarcimento danni è vincolante la sentenza penale di condanna. La sentenza del giudice penale, che pronunci condanna definitiva dell'imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, demandando la liquidazione ad un successivo e separato giudizio, ha effetto vincolante, in sede civile, in ordine all'affermata responsabilità dell'imputato. Questi non potrà contestare la condanna al risarcimento, ma solo l'esistenza e l'entità del pregiudizio risarcibile. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione 23633/14. Da quanto si apprende nella pronuncia appena riportata, in tema di risarcimento danni, non si può più contestare davanti al giudice civile la responsabilità accertata dal giudice penale, ma solo l'ammontare del risarcimento richiesto. Secondo quanto disposto dagli Ermellini, infatti, una volta che il giudice penale abbia accertato, in via definitiva, il reato, condannando l'imputato, ma rinviando al giudice civile per la quantificazione del risarcimento danni, non si potrà più mettere in ...